mercoledì 30 settembre 2009

c'è un medico in sala?

Dice una: "Berlusconi non è la malattia, ne è il sintomo. I malati siamo noi".

Noi, cioè io + voi, et viceversa, se eliminiamo il mio ego per un secondo.
Vero, lo credo anche io, che non mi sento malata affatto, anzi.

Vorremmo essere come Lui. Cioè: ricchi, potenti, influenti, casanova, galanti e così simpatici.
E quindi lo votiamo. Idolatriamo il nostro leader, lo adoriamo come le masse adoravano Freddy Mercury, o Jimmy Hendrix, o i Fab4. Volevamo i lustrini delle sue tv, e adesso vogliamo i sederi delle (sue) veline. Dacci tutto quello che è tuo, e ti voteremo ad infinitum.

Aspettiamo il prossimo miracolo, e nel frattempo incipriamoci il naso che in tv, si sa, poi la pelle luccica sotto i riflettori.

lunedì 21 settembre 2009

uneasy and precario

prende forma l'idea di precarietà nella mia testa.

1000 euro sono precari.
la spesa senza buoni pasto è precaria.
l'aperitivo a milano ti rende precario tra i precari.
i giornali che mi chiedono se penso davvero che george clooney sia gay sono precari.
il ministro nano che incita le folle è precario.
il nano presidente che non si arrende all'evidenza è precario.
la guerra, lontana e missione di pace, rimane comunque precaria.
la tassa sulla munnezza del comune di milano, poi, precarissima.
i precari che si lagnano del precariato, iperprecari.

credo ci manchi ancora qualche elemento, ma quasi ci sono. so di cosa parlo.