mercoledì 29 maggio 2013

OK ASCOLTATE

Ciao lettori.

Mi tocca ripetervi quello che pensavo fosse cristallino: queste storie nascono dalla mia fantasia, o dal tasso di droga as you prefer, e non parlano di me, né di chi conosco (a meno che non mi venga fatta una richiesta "Scrivi di ... per favore?" e allora accontento solitamente, con tempistiche variabili).

Le storie non sono autobiografiche. Ovviamente io sono una persona, prima che una scrittrice: ogni giornata ha i propri umori, e questi umori potrebbero influenzare di volta in volta il tema, le parole, il ritmo, o semplicementeil titolo di una tale.

Ma smettetela di chiedervi se:
> sono un uomo diventato donna et viceversa
> se sono incinta
> se ero incinta e qualcosa è successo e ora non lo sono più
> se ho scopato la notte prima di scrivere
> se ho un marito per davvero
> se ho un marito per finta tipo amico immaginario e quindi se sento anche le voci oltre a non avere un marito

Non pretendo che a tutti piaccia quello che scrivo, e neppure che a chi piace ogni tanto quello che scrivo poi piaccia sempre quello che scrivo.

Se avete ancora dubbi, rileggete la descrizione in homepage. Riassume un po' tutto quello che troverete continuando a leggere, scegliendo una tale a caso, seguendomi fedeli, diventando addicted, scocciandovi per i refusi e le ripetizioni.

Aggiungo solo una cosa, che forse non ho mai esplicitato, ma solo perché per me era del tutto naturale: scrivo perché mi piace, e perché lo so fare. Enjoy seeempre!

*** La palestra della scrittrice. Costanza, volontà, errori, refusi. Open 24/7, ingresso libero, commenti ben accetti. Enjoy. ***

domenica 26 maggio 2013

The Resilient Roses

Ciao lettori!
Oggi sole, ma domani piove garantito. Eppure... :)

Enjoy WHAT YOU LOVE AND WHAT YOU NEED AND DESERVE!


Rimango incantata di fronte alle rose del giardino della mia vicina. Non muoiono mai, ecco perché le ho soprannominate Highlander Roses. Mentre le mie viole, i miei gerani e persino la mia pianta grassa sono decedute nel corso di questo difficile anno solare, le Highlander Roses riescono a sopravvivere a intemperie, periodi di siccità, vento e mozziconi di sigarette che qualche mio amico ha improvvidamente gettato nel terriccio.

Alle volte sembrano trapassare; una mattina di febbraio le ho osservate velocemente chiudendo le persiane, ed ero certa che le avrei trovate nel secco condominiale quella sera stessa.

Un po' di merito di questo miracolo della natura, ve lo confesso, credo sia anche mio: non le bagno, non le concimo, non gli parlo, sia chiaro. La mia vicina è bravissima e molto ferrata. Però ha un pessimo gusto musicale, e ama canticchiare i Greatest Hits di Patty Pravo come se l'intero vicinato fosse sordo: senza vergogna alcuna.
Io invece mi nutro di melodie deliziose. Per tutto il condominio, che mi adora per questo e unico motivo, sono la ragazza che ama la musica possibilmente alta soprattutto la mattina mentre facciamo colazione.

Mi sveglio il sabato e se sono abbastanza fortunata ho appena sognato un concerto, o un orgasmo multiplo con uno dei Sexiest Dreaming Men Ever Born: Daniel Craig. Ma di questo vi racconterò nella prossima tale. Poi attacco il caffè, prendo il latte, spalmo le fette, raccolgo le gambe sode in un abbraccio autoindulgente, accendo il pc, metto la musica. E solitamente tutti si affacciano ai balconi, il gatto del piano di sopra miagola, molti battono le loro scope in segno amore/odio.
L'atmosfera si scalda, i pori si aprono, la cellulite regredisce, il mio ragazzo capisce che è ora di alzarsi.
E' stropicciato e non ha mai voglia di parlarmi: siamo in due, tranquillo.
Mi tocca il culo, forse per vedere se c'è ancora tutto.
Beve il mio caffè, scuote la testa, si lamenta del volume della musica.
Ingaggiamo una battaglia muta: abbassa audio / alzo audio /abbassa audio /alzo audio. "Se devi rompere il cazzo puoi tornare a letto, capito!?" Mi ritocca il culo, scimiottando la mia voce mattutina da trans, cede ai decibel.

E gli piace, come piace alle rose, e come piace al mio vicinato.
:)

martedì 21 maggio 2013

THE LAST POST IS NUMBER #17

Ciao lettori.
Eleanor flashback: HO SOTTOLINEATO LE COSE DA TENERE A MENTE NEI MOMENTI DI MANCANZA DI LUCIDITA'.
Ultimo post my deers: tra poco saranno in tre, e non è bello spiare un frugoletto dal buco della serratura. Eleanor vi saluta a modo suo, senza happy ending, ma con tanto e sincero amore.
Eravate QUI.

Enjoy!, e se siete su instagram #enjoy!


Ho conosciuto un uomo ieri l'altro. E' un amico di un amico di un conoscente, e quando ci siamo messi  a parlare del più e del meno, del sapore del curry nella pasta, della consistenza dei ravioli alle erbe, del vino bianco che finisce sempre chissà perché, senza mai citare il suo lavoro o il tempo o quante ore passi a correre dietro una palla con i suoi amici, dilungandoci invece sul mio lavoro, sul mio vestito, e sul nome del mio cane, ho avuto un pensiero un po' insistente per tutto il tragitto verso casa poi.

Sono stata tentava di chiamarlo, e rompendo gli indugi l'ho chiamato infatti: c'era una fiera dei mobili, o uno spettacolo a teatro, o forse un film nuovo in uscita. Una scusa qualsiasi per trovarci ancora viso a viso, e capire se qualcosa avevo intuito. Ha detto che andava bene, e che l'avrebbe proposto alla sua ragazza. Ahahah, ho riso. Mi ha detto che aveva davvero una ragazza. Ho smesso di ridere, capendo che A) non era una battuta B)  il mio intuito era imbarazzantemente fuori allenamento D) ero un po' in imbarazzo.
Lui mi ha scritto che comunque avrebbe voluto rivedermi, che non c'erano problemi, che gli ero sympa e che lo sarei stata anche alla sua fidanzata. Non mi sembrava una buona idea, ho scritto. Perché?, ha scritto. Non era una buona idea e non avrei dovuto spiegarglielo, ho riscritto. Ah scusa, mi spiace se hai frainteso, ha scritto.

Ci siamo rivisti, inaspettatamente, circa due mesi dopo: a quanto pareva avevamo più amici e conoscenti in comune di molti altri abitanti di questa città.
Sorrido io, sorride lui, bla bla bla io, bla bla bla lui. Parliamo un po', e non capisco perché io sia ancora così imbarazzata. Poi zac!, ci arrivo: la sua ragazza ci ronza intorno, da lontano, ma ci sta osservando. Finalmente esce allo scoperto, si presenta, è cortese nel notare il colore ramato dei miei capelli, farfuglia qualcosa che non sento, ma che mi sembra altrettanto gentile. Oddio come sono carini questi due insieme!
Mi allontano per riprendermi dalla sberla di realtà, e sbam!, un tizio mi rovescia addosso il suo boccale di birra gelata. Capelli ramati e zuppi, incazzata come un'ape, alzo lo sguardo e questo ragazzotto maldestro o forse già troppo allegro mi chiede scusa. Si chiama Dario, è mortificato, non mi aveva vista, gli spiace molto, mi vuole offrire qualcosa per rimediare, parla non staccando mai i suoi occhioni dai miei capelli bagnati, ride praticamente da solo alle sue battute, mi intorta per due ore, lasciandomi il suo cellulare.

Dario non mi piace, eppure chiamo pure lui qualche giorno dopo. C'è un film, gli dico. ma se vuoi portare anche la tua ragazza, gli dico, lasciamo stare.
Dario ride, non dice niente, e inizia a corteggiarmi così bene ma così bene che ragazzi tra qualche giorno ci faccio un figlio con un nome che ha scelto lui. 

In mezzo, lo sapete se avete letto fino ad oggi, c'è tanta storia, molti periodi di rabbia e incomprensioni, tradimenti e qualche cattiveria gratuita solo per vederci stare male a turno. Adesso tutto mi sembra sciocco, stupido, infantile, privo di senso. Spero di continuare ad amarlo così come quando l'ho capito quella volta in fila per uscire da Mc'Donald e la sua mano mi ha colto di sorpresa: avevo della maionese sul viso, lui gesticolava senza risultato, io non avevo idea mi avrebbe pulito lì, in mezzo alla gente che neppure sapeva stessimo insieme. Poi l'ho baciato d'istinto, come per ingraziarlo di tanta gentilezza.

Sono a giorni alterni felice, e a giorni alterni molto triste. Ma l'ho scelto consapevolmente, e riesco a gestire l'ansia di diventare madre presto sapendo che ci sarà uno in grado di pulire il viso dei miei figli quando ci imbratteremo mangiando confort food nella provincia.

Baci, vostra Eleanor.

venerdì 10 maggio 2013

POST IT #16

Ciao lettori
Enjoy Eleanor e la difficoltà di un venerdì qualsiasi sul calendario domini.
Eravate qui circa una settimana fa > http://obissiboi.blogspot.it/2013/05/post-it-15.html


Passeggiavo verso l'uscita della metro e pensavo e pensavo e pensavo.
Abbiamo litigato, per colpa di qualcosa che mi cresce dentro, e che non è il nostro bambino.
Lui non capisce i miei sospiri, nonostante ce la stia mettendo davvero tutta. E io,  loquace e solare since il giorno in cui sono nata, non ho più parole. Ma solo e continuativamente sospiri appunto. Provo a formulare una frase, un concetto, a dare spazio alle emozioni, a lasciarle fluire nel mare magno della vita mia e sua e nostra; ma poi si alza il vento improvvisamente, e viene burrasca, e ciao. Di conseguenza mi sono messa d'impegno, decidendo di non parlare più così tanto, così sempre, così di tutto. Ma devo aver sbagliato ad un certo punto, perché la strategia fa acqua da tutte le parti ragazzi.

C'è qualcosa che non gira, un buco un po' troppo nero da riempire con la grazia e le nausee della mia gravidanza. Amo questo bambino, che ha pure un bellissimo nome da qualche tempo, lo interrogo di nascosto sotto la doccia il mattino presto "Gabriele, sei sveglio? Possiamo parlare un po?". E finisce che consumo tutta l'acqua calda, chiacchierando e ridendo con un cucciolo d'uomo che spero erediterà il mio sorriso tra le altre cose.

Con il padre di Gabriele, finita la doccia, cado nel mutismo. Bevo il caffè e sono a disagio, addento il toast e sono a disagio, mi tolgo il pigiama e sono nuovamente a disagio. Esco, lo bacio appena, e le mie labbra sono talmente a disagio per tutto il disagio accumulato in una sola ora che scappo verso la metro.
Poi vago per la città, poiché sono in aspettativa e non ho un ufficio dove andare alle 9 am.
E penso, come vi raccontavo all'inizio, penso senza mai fermarmi.

Something has changed. Ma non sono pronta a trovare soluzioni, prendere decisioni.
Qualcosa è cambiato, vorrei solo se ne accorgesse anche lui senza doverlo per forza affrontare con la spada e il sorriso che mi contraddistingue e che nostro figlio avrà stampato in viso.

Penso e penso e penso, e ho come la sensazione che 'sto giro staremo male un po' tutti.


venerdì 3 maggio 2013

Post it #15

Ciao lettori.
Se vi ricordate, i due piccioni "prendi e molla, anzi per l'esattezza prendimi e mollami quando ti pare che tanto poi ad una certa vedi che mi stanco pure io" sono incinti. Non sempre ed esattamente felici, però incinti.
L'ultima storia della saga era qui post it #14

Enjoy Eleanor e tutte le sue riflessioni sul girovita che fu.


Mia madre.... non vi ho mai parlato di mia madre.
Dicevo: mia madre non si dà pace. Mi vede triste, abbattuta, stanca, pallida, verde delle volte.
Eleanor, cosa c'è che non va?
Mamma, mi hai dato la vita. Perché vuoi togliermela ora che porto 12 kg in più sul davanti e abbraccio le salviette del bagno come la coperta di Snoopy?
Eleanor, perché mi tratti così? Vorrei solo vederti felice, per una volta!
Mamma. Allora, a parole mie, che con le tue proprio non ce la faccio: devi lasciarmi stare, fartene una ragione, assillare il cane della vicina, ed evitare soprattutto di guardarmi come se stessi vedendo Michael Jackson nero, cioè in modo sbalordito.
Eleanor io non... non ... comunque, che nome avete scelto?
Giacomo.
Ah.
Ti fa cacare, lo so, piantala di fingere.
Non ho detto niente.
Bugiarda... guardami e dimmi che ti piace.
No cosa c'entra, deve piacere a voi.
Eeeesatto! Ci piace tanto, già ci immaginiamo mentre lo cerchiamo infrattato da qualche parte al parchetto "Giacominoooo! Dove sei Giacomino!? Vieni qui Giacco Giacco che la nonna ti porta..."
Giacco Giacco!?
E' il diminutivo! Non ti piace?
No no, se piace a voi, per me va benissimo.
Eeeesatto due volte! Comunque, sennò, abbiamo anche dei nomi di riserva.
Ah.
Già.
Che sarebbero...?
Ma non ti andava bene tutto basta che piaccia a noi?
Sì sì, chiedevo.
Quindi te li dico o che?
Dimmeli dai.

Osservo mia madre: mi ha proibito molte cose in passato, dal trucco pesante il sabato sera, alla discoteca a Rimini, fino alle sigarette. Mi ha pettinata fino a farmi lo scalpo da bambina: esorcizzava il nervoso e le litigate con papà a colpi di spazzola. Mi ha costretta ad indossare scarpette di vernice e calze bianche (contemporaneamente intendo). Mi ha inculcato la paranoia per le rughe; credo di essere stata l'unica adolescente con crema protezione 30 sotto il sole di Viareggio. Pallida come il latte, ma mi ringrazierai: questo diceva; ma non è mai accaduto ovviamente.
E' in piedi al lavello della sua cucina, aspettava questa gravidanza da anni, ed è sinceramente infelice nel vedermi trascinare il mio pancione senza particolare entusiasmo.
Non riesco a mentirle però: sono spaventata, questo bambino mi sta ciucciando le forze da tanto, e non è ancora venuto fuori. Sono preoccupata, e vorrei piantarla di sognarlo la notte con 12 dita e due teste.
Sono in ansia, e mancano solo due o tre settimane, dipende se abbiamo fatto i conti bene e se il bimbo esce giusto o resta in stand by.

Ok mamma, si chiamerà Gabriele. Che dici?
Gabriele?
Sì, mi è venuto in mente una sera, erano le otto circa e stavo cucinando per due. Ad una certa il bimbo ha calciato, e ho avuto un'apparizione lì, tra il tg di Chicco Mentana e la pasta con il sugo al tonno.
Eleanor, non cambierai mai.
Eeeeesatto tre volte. Grandi progressi mamma, anzi nonna :)