mercoledì 26 novembre 2014

Qualcuno sta crescendo qui attorno

Ciao lettori

Vivienne, la dolcezza dagli occhi grandi e il pannolino sempre pieno, cresce.
Per chi fosse nuovo e non la conoscesse, ecco la prima storia della saga Queen Vivienne I

Per tutti gli altri che non hanno bisogno di ripassare, Enjoy #dentini e #futurodaurlo


Mi chiedevo quando sarebbe accaduto; dopotutto non è la figlia di Zeus e Artemide, è umana e un momento di delirio le è concesso, nonostante per me sia una Babyciambella venuta col buco e una spolverata di zucchero a velo tutt'intorno.

Vivienne ha avuto la sua prima crisi isterica, e se siete madri o padri, forse avete intuito cosa intendo.
Era una di quelle notti di sesso silenzioso al limite dell'umano, 'altrimenti svegliamo a bambina che sonnecchia a un metro da noi, e ti appendo se svegliamo la bambina'. Avevamo anche finito, ed eravamo stati due draghi: l'esercizio evidentemente aiutava, non era una diceria da personal trainer. Leggeri e muti, ci siamo concessi giusto un afflato più spinto sul finale, consentito dal decalogo del genitore perfetto. Ho controllato, fidatevi, si può miagolare un po'.
Vivienne era crollata al solito orario la sera prima, io ero soddisfatta e mi stavo puntando i gradi di mammasyan sopra il cuore che batteva ancora forte.
A un passo dall'appagamento quasi completo, mia figlia mi ha riportata coi piedi per terra.

Saranno state le cinque del mattino, Viv ha iniziato a piangere sotto le coperte, poi si è alzata in piedi, tentando di scavalcare la sbarra del letto, infine le ha tirato una capocciata suicida. Suo padre si è alzato prima che infilasse le dita nella presa della corrente, come atto estremo di richiesta d'attenzione.
Si sono fatti si e no 1000 m avanti e indietro, dalla cucina al bagno, con lui che emetteva un ronzio che sarebbe stato narcotizzante per chiunque, eccetto che per la desperada col pigiamino.
Mezzora dopo la camminata tra le mura domestiche, sono entrati in stanza. 'Non si placa, provaci tu', ha detto massaggiandole la schiena con il palmo della mano, mentre la teneva sdraiata a pancia in giù, stesa sul suo avambraccio. Così mi sono tirata in piedi, l'ho presa dalle sue braccia, e praticamente immobile ho iniziato a cullarla, come per farle venire il mal di mare. 'Se stai ferma, non smette', ha commentato il genio che fino a due minuti prima sembrava Pietro Mennea intramuros. 'Con me funziona, sta' a vedere. Lei sa che, se iniziassi a camminare per casa a quest'ora e con meno di due ore di sonno in corpo, andremmo entrambe a sbattere sul frigo. E' addestrata per sopravvivere'.

Viv ha smentito la mia tesi: ha urlato fino le nove del mattino, le nove! Non pensavo fosse possibile emettere suoni così acuti per un lasso di tempo tanto lungo, e ci siamo preoccupati: era asciutta, aveva fatto la vagonata di cacca come sempre, non aveva macchie sul corpo, muoveva mani e piedi se la pizzicavo, naso e gola erano liberi. Non era calda, non eccessivamente, se considerate che comunque tutto quel piangere l'aveva un po' agitata e arrossata.

Nel dubbio siamo andati al pronto soccorso: la prima volta sul set di E.R. per la Babystarlette. Anche in sala d'attesa Viv ha dato di matto, agitando i pazienti presenti. Un signore mi ha suggerito di sculacciarla e farle brutto: scusa, Erode, ma chi ti ha chiesto niente.

Finalmente è arrivato il nostro turno e il medico ha dato un'occhiata alla pupa.
Le ha fatto una lastra, per vedere se il pancino era ok. E il pancino era ok. Poi la prova dei riflessi, che è una specie di bungee jumpin' per unenni: l'ha presa per le caviglie  e capovolta con una mossa alla Flash Gordon, repentina e improvvisa. Vivienne sembrava un salame, a testa in giù, un tantino disorientata ma sempre sul pezzo: cioè strillava contro l'ospedale intero, geriatria compresa.
Infine, controllandole le gengive, ha scoperto cosa avesse: lo squaletto stava mettendo altri denti.
Era strano non avesse la febbre, ma poteva capitare in alcuni casi, ha detto il dottore, salutandoci mentre Vivienne ancora strillava.
___

Se, quindi, pensate sia tutto una gioia e una risata, solo perché il mio modo di descrivervelo effettivamente lo fa sembrare tale, siete fuori strada.
Vivienne sta crescendo; non è neppure una pre-adolescente, e non mi odia ancora, ma è già durissima.
Specialmente se seguite la logica schiacciante: se un nuovo dentino la fa sembrare Tina Turner scuoiata da Ike, non oso immaginare cosa ci riserverà il futuro :)

lunedì 24 novembre 2014

#1 Contest Tale! And the winners are

Ciao lettori

Il contest su fb ha due vincitori, nonché unici competitors eheh. Anyway, ecco una storia scritta per due innamorati, entrambi miei amici, che per l'occasione vestono i panni di Beyoncé e Paul Banks.

Il sottofondo sarebbe un po' di QUESTO, un po'  di QUESTO, un po' di  QUEST'ALTRO e un po' di QUESTO ANCHE

Scatenatevi, e come sempre Enjoy 


Alcuni giorni mi sveglio e sono Beyoncé; davvero, non scherzo, cosa ridete? Il bootylicious che mi ritrovo ondeggia da solo e a quel punto non c'è molto da fare, se non assecondarlo. Dal fruttivendolo do un po' nell'occhio in effetti, col parruccone ricciolone e gli anelli d'oro zecchino alle dita, e il parroco stenta a riconoscermi quando lo saluto dall'altro lato della strada. Ma è la mia indole, il mio istinto, la mia natura, ed è impossibile azzittire la blackmama soul che mi ssshakera sotto il seno florido, quando mi ritrovo a cantare con la spazzola per i capelli tra le mani. Alle 7.30 del mattino, tanto per dire.

Fortunatamente ho una famiglia che mi vuole bene a prescindere dalla lunghezza dei miei hot pants, in primis il mio amore, anche lui un tipino very special.
Paul canta, e suona, e scrive i testi, e poi canta e suona ancora: ci vuole pazienza quando è ispirato e attacca l'ampli, e la cena lentamente si scuoce. Ma il suo timbro di voce mi accartoccia ancora l'intestino, dopo tutti questi anni; è lui il frontman delle mie serate segrete al terzo piano del nostro palazzo in centro.

Anche se non lo direste, Paul ed io siamo due anime affiatate, in virtù delle qualità che ci accomunano sotto questo cielo così mortale e così modesto.
Siamo intelligenti, attenti, pensiamo con le nostre teste, articoliamo concetti chiari, rivediamo i nostri punti di vista, coltiviamo i nostri dubbi, e ci amiamo ovviamente.
Non siamo radical (figuriamoci chic), e ci contraddistingue una sensibilità estetica che #scusatemela. Ricordo un matrimonio a cui prendemmo parte, anni fa ormai, e ricordo ancor meglio le facce degli altri invitati al nostro arrivo: boom-boom-bomba!

Col tempo è capitato avessimo anche voglia di fare un figlio, e di sposarci. Così l'abbiamo fatto: sia il pargolo, che l'unione delle nostre vite. La creatura che ho messo al mondo e che Paul ha stretto, per primo, tra le braccia, ha molto da imparare negli anni che l'aspettano: spartiti, libri, nomi di animali e di tinture per capelli, non necessariamente in quest'ordine. L'amiamo moltissimo, e si vede, poiché non lo nascondiamo mai, soprattutto a lei.

La sera ci alterniamo di fronte alla culla, e facciamo a gara per le ninne nanne e i giochi di fine giornata, mentre la vicina non ha ancora scelto se lamentarsi più quando Paul strimpella con la chitarra acustica le note di una vecchia hit, o quando io mi agito sul letto con l'ultimo singolo di M.I.A.
Poverina, la vicina dico, poverina. Se solo bussasse alla porta, la faremmo accomodare e partecipare: amiamo le feste, anche quelle improvvisate e con gli anziani che bevono camomilla sulla sedia a dondolo; chiunque, se stimolato correttamente, può sciogliersi un po'.
A questo proposito, se siete in Italia, ci vediamo attorno gennaio: Paul sarà in tour con la band e mi sa che una capatina la farò pure io, chissà che ci scappi la sorpresa sul palco. Insieme facciamo invidia al mondo; valiamo il prezzo del biglietto, della prevendita e delle commissioni di servizio che, non vorrei alzare un polverone, ma hanno un prezzo esagerato. Come le zucchine del mio fruttivendolo.

Love (on Top),
yours Bey

martedì 11 novembre 2014

A Nighty Tale for my Baby

Ciao lettori

Se la osservo bene, Vivienne ha un che di little squirrel questa sera: sta finendo le noccioline avanzate dell'ape, e siamo entrambe sedute sul bordo della vasca da bagno mentre cerco di togliermi il trucco, quando le racconto del giorno in cui incontrai suo padre.

Enjoy 


'Non voglio che te ne vada stasera'.
Lo afferrai all'ultimo secondo, chiedendogli di ballare, anzi Viv, se sapeva ballare. Secondo me sì, era in grado, e comunque non stavo cercando Fred Astaire, gli dissi. 'Peccato sai, perché invece sono proprio bravo, ho studiato e non perdo tempo con chi s'improvvisa. In linea generale, anzi, non ho tempo da perdere in assoluto'.

Vivienne sembra riconoscere l'umorismo del padre: o l'umorismo o la spocchia, se conoscete il confine. Quindi, con il collo incassato fra le spalle, alza la testa verso di me e spara un sorrisetto ad occhi strizzati, che significa 'Ihihih, ti ha presa per il culo, mami'.

Glielo richiesi Viv: 'Va bene, me lo annoto: non-perde-maaai-tempo. Adesso, per favore, balleresti con me?'.

Vivi sembra riconoscere l'indole debosciata della madre: con il collo ormai perso nelle pieghe del pigiama, spinge la testa ancora più indietro, e batte le mani mostrandomi le gengive rosate e qualche dente in fase di crescita. 'Buahaha mamma, sei la migliore'.

Mi disse che, se lo imploravo così, non poteva però rifiutare. Lo lasciai fare Vivi, non m'importava puntualizzare, avevo troppa voglia di trovarmelo incollato addosso, e se avessi continuato a rispondergli mi sarei ritrovata sola in mezzo alla pista.

La mia bambina sgranocchia l'ultima nocciolina, assicurandosi con perizia di non averne lasciata alcuna sul pavimento, e inizia a mostrarmi i palmi della mani sporche di sale e saliva: vuole venire in braccio, per il gran finale della favola della buonanotte. Me la carico, chiedendole se per favore può evitare di imbrattarmi la maglietta pulita, e Vivi ha già affondato le sue guance da Cip o Ciop sul mio petto.

Così non gli risposi, impalata e con il freddo che incalzava dalle porte aperte del locale, con la pelle d'oca ovunque. 'Vieni qui dai, è facile: attenta a non pestarmi i piedi e tieni alta la testa, non guardare in basso che non serve.'

Mia figlia ha l'occhio stanco di Morfeo, sbatte a fatica le palpebre trasparenti, creando un'impercettibile onda sonora col movimento delle ciglia. Le soffio sul capo, per alzarle la cresta di peli sottilissimi e dorati, e farle un piccolo dispetto, disturbandola mentre cerca di addormentarsi. Così Vivienne socchiude l'occhio sinistro, 'Ti concedo due minuti mamma, poi nanna per tutti'. Il finale glielo racconto nell'orecchio, mangiucchiandole il collo ritrovato.

Con grande sforzo tenni le mani in vista e il viso ben in alto, seguendo il suo consiglio; anche se questo mi fece inciampare sui suoi piedi almeno una volta. Mi prese in giro, dicendomi che le scarpe erano nuove e che qualche lezione per ondeggiare composta avrei potuto prenderla. Era carico, e mi piaceva non dover fare assolutamente nulla, eccetto ballare ovviamente.
Ma dissi io l'ultima frase, poiché la canzone era quasi finita e non mi piaceva l'idea di trovarci senza colonna sonora al momento dei saluti. 'Non voglio che te ne vada stasera.'

Vivienne ha perso il finale pirotecnico, ma avendo quattordici mesi meglio così.

domenica 9 novembre 2014

Electricity by Stella and Mike

Ciao lettori

Vi abbiamo lasciato un chiaro indizio su Fb.
L'ispirazione della nuova storia viene dritta dalla ganassa sorridente di Michael Fassbender, che sembra sussurrare: "Risolleva il tuo animo, mystella, domani è sempre un altro giorno".
Soundtrack Come Together by Primal Scream

Enjoy elettricità a costo zero


Stella si prepara come al solito, entusiasta di fronte allo specchio che le dice bene, grazie alla tisana sgonfiante alle bacche di un frutto importato dal Brasile, che drena l'impossibile. La forma fisica è merito dell'esercizio che ha ripreso a fare, non esattamente con diligenza e metodo, quanto più intensamente in giorni randomici della settimana, una o due volte al mese. Si sveglia al mattino, si sente l'energia sbattere dentro fin dal caffè delle 7, si strofina il viso canticchiando la JLo del 1998, salta i gradini delle scale due a due mentre la portinaia fa la ola salutandola. In questi giorni asseconda una nuova atleticità, consapevole che, ad ogni modo, entro 48 ore sarà tutto finito e tornerà ad abbracciare il cuscino.

Fasciata come il Domopack sul pollo, le calze ipercoprenti coloratissime richiamano la nuance del cappotto e, #classic, gli stivali la alzano di almeno 7 cm dal suolo scivoloso. Passeggia con piglio nella sera, è galvanizzata e ha evitato l'oroscopo, al diavolo gli astri e i pianeti gassosi.

E' in questa circostanza che incontra Michael, per cui vale la pena spendere un paio di parole e prestare un pizzico d'attenzione. Smaliziato, adulto, Mike muoveva le mani mimando una scena all'amico poco distante, che però Stella faticava ad interpretare. Così, incuriosita da gesti e suoni a lei muti, la nostra stellina capitolò dolce, colpita sotto la cintura, e le calze ipercoprenti.

Come un artigiano esperto e saggio, calibrato dall'esperienza, o un mago che stupisce senza rivelare i propri trucchi, Mike le ha sorriso in una smorfia di piacere, e ozio, e poi piacere ancora.

Il mattino dopo tutto è tornato come prima: piove, i piedi le fanno male a causa dei 7 cm, le strade sono piene di merde di cani abbandonate. Stella è nuovamente pigra, ma con un sorrisetto delizioso, molto simile a quello di Mike poche ore prima.
Lo sciopero dei mezzi le fa un baffo, il controllore ha un tono gentile, l'ombrello si apre al primo click.

mercoledì 5 novembre 2014

Una coperta per Vivienne (We love to celebrate for no reason)

Ciao lettori

La Babyboom cammina a tre zampe, ma ha intuito come funziona il moon-walking. 
Le ho comprato un paio di ginocchiere, affinché i parenti non pensino la stia educando con la mazza dei Nets.

Viv va a nanna su una canzone che le canto spesso, enjoy my private ballerina.


All'asilo le maestre di Vivienne mi chiedono gentilissime se mi sia ripresa, perché non mi hanno vista per un po'. Si augurano la mia salute capricciosa si sia data una calmata, e che l'aria fresca di montagna sia stata un toccasana per il mio fisico. Chissà a cosa si riferiscono queste squinternate, chissà.
Le altre mamme, le donne che non scappano abbandonando creme parabens-free per i culi dei loro figli, mi domandano se in Cile tirasse molto vento, questa estate. Chiedo delucidazioni al mio compagno, il quale si è fatto prendere la mano con le giustificazioni inventate.
Il Cile!? Il Cile!?!? Davvero dai... Il Cile!?!?!? 'Scusa, ma sarebbe stato troppo facile altrimenti. Un po' devi faticare'.
Al mattino ora, accomiatandomi dalle altre madri, è un susseguirsi di 'Hola Chiquita, Hasta la Victoria!'; forse dovrei applicarmi, e ampliare il lessico spagnolo.

Parentesi andina a parte, la fatica di questo periodo sta tutta nella ricerca di una coperta per il letto di Vivienne. E' un bel letto, ed è il centro delle sue giornate al momento: le piace sedercisi come una dama di inizio Novecento, e ascoltarmi mentre le spiego i fatti della vita, oppure rotolarcisi con il gatto della vicina che entra ogni tanto dalla finestra, e ovviamente perdere il contegno e farsi solleticare l'impossibile dopo il bagno caldo. La topina di casa se la gode.

Ho deciso di riscaldarle l'autunno regalandole qualcosa che sia solo suo, e che possa riusare nel tempo, anche fra trent'anni, e le inneschi una girandola di ricordi, più o meno felici, ma vivi e profumati e colorati e parlanti nella sua crapina.
Dalla possibile lista ho eliminato i pastelli di cera, i libri di gomma per i bambini sotto i 12 mesi, il booklet dell'ultimo cd degli Arcade Fire, i mestoli della cucina e gli elenchi ingialliti della SIP, che teniamo incolonnati all'ingresso, perché ci piace curiosare i cognomi delle città italiane. Sono tutte cose per cui esce pazza, e che Vivi usa quotidianamente, ma troppo legate alla sua vita da unenne.
In mente invece ho qualcosa che non sia un gioco, ma un oggetto trasportabile, lavabile, e che non sia commestibile, altrimenti ciao banda!, la babytopa ha una fame da lupacchiotta, e non si tiene di fronte a niente e nessuno.

Dopo un'attenta pensata, ho trovato il regalo che cercavo, e l'ho ordinato online.
Stasera, dopo averla fatta roteare tra le mie braccia con questa in sottofondo 'Real Hero' live performed by Electric Youth, infischiandocene del  vicino brontolone per il rumore dello stereo, l'ho messa a letto sotto strati molteplici di piume e una mooorbida sciarpa di lana e seta, che sembra fatta apposta per il suo lettino da Ghetto Queen.

Sperò diventerà il suo vessillo, che, un giorno lontanissimo in una galassia ancora inesplorata da Yankees e Russi, svetterà in cima alla sua navicella spaziale.

sabato 1 novembre 2014

Our Dinner Guitar Hero

Ciao lettori

Questa la dedichiamo a una lettrice romana/salentina/ex lombarda, capitata in casa un po' di volte, appassionatissima alle #crazytales. Essendo sabato, diamo spazio ai nani sotto il tavolo.

Colonna sonora consigliata per le vostre cene Laaaayla, you've got me on my knees

Enjoy 


E' una sera infrasettimanale, l'arrosto speziato e una bottiglia di rosso corposo e profumatissimo - da cui non riesco a staccarmi, deliziano l'atmosfera. Presto attenzione ai discorsi a tavola, ai racconti divertenti e ai nomi delle persone che ho appena conosciuto; colgo la scintilla tra una coppia affiatata ma, azzardando un commento infondato, ancora ai blocchi di partenza. Accenno un imbarazzatissimo sorriso a lei, ché mi ha sgamata: scusa non volevo intromettermi nel cheek-to-cheek, mi è caduto l'occhio. Spero le arrivi il messaggio, altrimenti m scambierà per una di quelle invitate dell'ultimo minuto, a ruota di uno degli ospiti, che non c'entra molto con il resto del gruppo.

In realtà sono esattamente la tizia capitata per caso nella compagnia solida e compatta, la rondine in ottobre, il calamaro in Trentino, la balenottera nella Jaccuzzi. Tento di non darlo a vedere, ma ogni frase che mi esce puzza di fatica sovrumana, poiché è generata da un flusso logico esponenzialmente accelerato: dire la cosa giusta al momento giusto brucia grassi. Svelato come mantengo il fisichino.

All'improvviso mi accorgo che ho finito il vino; o io, o i nani che di sicuro siedono sotto il tavolo ed escono quando gli altri sono distratti, delle due l'una. Questo pensiero, quello dei nani, mi fa capire che sono brilla come  mio nonno al suo ottantanovesimo compleanno, quando la festa finì in vacca perché, come mi sussurrò egli stesso, 'Mi manca tua nonna, bevo così poi la vedo in ognuno di voi'. Svelato il segreto dell'amore eterno.

Tre quarti della bottiglia galleggiano nel mio stomaco e infatti sono leggerissima, e mi sciolgo in tre-due-uno-go!!! Inizia lo spettacolo e il ragazzo con cui sono arrivata, l'unico che appunto conosco, mi ha riportato quanto segue.

'Sei stata amabile, un pasticcino fragrante di pasta di mandorle affondato nella crema pasticcera. Ti abbracciavi tutti e hai indugiato sul bicipite scoperto di un mio amico quell'attimo in più perché la sua fidanzata ti mandasse, altrettanto amabilmente, a farti un giro. Hai riso di fronte all'offesa pubblica, abbracciando pure lei, che mi ha guardato imbarazzata.
Ti sei ripresa, finendo tutto quello che avevi nel piatto e chiedendo il bis di patate. MOLTO.BUONE.GRAZIE.ANCORA.
A quel punto il mio amico ti ha porto nuovamente il braccio, con il beneplacito della sua ragazza che ha capito la situazione. Eri innocua e molto affamata, tant'è che mi ha chiesto se ti avessi trovata in fila per il rancio. Nessuna dichiarazione ufficiale a riguardo, le ho detto.
Sono trascorse due ore piene, è passato altro vino che hai evitato di versarti. Ubriaca ma diligente, un soldato addestrato.
Hai chiacchierato molto, come sai fare benissimo: la lingua sciolta, i capelli tra me mani, gli orecchini che ciondolavano sul collo, e penso il bottone dei jeans in tensione, considerando le patate e tutto il resto. Ti sei scolata due amari, con la scusa della digestione, caffè e, sulla porta, prima di uscire, hai abbracciato nuovamente tutti.
Ma secondo me, qui avevi già smaltito il rosso di inizio serata. Credo ti siano piaciuti per davvero, credo ti sia divertita.'

E' vero, a fine cena ero sobria, anche se in testa mi ronzava la chitarra di Eric Clapton, e quel motivetto che i nani, ve lo giuro, cantavano sotto il tavolo, tra le gambe degli ospiti.