lunedì 28 gennaio 2013

P come Per Sempre

Ciao lettori, specialmente due di voi.
Con un po' di ritardo, una storia fucsia ciniglia per tutti voi.

Enjoy little p.



Mammina! Mammina! Mammina! Mi racconti di quando sono venuta al mondo? (nb. questa piccola bimba possiede un QI superiore alla media intergalattica dei QI finora calcolati).

Certo, siediti composta e mangia questo buonissimo mandarino nel frattempo.

La bambina si siede come meglio può: tra i gattoni con cui è cresciuta, due bestie molto morbide ed indipendenti, che le hanno insegnato a dire le parolacce ai bambini del parchetto. Non tutti eh, solo quelli che i telegiornali definiscono 'bulli', ma noi chiameremo 'stronzi di ogni età e dimensioni e mole'.

La bambina finisce il mandarino, e guarda le mani della mamma. Tira i folti capelli in un nastro nero, sorride a fossetta, esclama 'Siamo pronte adesso'.

Un tempo lontano, io ero una giovane ragazzina riccioluta, andavo al liceo, avevo molte amiche, ero una gran figa. E di questo mi sarai grata, amore. Dicevo, avevo jeans e ripiani di versioni di latino, ho passato i tempi bui, e zac! ho incontrato dopo alcune peripezie, che non sto qui a raccontare, un bell'uomo. E l'ho fatto mio. E gli ho detto 'Noi due ci ameremo tanto sai'. E lui mi ha risposto 'Noi due avremo una casa nostra con tante foto bellissime alle pareti'. E io gli dissi 'Noi andremo al mare, perché è da lì che vengo'. E lui mi disse 'Noi avremo una figlia'. E io gli dissi 'Noi ce l'abbiamo già'. Gli presi la mano, e la posai sulla mia pancia piattissima a tartaruga che tesoro fidati, Kate Moss mi sta ancora ad invidiare.

Sotto quel sottilissimo strato di pelle, sotto il mio piercing da quindicenne, sotto la maglietta con il numero 46 che conservo come il Santo Gral, sotto tutto questo, c'eri tu.

La nana con gli occhi uguali a quelli del fratello della mamma (piano della realtà) ma che, ricordiamolo a tutti, aveva anche qualcosa del papà eh!, fisso i ricci ribelli della mamma.

Oh santo cielo, mamma! Mi stai dicendo che io sono stata dentro di te!? Nascosta qui in mezzo al fegato e allo stomaco? Strano, non ricordo molto di quei giorni... e sì che io ho un'ottima memoria. No, mamy?

In quel momento entra papà, questo omone samurai (licenza poetica), e la mamma gli dice 'Nostra figlia si chiede come mai non ricordi nulla del periodo in cui alloggiava qui dentro. Hai qualcosa da dire, Dave?'

Il papà, che venne scelto all'epoca tra mille pretendenti proprio per la prontezza di riflessi e l'ingegno e la bellezza sovrumana, prese tra le braccia la piccola nana vestita di ciniglia (nb. la scrittrice rivendica e rivendicherà per sempre di aver passato alla baby from Brianza un gusto originale in merito al vestiario e ai tessuti. ciao!).

'Allora, capiamoci'
'Dimmi tutto papi'
'Eri lì dentro davvero, la mamma non ti ha preso per i fondelli'
'Non dubitavo papi'
'Però mentre eri lì, eri anche da un'altra parte'
'Really!? (la nana è bilingue da quando era alta 59 cm)'
'Il tuo cervello, per formarsi, per capire meglio, per crescere ed essere aperto e originale e indipendente e gentile e cortese e...'
'Papi ho afferrato, vai pure avanti'
'...era sotto milioni di litri di acqua, e polvere argentata e smarties. Assorbiva il gusto delle cose, carpiva il segreto della magia, assaporava dolcetti deliziosi. I tuoi ricordi si stavano formando, le tue sensazioni elaborando. Per permetterti di arrivare qui Ready To Go. Mi sono spiegato un po'?

Questa bambina, che se la vedeste non stareste qui a leggere, ma correreste a baciarla tutta, questa bambina si lasciò cadere mollemente sul torace del papà, gli prese il viso tra le mani, guardò la mamma, rimasta al loro fianco. E pensò con tutte le sue forze ' Mai e poi mai dimenticherò questi due pazzi che hanno permesso finissi sotto una mare di zucchero, intelligenza, e amore'.

FINE. O INIZIO, come preferite.

venerdì 25 gennaio 2013

Declaration number xxx

Ciao lettori.
Declaration of.
Soundtrack and Inspiration here DRIVE

Enjoy Friday and Saturday and Sunday too.


Mi basta osservare i tuoi occhi assenti e farti l'occhiolino, per innescare la scintilla, posizionare la bomba, stare a guardare l'impercettibile movimento delle tue spalle, e il sorriso soffocato nel caffè. Non è come quando ci siamo conosciuti, è meglio. Non è come l'avevo ipotizzato, è più forte. Non è affatto semplice, ma è più bello. Preparo l'acqua calda per il bagno, cerco i sali, socchiudo la finestra, aumento il vapore, muoio di caldo anche. Non vedo oltre il mio naso, finalmente ci sono solo io e il rumore dello sciacquone.
Nell'altra stanza sento qualcosa, mi affaccio 'Sei tu?'. 'Sono io'.

Sai quando mi arricciavo i capelli, ieri notte, e non prendevo sonno, ed ero stanca morta? Stavo pensando al nostro primo bacio. Tu lo ricordi? Riconosco le pareti della stanza che vedo, sono quasi certa sul colore delle mie calze, e sicuramente sul tuo profumo. Avevamo visto un film, io vedo sempre film del resto. E niente, mi era venuta una voglia di spingerti contro le porte antipanico, che però si sarebbero aperte, facendoci cadere davanti a tutti quegli sconosciuti. Così mi sono semplicemente seduta accanto a te, a 10 cm di distanza, stando molto attenta a non sfiorare la lana del tuo maglione. Avrei sbarellato. Poi evidentemente le cose si fanno sempre in due, e mi hai spinta su contro le porte di casa. Cavolo, ti credo che non riuscivo ad addormentarmi.

Non voglio invecchiare con te. Voglio rimanere sempre giovane, sempre liscia e morbida, sempre attaccata e sudata. Voglio una perenne giovinezza, voglio un'età dolce e ingenua, voglio una luce gialla e voglio un costume verde acqua e voglio un pranzo al sacco con l'estathé e voglio poter decidere quando fermarci, quando ricominciare, quando rifare da capo. Voglio tanti sbagli, voglio molto amore. Voglio la storia più realistica che si possa inventare, voglio il meglio che possiamo costruire, e, infine, voglio danzare lentissima su una piastrella, in una piazza deserta, il 20 di agosto di ogni anno, attorno le 5 del mattino o giù di lì. Voglio trovare le tue spalle e scoprire se anche tu senti l'odore del mare salire.
Voglio stare bene, come sto bene ora.

Ciao amore,
tua Eloise


martedì 22 gennaio 2013

POST-it #12

Ciao lettori.
Eleanor, che bel nome per una donna piena di grazia e bestemmie.
Breve resume per facilitarvi il compito: sono tornati insieme, lei finge come se non ci fosse un Armageddon da fronteggiare, qualcosa è successo l'ultima volta però (here the last tale POST-IT #11).

Enjoy la vita che vi è capitata.

Aspetto un figlio, o una figlia, non l'ho ancora scoperto. Il mio ritrovato fidanzato non sa neppure che sono gravida, quindi mi sento già un passo avanti rispetto a lui. L'altro, il terzo uomo cui vi accennavo qualche tempo fa,  non ne parliamo: lo evito da due o tre settimane. Non so a che punto tutto si sia complicato, ho perso di vista la condotta integerrima e mi sono ritrovata nella merda. Non sono sola, potrei condividere questa nuova esperienza che alcuni ho sentito chiamare 'il dono più grande delle donne' con un uomo che per il momento non mi ha ancora lasciata. Sapete... mi guarda stranamente, dalla mattina alla sera: ha un'espressione nuova sul viso, è rilassato, dice cose come 'guarda che bel cane', 'ci facciamo un toast per cena', 'vediamo cosa danno in tv'. Sono segni evidenti di pazzia, la sua: è sempre stato un animale selvatico, ovviamente solitario, estraneo alle pratiche della coppia, incapace di cogliere un solo desiderio - per me così evidente - sulla mia fronte corrucciata. Ora mi ama dalle 7 alle 24, e, sebbene non abbia ancora azzardato il più dolce dei 'ti amo Eleanor', mi lancia queste frasi di convivenza regolare e priva di ansie e paure e bassezze e stragi e giochini e dolori notturni e lacrime sotto la doccia e, soprattutto, assordanti silenzi.

Non so quanto reggo, ve lo confido. Inizio a crederci, e se mi fotte un'altra volta ancora mi taglio i capelli, li vendo per acquistare una piccola ma scintillante Beretta, e mi sparo. Se tornerà a  farmi male come ha sempre fatto, se gliene darò l'occasione, se mi tarperà le ali dell'indifferenza che gli accordo ogni singolo giorno, se passerà la linea che ho deciso di tracciare, io mi dovrò uccidere.

Non penso abbia capito il dilemma che vivo, non so, non mi sembra. Facciamo l'amore intesamente, sorrido alle sue battute, litighiamo q.b., siamo una perfetta coppia campione per possibili sondaggi sul futuro delle relazioni nazionali in tempi di recessione.

Solo il bambino che porto in pancia potrebbe aiutarmi a capire meglio: posso tornare a fidarmi di me stessa e ammettere di amare questo uomo con ogni poro che la natura mi ha concesso, e ogni capello che spazzolo con cura? Sono indecisa, poco lucida, eppure, ieri l'altro, assaggiando la torta di carote di mia madre, ero incredibilmente felice. Sono ingrassata già di due chili.

mercoledì 16 gennaio 2013

POST IT #11

Ciao Lettori.
Eleanor attraversa il mare magnum della vita con cipiglio. 
Eravate qui se avete seguito il passo >>> POST #10
Sennò recuperate.

Enjoy.

Siamo tornati insieme, perché le chiamate stavano diventando eccessivamente ripetitive. La noia di un non rapporto può uccidere, uccidermi. Lui si lagnava, lui si domandava. Sono passate... sono passate.... sono passate... non ricordo quante settimane siano passate, e la cosa di per sé segnala una crepa nel sistema. Io lo amavo, io l'ho amato. Io mi sono fatta sfanculare tante volte, leccandomi le ferite e il sangue coagulato in solitudine.

Eppure ora è tornato a me, con un entusiasmo da record, attenzioni insperate, e un profumo nuovo che mi fa pensare 'ma sei tu o non sei tu..?!' ogni volta che si avvicina. Non vorrei essere precipitosa, ma non lo amo più. E non è una questione di orgoglio, quello non ce l'ho. Ma le cose cambiano, tutto qui. Il dispiacere che provo è abbastanza. Cavolo, io pendevo dai suoi calzini, cioè strisciavo. Non ho mai cercato troppe spiegazioni alla nostra relazione zoppicante, perché ad una certa ti rendi conto con che uomo hai deciso di avere a che fare. Il mio principe aveva dimenticato le buone maniere, la propensione al dialogo, la cura e il tatto. Non potevo farglielo notare continuamente, lasciavo cautamente perdere, godendomi tutto il resto.

Tutto il resto,  ve lo spiego, adesso è pari a zero assoluto. Esaurito, o risucchiato, se come immagine vi suona migliore. C'era una volta, oggi non c'è più.

Quindi sì, ci sono tornata insieme, e nel frattempo esco con uno che ovviamente non esiste per il mio ritrovato principe. Ho il piede in due staffe, e cavalco meglio di quando non lo cornificavo e mi facevo mollare ogni cambio di mese del calendario.

Non mi sento costretta da niente e nessuno, non ammorbo amiche per la mia vita da compagna fedifraga, e sto sempre bene attenta coi nomi: "amore" e via.

Sono sicura, non la farò franca: credo nel karma, tutto mi tornerà  a bomba nel momento inaspettato.
Ma posso scegliere di vivere sulla base di quello che mi capiterà perché vado a letto con due uomini di cui non sono innamorata, non me ne frega sostanzialmente niente, e non ricordo sempre il nome?

Intanto ho un ritardo, un tipo di ritardo femminile. Il karma sta già facendo il suo giro, visto?


venerdì 4 gennaio 2013

POST #10

Ciao lettori,
la nostra paladina parla con le piante sul davanzale. 
Siccome è passato un po' tempo, vi indico dove trovare il penultimo capitolo >>> HERE

Enjoy her Beautiful Mind (Beautiful Mind non è una citazione casuale, ci tenevo ad esplicitarlo per i più distratti. Ciao!).



Non posso dire di stare bene, visto che ho l'aspettativa che tu, adesso, mi risponda.
Mi trovi ingrassata, mh!? Mio nonno dice che non ho più sedere, eppure hai presente i jeans blu scuro che ho comprato anche se di una taglia più piccola qualche mese fa? Hai presente? Non mi entrano. Erano una taglia in meno già allora, ok, è vero. Ma avevo un piano per smaltire l'adipe sulle anche. Ho fallito.

Beh tesoro sì, ho fallito anche nella tinta dei capelli, nel taglio dei capelli, nello shampoo fortificante per i capelli, nel balsamo antiforfora per i capelli. Mi raso a zero.

Poi ho toppato un paio di volte passando per errore in qualche ZTL, e dimenticando la patente nello scambio delle borse. Ma qui ho già pagato; archiviamo con successo.

Ho bruciato una torta salata, due frittate, quella bistecca da 5 euro, e la manica di un maglione.

Ho perso le perle di mia madre. E per questo la mia anima dissociata (una delle due) sta già bruciando all'inferno.

Ho comprato un biglietto per l'Opera, e non ci sono andata. Me ne sono scordata. Anche se in questo caso potrei anche dire che non ricordo neppure perché volessi andare all'Opera. Mezzo fail.

Ho smarrito un uomo. Uno importante, come tanti altri certo, non l'unico e solo, non un eroe, non un presidente degli Stati Uniti. Ma era mio, e qui l'aggettivo non indica possesso, attenzione eh. Non lo volevo a tutti i costi, non gli piacevo sempre, non avevo pretese. Non l'ho mai guardato canticchiando nella testa 'I will always love you", giuro, credimi. E mi ha fatto molto male, la maggior parte delle volte senza accorgersene. Per indifferenza, e io odio l'indifferenza. Detesto il miele che copre la mancanza di empatia; il ragionamento che, per non complicarsi, galleggia come gli stronzi nelle turche dei bar. Aggiungo che mi ha sempre e per sempre lasciata lui; ho nutrito il forte dubbio, alla bah quarta o quinta fois, che stesse cercando di infrangere un record.
E invece - mi stai ascoltando? - invece lui era l'anello debole della nostra relazione. Niente di più banale che un ragazzo/uomo incapace di amarmi come avrei meritato, oltre che desiderato.

Quindi, ora che continua a chiamarmi, con quella stessa indifferenza di fondo con cui un giorno mi ha conquistata, recito alla perfezione il ruoloassegnatomi nella Commedia degli Orrori. Sono raggiante, affabile, dolce, gentile, paziente. Mi resta solo da capire se questo rappresenti un fallimento o una piccola, ed invisibile, conquista personale.

Buon anno, pianticina.

giovedì 3 gennaio 2013

Mary Anne

Buon anno quindi.
Leggevo ieri su una delle riviste di riferimento, Vanity Fair, che questo anno sarà il primo, dal lontano 1987, in cui le quattro cifre sono tutte diverse. Se sentite lo sconforto come me, dopo una notizia del genere, you are so my readers.

Enjoy.

Mary Anne è la mia morosa. E' alta più o meno così, ha gli occhi grigini, forse azzurri, ma assolutamente non marroni. E' bionda, ma può diventare castana o rossa se si alza e pensa che il castano o il rosso potrebbero starle meglio. Pesa meno di me, ma non ho il permesso di sapere esattamente quanto. Non che mi interessi, ovviamente.

Mary Anne ascolta la musica che ascolto io, che le passo io. Piano piano dice che capisce le canzoni. Beata lei, io non ho tante pretese.

Mary Anne legge. E quando scrivo "legge", intendo romanzi, saggi, fumetti, didascalie di giornali scandalistici, articoli di costume di indubbio gusto, spalle ed editoriali di svariati quotidiani, istruzioni per l'uso di mascara waterproof, regole di comportamento delle carrozze della metro, indicazioni stradali che conosce a memoria, titoli di coda, scritte sulle porte dei bagni pubblici piegata ma non appoggiata sulla tazza.
Dice che non riesce a farne a meno, anche se questa è la sua condanna, dice.

Le ho chiesto cosa intende, perché non ho mai pensato potesse essere una condanna saper leggere, o leggere tanto quanto lei.

Mi ha spiegato che leggere implica inevitabilmente elaborare personalmente, ognuno secondo le proprie capacità e i propri interessi, ciò che si è appena letto. A sua volta, l'elaborazione comporta uno sforzo, più o meno consapevole, intenso, piacevole, doloroso.  Leggere, mi ha detto, è la ragione per cui sono ancora viva e lo sono ogni giorno in modo diverso. Non ho capito cosa intendi, le ho risposto miseramente. Allora Mary Anne mi ha fatto un esempio.

Quando ti svegli, indipendentemente dal tuo stato d'animo e dai fattori esterni (caldo, freddo, pioggia, malumore di qualcuno, incidente in autostrada, ritardo del treno etc etc) tu sei una persona. Quando ti coricherai, la stessa sera o notte o alba, sarai semplicemente un individuo differente. In alcuni giorni lo sei molto, in altri molto meno. Ma mai uguale. Fisicamente, ma non solo. Accumuli, e l'accumulo ti cambia.
Per questa ragione, non morirai uguale a come sei nato.
Lo stesso, ma decisamente meglio, accade quando leggo, e forse quando tutti leggiamo. Il che, alla mia tenera età, può essere un piccolo spillo nel fianco, perché l'accumulo perpetuo può essere insopportabile alle volte. Ecco come.

La mia piccola Mary Anne mi ha preso la mano, mi ha baciato con ardore, è uscita per scappare al lavoro. Con i suoi occhi grigini, o azzurri  forse, ogni cosa assume un colore acceso che mai, prima, avevo visto.