lunedì 26 agosto 2013

We just have to wait and see (cit.)

Ciao lettori.

Ho perso la vena, quella creativa. 
Faccio una fatica che non immaginate a scrivere una frase di senso compiuto, figuriamoci un'intera storia. Abbiate pazienza: devo semplicemente insistere.

Distendete le gambe sul divano, cercate un maglione blue navy XL, scaricate un bel film. 
Buon (inizio) anno.

Enjoy (soundtrack Bright Eyes, "First Day of My Life").


Il primo pensiero che  mi viene appena vedo entrare Julie e Jack, è che siamo amici da una vita. Si siedono vicino a Jane, che ha appena lasciato il suo ultimo ragazzo e quindi è venuta sola. Mi ha confidato che non è finita finita, ma che ci sta lavorando: "Basta cazzate, Madeline, I promise: non mi dovrai raccogliere incollata al citofono di nessuno in nessuna via periferica della città questa volta".  Fingo di crederle: Jane è un casino di donna e non ho voglia di analizzare la sua vita sentimentale stasera.
Questa è la nostra cena, il ritrovo di anime fragili e molto diverse, eppure così docili e vicendevolmente amorevoli se sedute attorno al tavolo della cucina di Alex.
Siamo poco meno di una decina, ci siamo conosciuti un po' all'università, un po' in giro, un po' a cene e feste. Alcuni di noi hanno figli: Claire, la mia migliore amica, ha un bambino che ha imparato già a contare fino a tre. Uno, due tre, uno, due, tre, uno, due, tre, uno due tre. Oltre non andiamo per il momento, ma anche qui, come sopra, ci stiamo lavorando. Claire è la moglie di Alex, il mio migliore amico. Non ci avevo mai pensato, strano, ma i miei due migliori amici si stanno insieme! Sorrido tra me e il gatto, che mi accarezza le gambe scoperte: ehi micio, chiamami cupido ;)

"Madge!? Madge!? Maadge sei tu, principessa dei miei sogni inconfessabili!?": Chris è teatrale, più di tutti noi intendo. Mi abbraccia con un affetto che mai nessuno ha saputo manifestare nei mie confronti: sarà che è alto, ha braccia che sembrano non finire mai, e assorbe ogni tensione in una massa muscolare pronta a sconfiggere il drago. Lo so, e lui sa che io lo so. Mi bacia sulla fronte, mi pettina con le sue mani grandi, mi coccola con amore. Quel tipo di amore che spero tutti abbiate sperimentato: fraterno e incondizionato.
Ci avviciniamo agli altri. "Chi manca?", mi chiede. "Jacob e Lisa, sono atterrati qualche ora fa da Fuerte Ventura, stanno arrivano". "Sei bella sai, Madge? Stasera sei bella come se ti dovessi sposare domani mattina, o avessi un figlio in arrivo...". "Ahahah. Grazie Chris, ma non c'hai preso". "Eppure giurerei che qualcosa è cambiato.No more tears?". "Sì, sono felice, forse è questo. Sono molto felice, molto serena. Sarà questo". "E nient'altro...". "Cosa vuoi sapere?". "Se sei bella per un bello... ad esempio". "Zecca curiosa!". "Quindi!?". "Beh ovvio tesoro. Un bello fa miracoli". "Come si chiama?"."Non lo conosci, e non te lo direi". "Lo proteggi? E' un narcotrafficante in fuga sulle coste della Polinesia francese che...". "Esiste la Polinesia francese?". "Stronza.". "Ti voglio bene anche io, Chris".

"Eccoci banda de malnat!". Jacob entra senza suonare né bussare -  ma non lo fa nessuno di noi in effetti, Lisa dopo di lui, il loro bambino per ultimo: lo lasciano camminare da solo, e il nano ha tempi lunghissimi di locomozione ancora. E' bellissimo, lo sono tutti e tre: biondi come il sole al tramonto, abbronzati come surfisti neozelandesi in una adv per l'olio solare.

Finalmente ci siamo. Jacob si siede al mio fianco: "Magdalene, ben ritrovata". "Jacob, the pleasure is mine". Velocemente appare il sugo coi capperi e i pomodorini dell'orto della zia di Alex, il vino fresco, la pasta al burro per i bambini, la birra per i padri dei bambini, altro sugo. La tavola imbandita, le nostri voci che si alternano senza urtarsi, il rumore dei vicini di Claire: ceniamo con le finestre aperte, e le vite degli altri si sommano alle nostre. Ci passiamo il melone, il crudo, l'olio e il pane; mischiamo i sapori e ci osserviamo con attenzione, fondamentalmente per un'unica ragione: ci vogliamo molto bene, o abbiamo imparato a farlo nel tempo.

"Ti tratta bene?". "Come dici tesoro?". "Il bello, ti sta trattando bene vero?". "Chris, potrei permettere mai ad uno stronzo qualsiasi di rendermi così bella?". "Ok, mi fido. Però sappi che se ti chiama un certo Comandante Marcos significa che le cose non si stanno mettendo bene. A quel punto molla l'osso".