martedì 23 aprile 2013

Young, Little, Not Scented Teenager

Ciao lettori
ho incontrato una nuova guerriera in città.
In metro, seduta senza riuscire a toccare il pavimento con le snakers, sorriso impavido.
Ve la descrivo, affinché anche voi ritroviate lo spirito docile delle lotta dura ma leale.

Enjoy 13 anni!


La pelle un po' sudata, per la fatica , forse, immagino, invento anche, dell'allenamento di pallavolo. O ginnastica artistica: su e giù dalla trave, sai che palle.
I fuseaux, non i leggins. Lo zaino tra le gambe, mezzo aperto perché la fretta è sempre amica dei ladri metropolitani. Penso "Chiudi lo zaino, giovane guerriera". Ma niente superpoteri 'sto giro, la ragazzina non mi ha sentita.
Comunque, poco importa. La felpa ce l'ha appoggiata al braccio, si gira i pollici, senza noia.
Sono le otto di sera, è sola e nessuno la sta chiamando. Non chatta, non scatta, non ascolta neppure musica.
Osserva i pendolari, questi vecchi vecchissimi quasi come Giorgio N. al secondo mandato, per darvi un'idea dell'anzianità che la circonda.
Lei è un fiore con qualche brufoletto: zone rosa su un prato bianco bianco. Non profuma, ma non puzza neppure. E su questo vagone della metro è già un valore aggiunto.

La guardo come se avessi mille anni più di lei, chiedendomi perché: possibile che sia passato tanto tempo da quando portavo l'apparecchio? Conto alla rovescia, elaboro qualche  immagine, ma la memoria mi tradisce.

Finalmente ci arrivo, scendendo dal treno: il tempo può tutto.
In fondo, pensateci bene,  #13 anni sono come #31 al contrario.

lunedì 15 aprile 2013

Post it #14

Ciao lettori,
vi avevo messo a riposo qui http://obissiboi.blogspot.it/2013/03/post-it-13.html.
Ora Eleanor, ti prego, ascolta queste parole.
Love Story goes on per la felicità del mondo intero.

Enjoy!


Dove trovi la forza. Mi giro questa domanda da un po' di tempo, da quando ho capito di amarti e di essere amato. Non vorrei averti fatta soffrire, Eleanor; di certo non così tanto, di sicuro non così stupidamente. Seguendo un copione che molti recitano, ora dovrei forse aggiungere che sono stato uno sciocco, ma che era solo paura la mia. Ma i tuoi occhi, spalancandosi alla luce di questa primavera, in sella al drago, capirebbero le bugie. E mi uccideresti, bevendo il mio sangue caldo e amaro, e danzeresti al sole, e mi lasceresti seccare. Arido come sono sempre stato, avrei la fine che solo tu sapresti darmi.

Quindi no: io non ti ho mai temuta, anzi. Sapevo invece di tenerti in pugno, e stringevo e stringevo e stringevo: sei un'infinita fonte d'acqua fresca e dolce, i tuoi occhi non mentono a riguardo. Ti ho voluto bene anche, e ti ho sempre allontanata quando diventavi pesante, si dice così in gergo no!?; quando oltre alla dolcezza volevi passarmi anche progetti, paranoia, problemi, decisione, e infine scelte. Ad ogni bivio, ad ogni presa di posizione, avvertivo la stessa sensazione alla bocca dello stomaco: "che due coglioni questa".
Mi sono preso gioco di te... No, non direi esattamente così. Piuttosto mi solo lasciato consolare dal suono della tua risata, dal respiro pesante nel sonno, dal fruscio dei vestiti che ti toglievi docile.

Poi è accaduto l'inaspettato, mi sei rimasta incinta. Sono io il padre, non sono io il padre, mah non lo so, capirai che ci eravamo anche lasciati, vedi che non ho mai dismesso le mutandine che piacevano tanto a te ma anche ad altri, dai fammi fare il test. Ok sono io che ho vinto il boero, the creatura is mine.
Tra due mesi, ci siamo. E adesso sì, mi cago sotto. Ingoio litri di codardia ogni volta che ti vedo accarezzare la pancia, parlare con un palloncino in espansione sotto uno strato di pelle fragile, cullare il tuo seno gonfio, raccoglierti i capelli, lavarti i denti e fare pipì. Ogni gesto diventa brivido. Zero eccitazione, tanta insicurezza. Eppure, finalmente, ora capisco quello che mi è sempre sfuggito: sento il vortice delle tue paure, il dolore che ti provoca il futuro di un bambino a cui non sai neppure che nome dare, la nausea che ti coglie davanti al tuo dolce preferito. E mi piace, mi piace come non mi è mai piaciuto niente altro.
Sei sempre stata molto semplice, e io sarò sempre un po' troppo codardo per ammettere che quello complicato sono io.

Comunque ti amo, e sono felice tu l'abbia capito molto prima di me.
Ti aspetto a casa.