martedì 16 giugno 2009

ci piace/non ci piace

ah, l'estate. ah che caldo che c'è in estate. ah ma che afa poi in estate. e che zanzare in estate.
ah, se non ci fosse, l'estate... niente caldo, ma niente gelato anche.
niente condizionatore assassino, ma niente venticello friccicarello.
niente creme unte per idratarsi dopo l'esposizione al sole, ma niente sole.

non puoi avere solo le cose che ti piacciono.
non puoi perchè altrimenti saresti in equlibri perenne: sempre e solo happinness. sovrumani silenzi e profondissima quiete.

e invece, una parolaccia ogni tanto fa bene al cuore. mo ce lo dico pure a little toni.

venerdì 5 giugno 2009

in ascolto

dovrei semplicemente leggere con più attenzione, e imparare ad ascoltare senza pretendere di parlare.

ieri mr president obama ha parlato. un discorso che non citava veline, scandali, parrucchini, ville in sardinia. non ha ammiccato, non ha sorriso senza motivo, non ha puntato l'indice, non ha neppure raccontato una barzelletta.

a volte vivere in questo Paese è terribilmente noioso. ti devi sorbire i panini dei tg, con la cronaca politica uguale a se stessa, puzzolente. alterni gli insulti di chi governa a quelli di chi si oppone. vieni sommerso dalle boiate, che non sono la tv trash, sanremo e la canzone nazional popolare... non sono gli amici di mariadefilippi o gli x factor di simonaventura. no. queste cose ci stanno, sono la televisione generalista. intrattenere mia nonna, che non c'ha un emerito niente da fare se non pensare a quando era giovane e bella e faceva all'amore nei campi (leggenda eh!), credo sia anche giusto.
la cloaca maxima sono i faccia a faccia politici, sono le metro piene zeppe di gente già incazzata alle 8,30 di mattina, sono gli insulti ad una ragazza che non si sente sicura di camminare da sola per strada, sono i clandestini che rimangono tali, sono i precari che prima o poi si scannano a vicenda, sono i vecchi che non mollano le poltrone.
la mancanza di prospettive lavora ai fianchi, e prima o poi ti arrendi.

fosse per me, non leggerei più. e neppure ascolterei.
poi mr obama parla. non può un discorso cambiare le cose. ma ascoltarlo con attenzione potrebbe mitigare la puzza indecente qui attorno e farti venire la voglia di lavorare.

stay tuned, we're not defeated yet.
http://www.youtube.com/watch?v=hdW01-UInns

giovedì 4 giugno 2009

brad told me

la cosa che mi sono sempre chiesta è: sai cosa sai fare meglio?
dormire. sì, ok, quello tutti.
mangiare. tu mangi proprio bene. sì... passa oltre.
cantare. no, quello lo pensi tu, ma tu sola. gli altri no, e forse se ascolti il nastro registrato alle medie te ne farai una ragione.
ballare. mmhhh... sì sculetti con ardore certo, ma avere il diavolo in corpo non significa esattamente essere una ballerina.
scrivere... dai scrivere passamelo! sì... però, anche qui, non è che puoi scrivere tutta la vita.
parlare. no, quello a volte non ti riesce.
spiegare. come sopra, e toglici pure "a volte".

poi ho cambiato domanda. cosa voglio fare? per capirlo sono andata lontano, non lontanissimo, però lontano. distanze temporali e spaziali. vuoto attorno. uuhhh, paura eh!? mica tanto sai, insomma la paura diventa solitudine, la solitudine riflessione, la riflessione parola, la parola azione. move your ass, suddenly. come prima stavi ferma, dubbiosa, ora ti muovi, incerta.
ci sono persone che non lo sanno, ma hanno aiutato tutto questo. uno di loro è un signorotto statunitense (non Obama), architetto di professione, due figlie e una moglie spelndide. era fuori dalla scuola, con me, aspettava le ragazze uscire. parliamo del più e del meno. mi chiede "cosa farai della tua vita?". Azz, anzi shit!, domanda poco impegnativa. ma lui insiste "davvero, puoi fare tutto quello che vuoi... insomma, devi solo scegliere. vuoi il meglio? allora lavora per il meglio".

una lezione di filosofia in 5 minuti di conversazione francoanglofona. e lì mi sono mossa.
non so dove arriverò, ma il meglio l'ho puntato. ti ho nel mirino, fuckin' life.