giovedì 17 maggio 2012

Letter to my Deer

Ciao lettori.


No intro. Subito a leggere.
Comodi, per terra sul cuscino con il gelato sul balcone che guarda la Montée des Marches, località Cannes.


Enjoy la soirée.



Bonjour cerbiatto. Oh scusa, non cerbiatto. Si vede subito che non sei un Bambi parente di Mickey Mouse, ma  un cervo. Per dio che corna. Ci hai già ucciso qualcuno con queste eh!?, di’ la verità. Di scuro le avrai incastrate in qualche stipite, rompendo porte incazzandoti come Jesus quando quello lo baciò nell’orto del Getsemani: “Bella zio, qui ti volevo. Che Giuda!”. "Oh misericordia, ma tu sei Cristo!". "Sì, sono io, e mio Padre ti sta aspettando alla fermata del tram. Che sfiga Giuda, eh".

Grande cervo della foresta,  accidenti se sei bello. Ti osservo da lontano, ché se ti girano mi tocca fare i 100 piani in spalla a Usain Bolt e sorbirmi tutti quei versi da invasato giamaicano neppure sapesse che è ovvio che corre più veloce di tutti voi, velocisti di un dio minore.

Chissà se hai fede in Cristo Nostro Signore Padre, chissà. Fossi te, avessi questo corpo muscolo e nervoso, queste carni proteiche e scattanti, questo muso da impagliare, questi super poteri che sono certa nascondi da qualche parte nella cervocaverna dove un maggiordomo che ricorda vagamente Michael Caine ti aspetta paziente per la lezione di inglese, ecco, fossi te, io crederei a qualsiasi cosa larger than life.

La gente qui dietro, accucciata come la Pimpa ma senza pois, l’ho portata io. Non ti farà male, non ti impallinerà, ma sono quasi certa non ti capirà. In realtà sono io l’unica, modestia lasciata a riposare sotto il piumone Ikea, in grado di sorriderti e osservarti.  I know, you know. E’ un patto di non belligeranza, stipulato senza sangue. Io posso puntarti distante chilometri,  e trovarti senza fatica. Sempre io, riesco a farti le carezze e darti sicurezza. Io sono la tua amica del cuore. L’umano che conosce il segreto della foresta, e lo rispetta. Io me ne andrò lontano, ma ti porterò sempre con me.

Caro cervo, se riuscissi una volta cazzo! a fare quel verso che solitamente fai tu, quando vinci la battaglia con lo sbarbato del branco desideroso di concupire le tue donne cerve, saremmo pari. Fortuna che ti ho insegnato a leggere, l’estate in cui ero sola e abbandonata come una cacca di piccione incrostata sui gradini del Duomo, e tu mi spingesti nelle acque fresche del torrente. Quindi buono, sono certa che la prossima cartolina che ti scriverò da Coney Island non corriamo il rischio sia inutile. Pensami sempre, che l’amicizia tra una donna e un cervo non è ancora diventata un cartoon e quindi sì, io e te faremo tendenza. 
Love, M.

domenica 6 maggio 2012

Ciao potremmo parlare di Delio Rossi ma non so chi cazzo sia

Ciao lettori.
Oggi, I told you, scriviamo bene.




Buongiorno amore. Ti posso chiamare amore?
No, non credo sia appropriato Sandra. Non siamo amore, siamo più amicizia.
Dico amore ma intendo amicizia, lo sai. Però capisco, e concordo. Non esagero più.
Lessi is more. Seguiamo questa linea… Comunque, dicevi?
Buongiorno, come stai oggi?
Un po’ frustrato. A tratti triste. Incompreso. Poi le endorfine prendono quota, e alla fine sto da dio.
Prendi le medicine?
Sandra, io.non. assumo. medicine.  Perché continui con questa farsa fastidiosa?
Perché a un certo punto ‘prendi le medicine’ diventerà il nostro argomento di discussione, se continui così.
Cosa te lo fa pensare?
Fingi ormai da troppo tempo. Sei in un turbine di roba molto confusa, non gestisci le tue reazioni, sprofondi e risorgi senza gloria. E, dettaglio più importante, sei  fumoso nella descrizione tue stesse sensazioni.
Sei saggia, o per lo meno lo sei diventata. E questo mi mette a disagio.
Non posso chiederti ‘buongiorno come stai’ e non pretendere che mi venga detta la verità. Lo sai.
Perché sei così esigente?
Perché mi piaci. Ma non è questo il punto del nostro discutere.
Non lo è, vero, ma vorrei approfondire meglio. Ti spiace?
Preferire lasciar perdere, se pensi sia possibile.
Mh, no. Squarciamo il velo. Dunque ti piaccio… interessante.
Scusa, possiamo tornare a raccontare quanto sei infelice? Siamo più performanti su quel terreno.
Beh ma dovremmo esercitarci proprio lì dove siamo manchevoli. No?
Così dicevano i saggi, gli stoici, e Anna Wintour. Ok, cosa vuoi sapere?
Pensi che questa cosa del piacere possa essere, come dire, affrontata? O la eludi in un sol boccone?
Eludo. Non vedo. Non sento. Non rispondo agli stimoli. Si tratta di metodo, ed è semplice a fine giornata.
Ti ispiri a qualcuno in particolare, nell’elusione intendo.
Sì, certo. C’è questa direttrice creativa di Vogue America, si chiama Grace Coddington.
Non conosco, dimmi qualcosa, fammi capire come fai a non pensare a me seguendo le orme di Grace.
Ha dignità. E la sua dignità ispira la mia. Fine.
Tutto qui? Copi e incolli dignità altrui per forgiare la tua?
Molto di più. E’ il suo contegno che mi allontana da te. Trovi sia stupido?
Non lo caspico, ma mi fido di te. E di me… cosa pensi?
Non penso nulla. Tu mi piaci. Assecondi la mia irrazionalità, e nutri l’istinto. Sei un’altra parte di me, al momento non perseguibile.
Già. Non tutto è perseguibile del resto.
Esatto. Non tutto lo è.

Mi rilassi e non capisco più niente

Ciao ciao.


Mi consigliano di 'offrire qualcosa ai miei lettori', un motivo per seguirmi, una ragione per dare spolvero a questo angolo di Rete.


Mh ci penso. Ci sto pensando. No niente. Sorry, desolée, lo siento ma nada.


ENJOY quello che c'è. 
Come sempre è parecchio, solo che all'inizio uno non se ne rende conto.



La sensazione che mi dai è questa.
La pace che ne ricavo è questa.
La serenità che cullo è questa.

Uso molte parole di solito.
Evidentemente non sei il solito.
Perché è da mezz'ora che provo, ma non ce la faccio.

Scusa, solo che se mi rilasso troppo la vis si sgonfia.
Ascoltiamo la musica a tutto volume, ti va?
Metto questa, che mi fa piangere.
E lo sai, piangere la domenica mattina con il caffè in mano, dondolando sul tuo torace, è l'unico modo che ho per essere felice.

Domani è lunedì, ma poi passa.