mercoledì 23 ottobre 2013

Queen Vivienne I

Ciao lettori.

E' il momento delle bambine.

Enjoy Vivienne I.


La mia Vivienne è un adorabile panetto di burro da morsicare e addentare il sabato mattina, da spalmare sotto uno strato sottile di marmellata alle fragole, sopra una fetta croccante di pane toscano.
E' castana, come me, e ha gli occhi nocciola, come quelli di mia nonna. La carnagione l'ha presa dall'altra nonna, la madre di mio padre, e le gambe lunghe da mio fratello. Il mio compagno pensa abbia una visione distorta della realtà, perché non trovo mai una caratteristica che rimandi all'albero genealogico della sua famiglia, ma si sbaglia. Esteriormente Vivienne è me più tre o quattro dei miei parenti più stretti. E' la genetica, non sono io, quindi non c'è bisogno di fare a gara, gli dico. Poi la osservo bene, e trovo moltissime somiglianze tra Vivienne e suo padre.

Hanno lo stesso modo di guardarmi, di tenermi sott'occhio in mezzo alla folla, di non perdermi tra le persone che si mettono tra di noi in una passeggiata al parco. E' un superpotere, io non ce l'ho: riescono a localizzarmi nella sala, al supermercato, ai concerti. Probabilmente la piccola l'ha imparato vedendolo fare al padre in molte occasioni: alle cene di Natale, alle recite scolastiche. Mi fanno sentire al sicuro, e ovviamente mi inquietano. Quello sguardo, che non vedo ma che c'è, inquieterebbe anche voi, credetemi. E' come sapere di essere osservate, senza riuscire ad identificare il punto di osservazione dell'osservatore.

Mia figlia adora parlare con suo padre, e io adoro vederglielo fare. Discutono con quella calma che di certo non mi appartiene, e noto ogni giorno che passa quanto siano simili di fronte alla vita. Sono due cervi, in fuga dal cacciatore senza asma né ansia. Si lisciano il pelo e non dimenticano mai di aggiustarsi il vestito prima di uscire. Cerco di stargli dietro, ma ho smesso di affannarmi: sono di un'altra categoria e sarebbe inutile cercare di entrarvi a far parte.

Vivienne mi dice che mi vuole bene molto spesso, eppure mi stupisce sempre e mi fa piangere. Quindi poi si rattrista e mi chiede perché piango. E lì piango ancora di più: sembra che l'abbia concepita apposta, non per farmi piangere ovviamente, ma per farmi sentire amata. E' egoistico, so che non è giusto e che non è sano, ma voi non sapete come sia sentirsi dire 'ti voglio bene mami' una sera sì e l'altra pure. E' come il padre anche in questo: mi abbraccia, mi bacia, mi stringe a sé, affonda il suo visino all'altezza del mio seno e respira profondamente il mio profumo. 'Stai ancora piangendo mami?', e poi alza lo sguardo, il mento ancora appoggiato al mio petto, immobile e serena.. Io solitamente ho smesso di frignare a quel punto, quindi lei si mette a sedere sulle mie gambe, e mi dà un mega bacio con lo schiocco sulla bocca, e sorride e mi fa l'occhiolino.

Anche il padre lo faceva, e, anche se non esattamente tutte le sere, ogni tanto si ricorda com'era quando eravamo in due e ci facevamo dei viaggi assurdi.

Abbiamo discusso molto per questa bambina, e  ricordo come funzionava a quei tempi.
Non la voglio e non la terremo. E' assurdo, è sbagliato, è illogico.
Sarebbe una cosa così sbagliata lasciare che nasca e decidere poi?
Certo! Certo! Ma cazzo, certo che sarebbe sbagliato! Non funziona così, non la possiamo riportare indietro, non se la riprendono, non non non... ma come cazzo ti viene in mente!? Mah io non so come cazzo ti si creano certi pensieri!
Dico solo che potremmo pensarci meglio, senza decidere adesso e senza usare la parola cazzo sei volte in una frase. Con calma. E dicevo che, forse non l'hai considerato, ma non è una decisione che tocca solo a te.
Tocca ad entrambi, non fare il precisetti, che è ovvio che tocca entrambi. Ma tu sai cosa significherebbe? Perché io non lo so cosa vorrebbe dire.. io non immagino nemmeno lontanamente cosa e come e quanto le nostre vite potrebbero cambiare con una bambina.
E' una femmina?
Non lo so, ho detto bambina ma boh, non lo so mica.
Ma pensi sia una bambina?
... cosa c'entra!?
Perché se dovessi immaginarla femmina, allora avrei già un nome.
Non mi hai ascoltato per un cazzo.
Aspetta, ascolta. Anche perché è un nome che avresti scelto tu.
Ahahaha. Unfair. E' un colpo bassissimo.
E' un nome di una regina pop.
Ahahaha... non vale, non vale così.
E' il nome di una guerriera creativa, che avrà un esercito di mini ponies e caramelle gommose.
Sei il più pazzo dei pazzi, basta così.
Non hai ancora capito che nome sto pensando!?
La vuoi chiamare Vivienne.
Sì, perché è come l'hai sempre chiamata tu.

giovedì 10 ottobre 2013

The Family Man

Ciao lettori.

Buona lettura. Enjoy.


Te lo leggo negli occhi, quando mi osservi con le pupille concentrate a capire qualcosa che, se solo chiedessi, ti direi senza problemi. Sono trasparente, perché ho scelto di lasciarmi amare molto. Ma preferisci capire da solo, sei una testa calda e mi piace vederla fumare ogni tanto. Quindi okay, osserva attentamente e datti una risposta.

Mio padre non credo ti sia piaciuto: al primo incontro non piace mai a nessuno. O per lo meno così gli piace pensare: sentirsi impenetrabile e burbero, capobranco nonostante la stanchezza che gli ha solcato le mani. Sappi che ti proibirò sempre e comunque di togliergli questa certezza, costruita per indole e necessità. E' l'uomo migliore che esista, punto. E' stato lui ad insegnarmi a stare zitta, a sentirmi di troppo, a defilarmi e imparare ad osservare con calma le persone e le situazioni. Mi ha ripetuto più volte che non ero così furba ed intelligente come pensavo di essere, ha acceso molte scintille rancorose che ancora tengo accese. Che stupida. Eppure vedi, è la complessità della sua persona a farmi pensare che ci sia ancora qualcosa che non capisco, o conosco, di lui. E' cambiato sai, moltissimo. Altri direbbero invecchiato, ma un leone non invecchia, semmai ruggisce con parsimonia. E' testardo quanto te, forse un pelino meno, forse ha solo meno tempo e voglia per impuntarsi e tenermi il muso. Da piccola, invece, mi ha sempre castigata con impegno: se potessi riutilizzare le ore impiegate a fissare l'angolo tra il frigo e il muro della cucina, credimi, ora avrei giornate di 48 ore. Mia madre mi sussurrava ' Perché devi fare così. Non rispondere più, lascia perdere, dai non piangere, asciugati con questo..'. Ma lei non capiva, e di fondo neppure io: l'istinto parlava per me, la cocciutaggine, il senso di potenza, la certezza di essere nel giusto erano sempre lì, a farmi aprire la bocca e ribattere ancora e ancora e ancora. Potevo accettare le punizioni e singhiozzare pregando un santo a caso che facesse esplodere la testa di papà lì, dopo la cena e prima del tg; ma in cuor mio sapevo di avere ragione e di potermi permettere uno scontro verbale alla pari. Io sette anni, lui 28 di più. Negli anni tutto questo è peggiorato ovviamente: l'adolescenza travolge anche le acque chete, figuriamoci una testa di cazzo come me.
I voti a scuola, i coprifuoco imbarazzanti: ti risparmio tutto, tanto immagini. 
Ma è una persona gentile con i gentili, umile e molto forte fisicamente. Sul comodino ha la biografia di Gramsci, un libro di Camilleri, uno su Coppi e credo una raccolta di saggi di un autore che gli ho regalato io. Gli piace la musica, quella che più o meno piace a tutta la sua generazione: Jannacci, Gaber, De Andre', i Beatles e Joan Beaz. Ha militato nelle fila di un partito; da bambina ero convinta tutte le mie amiche avessero il papà in consiglio comunale il giovedì sera. Poi qualcosa deve essere accaduto: ora non so per chi voti, e di politica non se ne è mai parlato in casa. Vedi per le persone questo è incredibile, non ci credono. Ma se osservassero, capirebbero come funzionava e come ancora funziona tra di noi: "Hai una testa per pensare, usala. Informati, domanda, non scansare i dubbi, cambia idea se necessario. Non ti vorrò meno bene se scegliessi una bandiera diversa dalla mia. Sono sempre tuo padre, ricordalo.". 
Ti riporterò solo una frase, che mi  risuona ogni tanto in testa, nei momenti più inaspettati oltretutto. "La dignità conta più di ogni cosa, soprattutto della salute".

Ora dai, chiedimelo: "Ma io... io sarò piaciuto a tuo padre?"