Buona domenica lettori.
Ho due storie pronte da un po', ma non qui.
Qui ho il profumo del lavello bagnato e pulito, il silenzio della casa in cui ho memorizzato verbi latini irregolari, una canzone che gira nelle cuffie, una temperatura piacevole.
Enjoy June in Italy.
In sottofondo: 'The Everlasting', Manic Street Preachers
Camminiamo in un parco all'inglese, con il prato verde tagliato a filo, e le foglie degli alberi fitte sopra le nostre teste. La luce filtra sottile, e noi siamo al riparo. I nostri pensieri sono forti qui sotto, all'ombra, freschi, rigogliosi come questo verde tutt'attorno. Metto un maglione di cotone traforato, perché 'ma tu non ha freddo?'. E tu dici 'Ma il tuo maglione è bucato... Non ti copre!'. E io decido di non risponderti, perché questo umorismo becero confonde le sensazioni, e io ho bisogno di stare concentrata sul verde scuro dei platani, sul blu che intravedo all'orizzonte, sul profumo che sento se mi avvicino troppo.
'Sei capace di arrotolare la lingua?'
'Come... così?'
'Sì. Sei capace.'
'E' una statistica sul numero di arrotolatori di lingue che incroci?'
'No, volevo vedere se eri capace.'
'Ah.'
Preferisco non parlare più, dopo un dialogo così.
Mi allontano leggermente, seguendo il rumore di boh, uno scoiattolo (nella mia fantasia) o di un topo (nella realtà). L'edera cresce anche orizzontalmente scopro, sulle radici di alberi e sopra la terra: mai visto prima, penso. Mi gratto la testa; una foglia mi ha accarezzato cadendo, e io soffro il solletico. Le mi Convers inciampano, perché tutti lo sanno: sono scoordinata, e camminare e grattarsi a volte è pericoloso. Infine, dopo tutte queste cose, ti guardo. Non ti osservo, bada bene, ti guardo. Non è male sai, dico guardare. Senza scavare in ciò che si vede, restando in superficie, come con il surf prima di cercare l'onda perfetta.
Torno al parco, sei esattamente dietro di me. Stai parlando con gli scoiattoli, e io vedo quello che neppure la mia fantasia osava immaginare.
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