venerdì 31 ottobre 2014

'Non perdere tono, non lasciarti distrarre, non dimenticare cosa cerchi, my Lovelife'

Ciao lettori

L'ultimo film dei fratelli Dardenne sfiora nervi scoperti che hanno ripreso a suonare armoniosamente. 

Enjoy


La fille de ma vie cammina a testa bassa, inciampando continuamente sul suolo disconnesso del marciapiede. Non presta attenzione al suo passo, mentre osserva i pensieri della gente, domandandosi, timbrando il biglietto sul tram, se la donna seduta di fronte a lei sia la badante o la zia del biondino che cerca di calmare con un biscotto. Poi il tram frena, e la mia ragazza scende, qualche fermata dopo esservi salita, trovandosi in una parte della città a lei per lo più sconosciuta.

Deve esserci già stata, qualcosa le ricorda qualcos'altro, la memoria fotografica è il suo forte e, giurerebbe, anche l'odore di pollo fritto non le è del tutto nuovo. All'angolo, a circa dieci metri dal semaforo che sta attraversando, nota una rosticeria modesta, con un'insegna rossa e bianca: ROSTICERIA. Impossibile sbagliarsi.

Vorrebbe avvicinarsi, entrare e ordinare pulaster, qualche aletta croccante in più, patatine affettate sottili e salate in superficie, prendere dei tovagliolini, chiedere un sacchetto che non le unga i vestiti, pagare il conto e girare con questo tesoro per la strada. Poi controlla l'orologio, che segna le quattro meno dieci del pomeriggio, e la fame le passa.

La ragazza della mia vita riprende a camminare lentamente, alzando lo sguardo ogni tanto per leggere i nomi delle vie e delle piazze, curiosare in qualche vetrina, e capire se, effettivamente, in questo posto ci sia già stata. Non ricorda, non ne è sicura, e la lacuna la infastidisce; ecco perché si sforza e non si ferma. Arrivando lontano, attraversando il parco, pensa, potrebbe ritrovare un segno, e far cadere il domino intero, fino al ricordo più importante e lì capire.
E' una che finge di rilassarsi, ma non cascateci: se sta puntando la volpe del giardino di Sua Maestà, non abbandona la battuta di caccia. E' il migliore segugio io abbia avuto la fortuna di incontrare, ed è solida sulle gambe e veloce nello scatto ora che è centrata su se stessa, e il suo obiettivo.

E' concentrata, passa inosservata tra la folla e si allaccia il cappotto alla prima folata di vento, poiché non vuole ammalarsi a causa del primo freddo. Continuerà a girare in questa zona della città, fino a che non avrà scovato cosa ci sia di così familiare per lei. Si darà una spiegazione e, rincasando, mi dirà di aver fatto una scoperta eccezionale, oggi, mentre io ero al lavoro.

I suoi occhi si illumineranno e finalmente la ascolterò raccontare di come abbia ritrovato, con le sue forze e senza mangiare né bere o riposarsi, la serenità che desidera e non ha mai smesso di cercare.


lunedì 20 ottobre 2014

We're against ignorance (cit)

Ciao lettori

Love Tale ispirata da uno status fb di un nostro amico > 'Auspico possa esserci un giorno la consapevolezza che la felicità altrui è un obiettivo, non un problema'.

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Leonard, Leonard dove sei?
Qui sotto, sotto il letto! Dove sono le mie scarpe  di cuoio?
Hai scarpe di cuoio?
Quelle marroni, tendenti al prugna. Ero certo di averle messe qui ma non le trovo.
Di cuoio marroni quasi prugna? Le abbiamo prese insieme?
Cosa c'entra, tesoro?
Perché se le avessimo comprate insieme, mi chiederei come ti abbia permesso di farlo. Ahahah. Comunque, oddio che giornata infinita. Vuoi sentirla?
Oh sì! Mi piace essere preso in giro e poi ascoltare aneddoti di cui... Eccole! Trovate!
Leonard puoi infilarti le scarpe e venire qui per favore?
Non puoi raccontarmela da lì la tua giornata? Ora devo cercare i calzini blu notte, li hai già lavati?
Certo tesoro, a mano con l'acqua ghiacciata al ruscello, e le rondini mi hanno aiutato a stenderli giù, tra la quercia secolare e l'ulivo della pace, mentre Messner beveva la San Pellegrino a garganella.
Era Levissima tra le altre cose, ma...
Leonard vieni qui che voglio vedere che scarpe ti sei comprato, dai.

Leonard e Johanna sono una coppia sulla quarantina, decennio più decennio meno, e vivono poco lontano da casa mia: quindici minuti a piedi ad est, cinque con il bus. Stasera parlano di cose serie, nonostante l'incipit fuorviante.

Ho incontrato un omofobo in ufficio. Perdendo per un attimo la tramontana.
Che significherebbe...?
Che una cloaca maxima dell'Impero, al suo fianco, sarebbe impallidita.
Spero tu questo non l'abbia detto al...
Beh ovvio che gliel'ho detto!
Oh cielo, Johanna. Ma un posto di lavoro ce l'hai ancora almeno?
Leonard, di questo ne parleremo poi.
Non dirmi che ti sei fatta...
S.c.h.e.r.z.o! Ma la storia dell'omofobo è vera. Sai che c'è gente in grado di esprimere concetti aberranti, con linguaggio e registro da Lord of Scotland?
Ha iniziato sostenendo l'importanza dell'educazione cattolica nelle scuole ed in famiglia; e fin qui okay. Non concordo su tutto, ma la discussione è proficua se ci sono opinioni diverse.
Arriva al punto in cui ti strappi la camicia e diventi Hulk.
Dall'educazione dei figli, passiamo al matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Ha elencato i motivi per cui gli fa ribrezzo, ha detto proprio ribrezzo, che due uomini o due donne si possano unire nel sacro vincolo del matrimonio. A quel punto, continuando a scrivere le mie mail, ho alzato lo sguardo e suggerito che il matrimonio potesse anche non essere un sacro vincolo.
Mh, quindi niente Hulk?
Lui fa 'Ma scusi, signorina...'
Ti ha dato della signorina? Naaah! Dai questa te la sei inventata!
... Dicevo. Attacca il sermone sul fatto che, sacro o non sacro, il ribrezzo permanesse.
Ripetendo, giuro, la parola ribrezzo. Così gli ho chiesto se poteva evitare di utilizzarla nuovamente, ed in riferimento ad un argomento così delicato e, per alcuni di noi, personale.
E il Neanderthal ha commentato 'Ah ma la signorina è una lesbicaaa!'. Tre a finali, un capo curva.
Ecco Hulk.
Gli faccio 'Signore, la prego di non interessarsi al mio orientamento sessuale. I matrimoni tra persone delle stesso sesso non sono uno siparietto di Zelig, e il dibattito molto attuale dà la misura, insieme a molte altre cose, dello stato di civiltà di un paese. Non potrei essere più distante dalle sue opinioni, ma se non dovessi lavorare, ora, mi fermerei volentieri a discuterne con lei'.
Quindi si ricompone, e, salutando l'intero ufficio prima di scappare, mi tira un 'E mi saluti la sua Signora - eheheh - a casa'.
Dove hai seppellito il cadavere?
Mi si è gelato il sangue Leonard; credimi se avessi potuto l'avrei evitato, ma ho dovuto, ho realmente dovuto.
Cosa gli hai detto, Johanna?
'Scusi signore, si fermi un ultimo minuto, così, sulla porta esatto, di modo che tutti sentano chiaramente quanto ho da dirle.
Oltre a chiederle, di nuovo, di farsi i cazzi suoi, volevo mandarla a fare in culo a nome della comunità LGBT internazionale.
E' angosciante incrociare, per sfortuna o pura casualità, persone come lei, ancora incapaci di distinguere quando una battuta è fuori luogo, una risata stridente e una semplice parola, ribrezzo nel nostro caso, inammissibile.
Ma vede, se, dopo averla incontrata, accetto a malincuore il fatto che l'evoluzione, per quanto si sia dimostrata una macchina perfettamente oliata, abbia le sue falle sparse per il pianeta, non posso mordermi la lingua e lasciare che se ne vada compiaciuto.
E' un ignorante, e l'ignoranza è inaccettabile. Arrivederci!'
Johanna...
Credimi, ci ho provato.
Ma chi era poi?
Non lo so, ma ha importanza?




lunedì 13 ottobre 2014

Support your local girls' gang (cit)

Ciao lettori

Vivienne canta in sottofondo Recover by Paolo Nutini

Una voce un po' mascolina, ma prestate attenzione al testo. 

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L'abbiamo messa a letto, dopo un bagno rilassante per lei, leggermente meno per noi due. Vivienne, dove trovi questa energia? Perché non crolli sotto il peso dei tuoi quasi dieci chili, da chi hai preso questa tenacia da squalo?

Fortunatamente poi si è rilassata, e da sola si è addormentata. Adesso scusa, ma devo parlare con papà: ci capiamo ancora al volo, 'I support my local girls' gang, yo. Vai mamma, stendilo'. Ha davvero questa espressione, non sto scherzando, è una delinquente raffinatissima.

Volevo fargli uno spettacolino divertente: battuta, discorso serio, altra battuta, scherzo, risate, applauso, poi mi tolgo i vestiti e galoppo. Non me l'ha permesso: non può essere uno sketch, mi ha detto, non puoi farmi il giochino delle carte e fare entrare le ballerine, siediti e per favore sii onesta. Mi mette sempre a mio agio, già.

'Non tornerò indietro quando sarò così avanti da intravedere il traguardo. Questa è la mia promessa solenne. Sembra poco, anzi, non giriamoci attorno, è poco; ma riflettici anche tu, è un ottimo presupposto.
Suppongo che, se decidiamo di andare avanti, ce lo dovremo far bastare, per lo meno momentaneamente, considerando il quadro generale, la contingenza, il periodo storico. Non viviamo in una bolla, ed è meglio così: se scoppiasse cosa ci rimarrebbe? Un po' di sapone scivoloso, sciolto sul pavimento, neppure commestibile.
Sono spaventata e non sono guarita, però sono tornata.'

L'ho guardato tenersi il volto tra le mani, probabilmente deluso dalle mie parole. I gomiti conficcati sulle ginocchia, il peso delle sue e delle mie riflessioni addosso. Finito?, mi ha chiesto. Ho fatto sì sì, e mi sono avvicinata, aggrappandomi alle sue gambe, a gattoni come Vivienne. 'Quando vi ho visti all'aeroporto mi è successa una cosa strana, senti qui. A molti batte forte il cuore, quando un'emozione li colpisce. Il mio non ha accelerato invece. Ma la testa mi è esplosa, il sangue è salito di colpo e ho creduto fosse un ictus, o qualcosa di simile'.

Il suo silenzio era eloquente, voleva andassi avanti, scavando più sotto dove la ferita è ancora aperta.

'Sto cercando di dire che quello che c'è non fa rima con cuore, amore, dolore. Quello che c'è ossigena il tessuto nervoso, e mi fa pensare molto certo, ma è anche istintivo e molto caldo in vena. E' una pompa che va a tempo, ma che ogni tanto s'inceppa. Sei un tesoro prezioso, ma non posso difenderti sempre con la spada, devo abbassare la guardia e correre il rischio che arrivino le sirene ad ulularti nelle orecchie. La banalità delle banalità: ho paura di perderti per strada proprio sul più bello'.

Finalmente si è mosso, appoggiando la schiena sul divano, allungando le braccia dietro la testa: penso fosse stanco, anche di me. Ha preso fiato, e ha riassunto velocemente,  'Non incolparmi per le tue paranoie. Tutto il resto mi piace invece, ha senso, e la cosa della pompa... Rispiegamela con calma'.

Siamo finiti dolci sul divano, e Vivienne al mattino mi ha alzato un Cinque Alto mentre la preparavo, 'Brava mamma, mi sei piaciuta': ho aumentato il volume di Beyoncé e ci siamo fatte una cantatina senza pretese.