Lettera aperta a chi, non avendo coraggio di stare meglio, preferisce sfraccassarmi la vita che mi rimane da vivere lagnandosi.
Non è una questione di antipatia, è una cosa personale. Nel senso che personalmente non sopporto il lamento condito di ironia, humor, battutine, risolini, stizzolini, pacche sulle spalle.
Stare male è una cosa seria. Provare disorientamento e delusione, schifo e depressione, dolore fisico e mentale: questo lo comprendo.
La tolleranza zero è per i codardi che vorrebbero farsi quattro risate con me, semplicemente per dare colore alla loro vita sfigata. Per chi non trova il modo di darsi delle risposte, chi non sceglie, chi temporeggia, chi finge buonumore e simpatia sopra una montagna di tristezza.
Statemi alla larga, non ho pietà per voi.
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