martedì 16 novembre 2010

non siete più giovani

Essere poveri, e non saperlo.
Sentirsi dire che ci vuole pazienza, mentre il bambinello brucia nella stalla.
Accettare tutto, perché diversamente "avanti il prossimo. tu ti puoi accomodare, grazie".
Piangere nervosamente, perché le lacrime ancora sono gratis. Anzi, low cost.

Non siamo più giovani, ragazzi, ma vogliono farcelo credere.
In nome di uno stage non restribuito, ma pieno di opportunità.
In nome di uno stipendio risicato, perché "sai quanti ce ne sono fuori, senza lavoro?".

Non dico dovremmo essere tutti gladiatori.
Non congiurati.
Non ammutinati.
Non rivoluzionari.
Non testecalde.
Ma almeno provate ad arrabbiarvi nuovamente, come quando da piccoli vi rubavano il giochino.

sabato 13 novembre 2010

THE HOLY FAMILY

Una famiglia al completo cattura la mia attenzione stanca e svogliata del venerdì post lavoro.

Metro gialla, linea 3.
Tre posti su quattro di un vagone qualsiasi del treno sono occupati da mamma e figli (2). Altro pupo (il terzo) in una carrozzina gigante - a me sembrano sembre troppo ingombranti devo ammettere. Papà non pervenuto.
Immagine poco originale. L'iconografia e l'elogio della sacra famiglia va sempre alla grande. Lo sapeva di certo Mr Mulino Bianco, quando, creando aspettative decisamente troppo elevate per una semplice merendina, dipingeva mamme/papà/prole adorabili fin dalla colazione delle 7.00.

Comunque, dicevo. La famiglia che ho di fronte ora distrae persino il mal di testa da post lavoro.
Non emettono rumori molesti, non si sentono, sono muti nella loro naturalissima e oliata routine.

Bambini silenziosi, pieni di smorfie, con vocine basse basse, colli incassati nelle spalle, incappucciati e, soprattutto, sorridenti. Mi sembrano peruviani. Occhi scuri e fossette, manco stessi guardando una di quelle cartoline di auguri natalizi stampate dalla Caritas. Il bimbo (o bimba) nella neonatomobile potrebbe dormire, se non fosse per i pugnetti contro il cielo (Hasta la revolution!) che spuntano dalla copertina.

La madre, credo spossata quanto me, non urla, non si agita, non rincorre, non elargisce biscotti fuori pasto, non si imbrazza. Osserva i suoi, culla la carrozza dell'ultimo arrivato. Dà l'impressione di essere presente, trasmette sicurezza e tranquillità, certa di aver al suo fianco piccoli capaci di comportarsi, senza doverne reprimere la felicità infantile.

Non soldatini i bambini, non Generale la mamma.
Sono un punto nero nella città sempre più maleducata in cui vivo; dove spingere per salire sul pullman, abusare del clacson ogni qualvolta ci sia una coda e tappezzare di freepress i pavimenti delle metropolitana sono comportamenti accettati.

Intanto in settimana c'è stato il congresso della (o per la? C'è differenza) Famiglia. Con la effe maiuscola.
Non sono stata invitata, come il mio presidente del consiglio del resto.
Ma avrei presentato al ministro Sacconi il caso di queste quattro persone incrociate una sera pre rilassamento.
Avrei detto: "Hasta la revolution!" Mentre una madre spiegava come crescere persone migliori per abitare una città (ma anche un Paese) dove solo chi va a puttane, o viceversa aizza la piazza contro chi ci va, trova posto sulle prime pagine dei quotidiani ogni sacrosanta mattina.