lunedì 2 maggio 2011

Non vive sperando colei che agisce nel bene

La guerriera di cui vi parlerò è molto giovane. Ha tredici anni, è alta un metro e quarantacinque, pesa una quarantina di chili. Prende i mezzi pubblici, porta i jeans, torna da scuola alle due, e non deve studiare questo pomeriggio. Ha preso sette nel compito, quindi la prof di Arte non la interrogherà domani. Si mischia agli adolescenti comuni, ma i tratti del suo volto non tradiscono. E' bella, come solo le ragazzine struccate sanno essere. Le imperfezioni del viso, conseguenze non dell'amore, ma dei primi sbalzi ormonali, sono costellazioni sconosciute. Inesplorate. L'occhio blu mare è protetto da due folte sopracciglia. Nessuna pinzetta si è avvicinata a quei sottilissimi e scurissimi peli, le servono. Sono l'ombra che ripara, il confine dei suoi pensieri più nascosti, la linea che nessun samurai oltrepasserebbe. Lo sguardo severo sorride solo all'amica fidata, compagna di classe, di origini asiatiche.

Hai presente quel ragazzo di terza?, incalza l'amica.
Quello grasso? risponde la guerriera.
Mh mh, lui sì. Mi prendeva in giro per la erre.
Cioè? (attenzione al massimo, puzza di bruciato alle porte)
Pensava fossi cinese. E sai, i cinesi non dicono la erre. E lui...
Che idiota (nessuna esitazione, sincero disprezzo).
Sì, e pensa che abita vicino a me.
Che culo (sdegno amaro, sarcasmo naturale).

La guerriera morde l'interno della bocca. Maltratta le mucose continuamente, senza sosta. Arrotola la lingua, preme le labbra. Non trova pace, l'imbecille ciccione incapace di produrre insulti più fantasiosi di 'involtino plimavela signolina' sarà giustiziato. Gli strapperà il cuore, poiché il suo cervello non ha valore. Gli taglierà il girovita XL, impossibile da abbracciare. Gli caverà quelle scarpe firmate e puzzolenti, e lo appenderà a testa in giù. Nel piazzale della scuola media, l'indomani, tutti sapranno che l'era dell'ignoranza è giusta al termine. Nessun sopruso verrà lasciato impunito, e nessun pezzente acefalo troverà nascondiglio sicuro. Da Affori alla Bovisa, gli scemi verranno stanati nelle loro case.

La guerriera si alza, il tram frena, l'amica la bacia sulla guancia.
A domani.
Ci vediamo domani sì. Ciao.

Questo scricciolo un giorno sarà una donna intelligente, forse sindaco di questa città, che spero si salvi dagli scemi. In questa o nelle prossime vite.


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