martedì 26 agosto 2014

Close your eyes and imagine how it can be

Ciao lettori

Siamo finiti nel più classico dei cul de sac: molti temi tra cui non riusciamo a scegliere. 
Per il primo cortissimo post di Quasi Settembre, alla fine, vi regaliamo il risveglio lento dei sensi.
Fate il pieno, accarezzate le mandibole.

Enjoy colazione ad occhi chiusi e languore n vena.


La casa in cui alloggiamo è un cofanetto di buone sensazioni, con spesse pareti in pietra perfettamente isolate e potenti travi in legno per soffitto. La padrona indossa spesso un foulard rosso magenta attorno ai capelli, così ogni volta che mi chiede se desideri altro caffè, o pane croccante ai bordi e soffice all'interno, mi è davvero impossibile non fissarle i denti grandi, direi bianchi, e sorridenti. Sicura di non volere altro burro, signora?, e a seguire due file di denti a forma di mezza luna. Mi piace osservarla, e mia figlia nel frattempo si pappa quello che non avrei mai pensato potesse ingurgitare. L'abbiamo fatta di sana e robusta costituzione, appetente più o meno sempre, un draghetto con tanto spazio in pancia.

Sulla tavola rotonda siamo in tre, contando anche mia figlia che sale e scende ritmicamente dalla sedia: sarà ginnastica mattutina, sarà un tipo sportivo dentro, sarà che le cade in continuazione il tovagliolo, o il coltello, o il coniglio che ha per amico, ma è inquieta. Nel frattempo il suo piatto è una composizione artistica, che immortalo con un paio di foto per i posteri e gli amici che ci seguono fedeli da casa. Fetta di pane ai cereali mangiucchiata ai bordi, spalmata  di confettura ai mirtilli. Crema di yogurt e miele, uvette e muesli da un lato, mezza tortina alle albicocche, burro ancora solido che sta bene con tutto, due o tre fette di kiwi per dare un po' di verde speranza alla giornata. Ogni volta che si risiede, la mia bambina sceglie una pietanza e fa 'mmmh': a real gourmande.

Intanto la padrona dal nastro rosso ci porta altro pane: una panetto dorato, un filone scuro ai semi di papavero, una baguette evergreen. Nel dubbio tagliamo tutto e ci smezziamo bocconi a vicenda. E' rimasta della marmellata ai fichi, che decido di ammazzare io. La mia bambina allunga il braccio anche lei, ma è un esemplare cucciolo di donna, dagli arti ancora più corti dei miei oltretutto, e la batto in velocità: ritenta, sarai più fortunata, amore. Ovviamente le lascio mordere il mio panino, lei ringrazia. 'Mmmh'. Lo zucchero dei fichi si sta sciogliendo in bocca, sarà questo che mi rende così dolce e disponibile, eheheh.

Ho voglia di altro caffè: lo chiedo, mi viene portato con una caraffa minuta di porcellana piena di latte freddo, che verso nella tazza prima del caffè. Amaro quanto basta, mi consolo con il caffelatte, bilanciando gli zuccheri nello stomaco. Sono colma di cibo, il mio compagno idem, la nostra bambina non ancora. In realtà è semplicemente meno veloce di noi a tavola, e come vi dicevo ha il fuoco dei draghetti nelle vene: su e giù, giù e su, un attimo che non trovo la briciola che stavo per mangiare, chissà dove è finita, ah eccola sotto la sedia mamma!, mmmh che bontà!

Saremmo pronti per scalare l'Everest senza ossigeno o nuotare fino la Cambogia circumnavigando l'Africa a sud, eppure non resistiamo. Il profumo che arriva dalla cucina lo riconosciamo tutti e tre al volo, non ci alziamo e persino mia figlia ritrova pace e calma: 'S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche'.