giovedì 20 dicembre 2012

We must never be apart (cit.)

Ciao lettori.
Un momento di tenera e spensierata voglia di qualcosa di buono per tutti voi.

Enjoy che domani (il 21.12.12) finisce tutto / inizia tutto. Voi non vedete l'ora?


Noi non ci lasceremo mai, l'ho cantato QUI in mezzo a molti sconosciuti e una tizia infoiata che ti puntava neppure fossi l'ultimo uomo rimasto sulla Terra. La tipa l'abbiamo sistemata senza darle peso, appoggiandoti dolcemente la mano sulla chiappa. Non segno il territorio io, lo difendo.
We must never be apart; potremmo dirci questo tra qualche giorno, davanti agli invitati, alle rose rosa, prima che mio padre scoppi in un pianto silenzioso che gli deformerà il viso in un'espressione che tempo fa vidi in mio nonno.
Quando ho scelto l'abito avevo pochi soldi, come adesso del resto. Quindi il miniabito panna riciclato con la giacca di Armani dovrà bastarti amore. Un po' troppo anni Ottanta magari, ma sono una ragazza che ama l'oro, gli orecchini a cerchio pendenti, il biondo ossigenato, il rossetto, e Giorgio Armani e non Emporio Armani e tutte quelle sottocollezioni per sfigati.
Al banchetto ci copriremo di panna, e lasceremo che i nostri amici ballino in cerchio ubriachi come quando eravamo tutti più giovani e ubriacarsi era il massimo della serata.
Ci sono talmente tante aspettative in un giorno che, senti qui, non so se riuscirò mai a contenerle tutte. Mi sembra di passeggiare su un trampolino altissimo e molto elastico, sospeso di fronte all'oceano, con il mare calmo e il sole quasi tramontato. La pelle delle schiena mi tira leggermente, forse ho esagerato con l'esposizione dopo pranzo. Ma c'era vento, e non mi sono accorta di nulla.
Tu... tu dove sei finito? Ah eccoti,  sei già saltato e nuoti docile. Mi starai aspettando? Mmm, potrebbe. Ma potrebbe anche no. E' il dubbio che avrò sempre: saremo sincroni, come quando decidemmo di passare la notte insieme, quella volta, ormai lontana? Ce la faremo? Addestreremo cervi selvatici, raccoglieremo fieno, faremo il giro del Vietnam in cerca dell'onda perfetta, troveremo la calma nelle nostre mani sotto la coperte?

Vorrei avere tutte le risposte su questo trampolino, con il rosso del sole che mi acceca, mi fa scivolare, e cadere in mare.

E' un susseguirsi di momenti, di scelte azzeccate, coincidenze, scivoloni, silenzi e parole. Una pasta molle e informe, un po' cruda ancora, ma con molto tempo di cottura davanti a sé.

Auguri tesoro,
tua
Eloise

giovedì 13 dicembre 2012

POST #09

Ciao Lettori.

Eravamo fermi ESATTAMENTE QUI, tra il dire e il fare, quindi al mare.
Enjoy.

Mi ha chiamata almeno una volta al giorno, fortunatamente per lui non durante le repliche dell'ultima stagione di Desperate Housewives, altrimenti col cazzo che gli rispondevo. I capelli di Brie Van The Kappa sono così setosi e luminosi e rossi che non lo perdonerei mai per avermi distratta.
Invece lui mi ha telefonato sempre a fine giornata; o prima di cena, o poco dopo il caffè, o un minuto dopo aver finito la spesa, o mentre corro come un lama verso lo spettacolo delle 20 del cine.
Non mi dice sostanzialmente nulla, come gli operatori della Tim, Vodafone, Tre che hanno il fisso di casa mia e mi smaronano ossessivamente: LA SUA BOLLETTA E' TROPPO ALTA LO SA?/ABBIAMO UN'OFFERTA PER LEI (sì lo so, devi avere una giornata lavorativa davvero pessima, ma ciao eh. click).

Probabilmente sta pensando che io abbia qualcosa da comunicargli, dopo aver alzato la voce in the middle of parco e bambini qualche giorno fa. Quindi mi chiede come sto, se ho mangiato, cosa ho mangiato, se ho bevuto, cosa ho bevuto, se ho un altro, come si chiama. Queste cose qui.
Rispondo SI', GRAZIE a tutte le sue domande, tranne che alle ultime due. NON CREDO SIA OPPORTUNO PARLARE DI QUESTE COSE suona meglio, in questi due casi.
Allora si agita, mi dice qualche frase pungente (MA COSA DICI!? è il massimo di puntura cui può arrivare il suo cuore puro e la sua bocca di sapone e bolle profumate alla lavanda), e finisce per scusarsi as the chiamata before.
Ed è qui, al VOLEVO DIRTI CHE HO RIFLETTUTO SU QUELLO SUCCESSO L'ALTRO GIORNO mi fa incazzare. E' qui che cominciamo a ballare come Ginger e Fred.

Non ho bisogno che tu rifletta su niente, siamo nel passato come Cleopatra e Antonio.
Puoi essere seria per cortesia?
Madonna Santa ti preferivo quando mi scaricavi per chat dopo una sbronza con i compagni di volano e rientravi tutto solo nella tua tana con mille dubbi sulla nostra relazione che era a un punto di svolta e preferivi non svoltare mai e lasciarmi al bivio come una Thelma qualsiasi.
Piantala Eleanor, sono serio.
Il tuo modo di essere serio è noioso. E noi ci siamo già lasciati, quindi non devo più sopportarti quando sei noioso e barra o serio serio.
Non ci siamo lasciati.
L'hai fatto tu, poi l'hai rifatto tu, di nuovo, ancora tu...e sì, per quattro volte tu. Poi ti sei sempre messo a ragionare postumo su cosa avevi fatto e perché. Ma questo non cancella che noi ci siamo lasciati per quattro volte, e non vorrei arrivare alla quinta prima di capodanno. Da qualche parte ho un sentimento che inizia per O e che chiameremo Orgoglio.
C'è un altro...
Porca troia piantala di usare queste frasi da soapopera, capito!?
Quindi c'è...
Sì, sto con un altro. Un nano che cavalca draghi nel sud della Patagonia e non ha ancora trovato il modo di lasciarmi. Maaaa, attento bene qui, posso passargli il tuo numero. TU mi hai gia' lasciata quattro volte, per quattro diversi motivi, che al momento mi sfuggono oltretutto. 
Come si chiama?
Il nano argentino? Pablo. Non originale, convengo, ma è un toro da monta. E qui , a meno che tu non voglia ascoltare di come mi ha presa ieri l'altro, chiuderei la conversazione.
Sei una stronza.
A Natale chi non lo è. Beh, è stato illuminante quasi come la chiamata di ieri. Ciao.

Lui attacca sempre abbastanza velocemente, non mi saluta mai. Poi l'indomani richiama, e tutto si svolge più o meno così come lo avete letto ora, tranne che per il nome del nano e la sua nazionalità. In quanto a immaginazione sono imbattibile, e lui non si ancora stancato. Penso non abbia capito che sono seria, che davvero ho un altro, che sia chiama Luca, è più alto di un nano, è italiano, e mi porta a vedere tutti i film che voglio. Lui non l'ha mai fatto, ma non è per questo che non stiamo insieme ragazzi.

giovedì 6 dicembre 2012

Non ho mai letto Il Codice da Vinci

Ciao lettori,
un penny per i vostri pensieri. 1000 pennies per i miei. Pecunia non olet.

Enjoy me and American Novels.


"Ho trovato il mio talento da piccola, tra i fogli protocollo dei 'testi' prima, dei 'temi' poi. Philip Roth, classe 1933,  ha da pochi giorni dato l'annuncio che non scriverà mai più, affermando che un nuovo libro non aggiungerebbe niente a quello che ha prodotto fino a questo momento. Dice che è difficile scrivere: farlo di mestiere, farlo per vivere, vivere da scrittori. E, contemporaneamente, lascia trapelare quanto sia stato inevitabile esserlo diventato.

Ho da poco iniziato un nuovo romanzo di Jonathan Franzen. Si intitola Forte Movimento, ed è stato scritto dopo Correzioni e prima di Libertà, i due suoi più grandi successi intergalattici. Come mi succede con ogni libro di JF, compresa l'autobiografia, Zona Disagio, il cuore mi si apre, il sangue sporca le pagine, i polmoni collassano. Piango sempre, la sua scrittura mi commuove. E' intima anche quando narra di come ci si apposta per  fare del buon birdwatching. Mentre lo leggo, oltretutto penso sempre molto. Capita addirittura che mi stacchi dalla trama, e, pur scorrendo le parole, segua le connessioni aperte da, mah, da una frase, dalla scelta di un sinonimo, dall'uso della punteggiatura. Divento metalinguistica, se si può dire metalinguistica riferendosi ad una lettrice.
Franzen ha colto l'anello mancante che cercavo in alcuni degli ultimi romanzi (leggo soprattutto quelli, eccetto le biografie dei presidenti americani, piene di sesso, droghe e uomini che odiano le donne) che ho avuto sotto mano. Alcuni anche considerati capolavori della letteratura. Pastorale Americana, ad esempio. L'ho chiuso a metà, tradita da aspettative altissime non rispettate.
JF, fino ad oggi, non mi ha mai delusa. E' miele, e io sono Winnie.

Capitolo narrativa nazionale.
Non sono un campione attendibile, visto che gli ultimi libri italiani interessanti che ho letto risalgono ai tempi del liceo. Senilità, di Italo Svevo. La Storia, di Elsa Morante. Poi non ho ricordo niente altro, eccetto un saggio di Gianpaolo Pansa, che però continuo a tenere sul comodino e rileggere ogni tanto qua e là per tenere a mente come mi piacerebbe scrivesse un giornalista, quindi non vale.

Infine, un buon proposito per l'anno che inizierà a breve.
Mi lascerò andare con in gialli, che non amo particolarmente. Inizio con Fred Vargas: una donna che si cela dietro un nome da maschio merita almeno un tentativo."

lunedì 3 dicembre 2012

POST #08

Ciao Lettori,
Se non ricordate a che punto eravamo, push ***HERE***.

Enjoy capito Otto > Ovvero, litigare


Stavo passeggiando nel parco, spostando il peso della borsa un po' a sinistra, un po' a destra, un po' trascinandola noncurante di dove andasse a finire il peso, ma desiderosa di finire e basta. Organizzare un pic-nic il 20 novembre, all'improvviso, mi sembrò una pessima idea. Avere cucinato delle lasagne diventate fredde in ascensore, ancora di più. Mi maledivo, e parlavo da sola camminando: quando mi insulto, lo faccio sempre abbastanza platealmente.
Lo incrociai alla fontanella, dove ci eravamo detti ci saremmo incrociati. L'imprevedibilità, la sorpresa, lo wow! non è il suo forte, eccetto le occasioni (ormai molteplici) in cui "Ti Sto Lasciando Eleanor Ma Mai Dire Mai Eh".
Si è fatto crescere la barba, indossa  una felpa firmata con il cappuccio alzato, un paio di jeans e niente, mi vede solo quando gli urlo togliendogli la cuffietta dall'orecchio "Ehiiiiiiii".
E' distratto cazzo, è perennemente indaffarato in una decina di cose contemporaneamente, rotea gli occhi nel timore di perdersi un passaggio di qualcosa che neppure dovrebbe interessargli, e mi ha persa di vista molte più volte di quante avrebbe dovuto, con questo atteggiamento. Guarda tutto, ha un'opinione su tutto, solo con me ha cannato i tempi di ingaggio. Infatti sono due mesi che non siamo più NOI, e ognuno è IO. Mi spiace non avergli parlato abbastanza, quando avevo ancora il diritto di rinfacciargli cose, stare al cesso contemporaneamente, spiluccargli nel piatto, vomitare in sua presenza. I migliori momenti delle nostre relazioni sono stati in bagno, tra le piastrelle del pavimento e la ceramica dei sanitari abbiamo dato il meglio di noi. Fino quando ad una certa lui voleva che levassi le tende, anche dalla toilette fino a quel momento condivisa.

Ciao, come va?
Bene bene, grazie, tu?
Bene, grazie. Mangiamo?
Sì, è tutto qui dentro. Magari troviamo una panchina che mi sa che l'erba è umida e...
Già che idea starsene fuori con 'sto tempo!
Scusa?
Dicevo che non è stata una genialata, tutto qui, ma andiamo dai... Ho fretta.
Eh!?
Cosa c'è adesso che fai quella faccia!?
EH!?
Eleanor, ascolta. Non ho molto tempo, ma non volevo rimandare il nostro appuntamento ma ti prego di non rendere tutto così teatrale...
Tea cosa!? Io rendo il tutto troppo teatrale!? Io rendo il tutto teatrale!? IO RENDO IL TUTTO TETRALE !? Ti saluto, ciao.
Ma dove vai adesso.

Abbandono la borsa che mi sono trascinata con sforzo notevole da casa alla fontanella, e cammino in direzioni opposta alla fontenella, lontano anni luce dalla fontanella, dall'appuntamento/pic nic con quello che è e rimarrà sempre The Stronzo Of My Life.

Eleanor ma dove vai.... Ferma un attimo, aspetta, non...
Ne ho talmente pieni i coglioni che se mi tocchi ancora una volta insceno l'aggressione. E' chiaro quanto sei inopportuno, codardo, cafone, ignorante e grezzo o devo trovare un modo teatrale per esplicitarlo?
E' chiaro, ma...
Devi lasciami andare.
Ma...
Ti stacco il braccio se non mi lasci andare.
Perché finiamo sempre che...
Perché è colpa tua. E su questo credimi, converrai dopo che mi avrai lasciata andare e vedrai allontanarmi e dovrai assaggiare le lasagne in totale solitudine con le anatre dello stagno. Ti odio, perché offendi ogni volta il mio amor proprio, il mio orgoglio, la mia sensibilità. Sono una donna comprensiva, un po' matta, ma molto empatica. Sei una persona cattiva, egocentrica, priva di passione. Verso tutti, in particolar modo verso di me. Non so cosa e perché continuiamo a girarci attorno, forse l'odio ci unisce, who knows. Ad ogni modo, io non posso, non voglio, non desidero in alcun modo vederti un'altra volta in tutta la vita che mi rimane. Mi respingi, poi mi riprendi, poi mi respingi e così via. Non c'è intimità tra di noi, sono io il libro aperto e stropicciato. Tu hai una mazza in mano, e detti il tempo delle bastonate con impeccabile senso del ritmo.

(respiro)

Ti odio, io ti odio con tutto il mio cuore. Se mi cerchi di nuovo, ti metto una bomba sotto casa.

Rimane zitto per tutto il tempo,e se ne va dopo che capisce che ho finito di parlare.
Sono affamata, e vorrei avere il coraggio di riprendermi il mio sacchetto di lasagne. Ma sono stata fin troppo impavida per oggi.