sabato 25 febbraio 2012

TAG: 18anni/eravamo/solo/amici/ma/in/fondo/lo/sapevo/che/non/era/vero (cit)

Buon sabato lettori.

Vi piacerebbe che la scrittrice che presto cambierà il corso della letteratura internazionale dei prossimi dieci anni per poi ritirasi in un appartamento sulla costa di Biarritz con un ragazzo conosciuto ai servizi della Gare du Lyon vi racconti una storia inventata ma dedicata?
Lo sapevo.

Per due amici: Linda e Carlo. Love Exists But Sorry We Can't Waste Our Time Explain You How To Let It Grow Till The End Of Time.


"A Linda. Perché starebbe benissimo anche corvina".
Bambina, con quel viso a cuore, potresti farmi male, bambolina. Eppure sei un fottutissimo SOLDIER, con il fucile puntato, cinque giorni alla settimana, contro i cecchini di una casa editrice che sforna successi e molti cessi e basta. Ma non ti imbruttisci: mi chiedo come tu faccia. Immagino lo sguardo severo, la stanchezza, persino il rumore delle tue budella. 'Cristo.Perché.A.Me.Perché?': te lo domandi forse anche stamattina, tirando fuori il badge. Ma hai sangue divino nelle vene. Il tuo segreto è al sicuro, con me. Se facessimo la lotta, stasera, prima di spettinarci e toglierci la polvere, vinceresti tu. Perché vedi, sì, per gli altri sei bella, intelligente, determinata. Ma io ho scoperto il tuo valore negli anni Novanta: sei come il vinavil, mi tieni insieme.

"A Carlo. Il custode del mio segreto"
Se la smetti un minuto di cantare, avrei una cosa da dire anche io. Ti amo biondo.
Ah ecco: siccome la navetta sta imboccando l'anticamera dell'Inferno e i latrati dei guardiani ai cancelli mi impediscono di ascoltare la nostra canzone, stasera ricorda che mi devi una SONATA, un tagliere di formaggi stagionati, un verso scritto sulla mia schiena, due secondi prima di addormentarci. Adesso scusami, il tizio seduto al mio fianco vuole inspiegabilmente raccontarmi qualcosa; sono costretta ad alzare il volume in cuffia, altrimenti lo sento. Che ti amo l'ho scritto all'inizio. Ripetitelo quante volte vuoi, avrà sempre il suono della prima volta che lo dissi. Esatto, ero biondo cenere. Adoro la tua memoria.

domenica 19 febbraio 2012

My Dearest (parte I)

Dedicata a ogni uomo e ogni donna. 
L'incipit di una storia a puntate.
Enjoy.



Questa storia vi parlerà di una morte, di un abbandono, di una ferita, di un dolore. Di un viaggio verso nord, alla ricerca di una risposta a una domanda impossibile. Di un uomo cresciuto senza lacrime, di un bambino intrappolato in un'esistenza infelice e senza riscatto. Di una sofferenza, di conati di vomito, di piaghe da decubito, di infezioni virali, di polmoniti fulminanti. Di un tumore, della sua marcia lenta ma rigorosa. Di uno strappo violento, di un urlo spaventoso, di gambe aperte verso il buio, di una violenza di gruppo, di un branco affamato. Di una fame malata, di cibo sprecato, di sporco incrostato, di mani indelicate sotto vestiti allacciati. Di un'emozione bloccata, di un disagio mai rivelato. Di una comunione dei beni, di un distacco improvviso della placenta, del sangue che prende a gocciolare scuro sulle lenzuola. Di un pianto ansimante, di una litania, di una preghiera inventata in una stanza d'ospedale. Di un visino immaginato, di una scarpina ciondolante, di una mano vuota eppure pronta. Di un pomeriggio di pioggia di luglio, di un temporale che ci chiuse in casa, di una scelta non ponderata, di un errore di valutazione, di una grave mancanza di senno. Di una divisione, di una distanza, di una impossibilità.

Amore, questa storia parlerà di noi due, di quello che siamo diventati prendendo il caffè all'alba, saltando su treni della metro, avviando automobili, stampando biglietti di aerei, muovendoci costanti e flessibili. Della nostra vita, che non interessa a nessuno. Di un percorso iniziato e forse finito, di grandi aspettative, di discorsi importanti mischiati a battute logorate dal tempo. Della tua intelligenza egocentrica, della mia ammirazione incondizionata. Della forza di volontà che a un certo punto vacilla. Della stanchezza. Dell'affanno. Della corsa verso casa, quando forse non è a casa che vorresti andare. Della fine, che però ha un suo inizio.

Amore, questa è per te e per me. Perché ce la meritiamo un po' di attenzione.

Oh a, oh a, oh aaa (cit)

Buenos dias lettori.

Oggi, prima della storia, voglio ricordarvi che i fratelli Paolo e Vittorio Taviani hanno vinto l'Orso d'Oro alla Berlinale 2012 con il film (che uscirà nelle sale italiane il prossimo 2 marzo) 'Cesare non deve morire'. 

Enjoy tenderness.


Un giorno non troppo lontano, mi imbatto in un'anziana signora molto elegante, in fila alla cassa veloce dieci pezzi massimo della Unes, per gli affezionati semplicemente U. La tizia mi fissa un po' insistente, e penso di somigliare al nipote. Ho un viso comune, capelli castani molli e spettinati se esco di fretta, occhi marroni grandi q.b., sguardo un po' perso alle ore venti e dieci di un giorno qualunque. Uno, nessuno, centomila nipoti di vecchia agghindata a festa per fare la spesa al super. Sono un po' indisposto quella sera, sto covando la febbra, devo passare dalla farmacia per recuperare un po' di tachi. Inizio a starnutire come Varenne, cioè con forza e senza controllo. Un cavallo con i primi sintomi influenzali, una bestia potente ma indebolita dalla contingenza. Ebbene, in questa circostanza, l'anziana si avvicina, mi strappa l'auricolare destro, e dice cortesemente: 'Giovanotto, mi direbbe cortesemente che musica sta ascoltando? Mi piace!'

Quando penso di vivere in un brutto posto, poi mi ricredo sempre.

sabato 11 febbraio 2012

La crisi tra me e te, also known as l'apostrofo rosa tra le parole t'amo o forse no

Ciao Lettori!

Siamo sempre più invaghiti di quei due trottolini amorosi, vale a dire la narratrice (che, una volta per tutte, I do repeat, non sono io, ma un fittizio 'io narrante' in prima persona singolare. Funziona così, fatevene una ragione per il cielo) e Angelo.

Leggete della crisi: una cosa che boh io non so come possa succedere ma una mattina i mercati fanno boom!, Standard & Poor's ti declassa, l’Inter lotta per non retrocedere, Vasco Rossi scopre Twitter credendosi Eva Longoria ai bei tempi in cui spargeva amore e fiele con quel pezzo da 90 di Tony Parker, e Lorenzo Cherubini assiduo e imperturbabile ‘prende la chitarra senza sapere suonare’.

Enjoy the weekend, ‘cause war is over if you want to.


Lisa? Lisa ciao!
No, non sono Lisa. Deve aver sbagliato persona.
Somiglia a Lisa, la ragazza di Angelo, mi scusi sa.

Penso che sia un caso che il mio attuale ragazzo si chiami come quello di una Lisa XY, e che io e Lisa YY ci somigliamo. Ma sono una strega, vedo cose che non ci sono, e soprattutto parlo troppo.

Beh conosco un Angelo, ma dubito sia lo stesso. Di Angelo.
Abita vicino al centro sportivo, quello comunale. Corre spesso, ha un cane gigante e molto, come dire, molto bavoso. Lui è alto e moro. E’ un caro ragazzo sa…

Mi mordicchio l’unghia con quell’espressione da alunno chiamato per l’interrogazione il lunedì mattina. Maestra, ce l’ha con me? No, non è pottibile maestra. Non può avercela proprio con me.

Sì forse è lui, dico. L’Angelo che conosco io potrebbe essere il suo Angelo. Ma Lisa… Lisa  non so chi sia, non la conosco.
Esito, poi mi tuffo dalla rupe a testa in giù senza tapparmi il naso, e neppure la bocca.
Ma… chi è Lisa?, chiedo.

Penso che in fondo non voglio sapere chi sia Lisa. Penso che Lisa è il mio iceberg. E che io sono il Titanic. E che sanno tutti come è andata alla fine. E che non me lo merito.

Lisa è la ragazza di Angelo. E’ la mia vicina di casa, e spesso ho visto Angelo dalle nostre parti. L’ho conosciuto così in effetti, sul pianerottolo, fuori dalla porta della Lisa.

Sto imbarcando acqua. Rose e Jack saranno contenti di suggellare il loro amore affogando nelle gelide onde dell’Atlantico, ma io voglio tornare a casa sulla scialuppa. Sento il petto strettissimo sotto il reggiseno. Devono essermi cresciuti i polmoni, o il seno, in questi ultimi minuti. Mi fa male respirare.

Ah. Beh no, Lisa non l’ho mai incontrata. Cioè conosciuta. Ma mi dica, stanno ancora assieme?
Bah, suppongo. Li ho visti portare fuori il cane ancora qualche settimana fa. Quell’animale è una cosa assurda. Abbaia sempre quando mi vede. E sì che ormai sono due anni che bazzica l’appartamento di Lisa… mah vabbe’.

VABBE’ un emerito cazzo! Qui nessuno dice vabbe’, chiacchierona di una sconosciuta. Qui nessuno lascia la nave. Qui adesso tu sei in ostaggio.

Ma ne è sicura signora? Perché io conosco …

Angelo si materializza dietro le spalle dell’ignara dalla bocca larga. Io rapitore, lui negoziatore. Lo ha capito al volo. D’altronde è furbo il mio ragazzo. E pure quello di Lisa, a quanto pare.

Buongiorno signora Ada! Vuole che l’aiuti con le borse? Gliele carico in macchina? Così ci mette meno, e non si sforza.
Angelo caro! Stavo parlando di te con la signorina qui… Che coincidenza! Pensa che per caso ci siamo incontrate, perché io l’ho scambiata per la Lisa…

ALLARME ROSSO. ABBANDONARE LA NAVE. NON RIPETERE MAI Più IL NOME LISA.

Angelo gioca al sordomuto. Non risponde, sorride alla signora, si carica tre borse tre!, piene zeppe di cibarie e detersivi, cavalca verso la macchina di Ada, l’ostaggio innocente.
Io non mi muovo, continuo a ciucciarmi il polpastrello da circa dieci minuti.
Angelo torna, Ada è stata liberata.

Non so cosa ti abbia detto…
Che è due anni che il tuo cane anaffettivo le abbaia contro quando tu e la tua ragazza, LA LISA, scendete le scale, quelle dell’appartamento vicino alla stazione, per  portarlo a pascolare nelle aiuole comunali.
Aspetta lasciami spiegare…
Dimenticavo, ha detto anche che sei un caro ragazzo. Sì, questo va detto. Tu sei un caro ragazzo in effetti.
Non sto con Lisa. Siamo stati insieme sì, ma è finita, cioè non è neppure mai iniziata a dirla tutta…
L’analisi filologica del vostro rapporto non e’ esattamente quello che definirei argomento di discussione interessante.
Non sto con Lisa.

Angelo è uguale a quando l’ho notato la prima volta. Mi piace: è più forte di me, del mio sarcasmo, del mio ragionamento. Alcuni riccioli gli rimangono inspiegabilmente appiccicati alla fronte, altri puntano ribelli verso il cielo. La barba gli cresce 24/7, e lui non le sta dietro. La sua idea di stile combacia con quella di un dodicenne degli anni Settanta: ovvero indossa le Convers non perché sia alla moda, semplicemente non è al corrente dell’esistenza di altri modelli di scarpe sul mercato.

Ascoltami un attimo, devi lasciarmi spiegare.
Sono stordita. Non so cosa dire. Non so cosa dirgli.

Io e Lisa siamo usciti sì, ci conosciamo da anni, siamo stati anche insieme.
Cristo mi viene da vomitare.
Non è mai finita perché di fatto non è mai iniziata… sesso tra amici, a.mi.ci. …
Ah ma scopate solo! Fantastico, cambia tutto. Me lo dicevi al pronti via e adesso ti starei già a chiedere quale colore preferisci per la carta da parati della nostra cucina.
Non scopiamo più. Siamo rimasti amici. E lo so che adesso non capisci, ma è un malinteso se pensi che io abbia fatto lo stronzo.

Ho la lingua impastata, un miscuglio salatissimo di muco e lacrime trattenute. Non ho un fazzoletto con me, e non gli darò la soddisfazione di porgermene uno.

Ohi, non avrei potuto. Non sono così. Forse all’inizio era un gioco, ma adesso…
Adesso siamo un trio.
… adesso facciamo sul serio noi due, no?
Fammi la cortesia di non dirmi che sei innamorato di me dieci minuti dopo che la signora Ada mi ha confidato la tua tresca sesso e rockanrolla con la sua vicina di casa.
Non voglio discutere così, non ce n’è motivo  e tu stai esagerando. E non dirmi quando devo dirti se sono o meno innamorato. Non sei tu a decidere chi fa cosa, quando e perché. Siamo in due, e se adesso sei offesa e ferita, mi spiace, ma non sarò il tuo pungyball per una cosa mai successa.

Siccome non so se ve l’ho detto, all’inizio di questa storia, ma Angelo possiede il polso di ferro di un centurione romano che ordina ‘Testuggine!’ per trucidare i barbari nelle Highlands di Scozia, decide di tagliare la conversazione e mollarmi lì.
Io continuo a ciucciarmi l’indice, il supermercato ha chiuso e non sono riuscita a fare la spesa.
Cazzo no, un’altra volta colazione  senza latte no! 

domenica 5 febbraio 2012

Michelle ma belle

"Amiche, amici.
Signore, Signori."

E' il tuo attacco?
Non funziona eh...
No tesoro. Io mi alzerei e me ne andrei a vomitare, fossi presente.
Lo so Michelle, c'è qualcosa che non mi torna. 
Sei stanco. Presumo sia la stanchezza. 
Non so dove sbattere la testa.
Ma piantala. E' normale. Sei sotto pressione, niente di più. In quattro anni mi sei diventato persino brizzolato! Ti ho visto messo male, una sera, dopo il voto al Congresso per quella tassa del sulle case farmaceutiche, ecco, quella sera hai presente? Pensavo saresti collassato sul divano. Ho avuto paura.
Si vede eh!? Si vede che ho esaurito le batterie, vero Michi?
Quattro anni sulla breccia. Quel mulo di Sarah Palin contro. La peggiore recessione dagli anni Trenta. Una guerra da combattere, e pure un cazzo di Nobel per la pace. Accordato sulla fiducia, diciamocelo. Non tralasciamo Haiti, New Orleans, i ragazzi a Wall Street. Le lobby assicurative, e le nostre bambine. Sei stato il padre della nazione, in certi momenti del pianeta. Troppe aspettative. Ma tu sei una persona per bene. E io.. ah io guarda ho persino ballato da Ellen Degeneres per te e i tuoi voti. Dove la trovi una First Moglie così mh!?
Mi sono perso Michelle, mi sono perso. La campagna elettorale è già on the run, e io mi sono perso al 'pronti via'. Non sono quello del 2008. Non so se ce la faccio. Non lo so.
Ciò che facciamo in vita, riecheggia nel'eternità. Lo assicura Russel Crowe travestito da gradiatore, ricordi? Il peso che avverti, l'incertezza, lo scoramento... sono sensazioni umane, contingenti, relative. Non soccombere, vai avanti. Hai un avvenire splendido, e un'eternità assicurata.
Assicurata?
Certo, sei sempre nelle mie preghiere amore. E alla fine è questo che ti salverà il culo. Buonanotte.