martedì 11 novembre 2014

A Nighty Tale for my Baby

Ciao lettori

Se la osservo bene, Vivienne ha un che di little squirrel questa sera: sta finendo le noccioline avanzate dell'ape, e siamo entrambe sedute sul bordo della vasca da bagno mentre cerco di togliermi il trucco, quando le racconto del giorno in cui incontrai suo padre.

Enjoy 


'Non voglio che te ne vada stasera'.
Lo afferrai all'ultimo secondo, chiedendogli di ballare, anzi Viv, se sapeva ballare. Secondo me sì, era in grado, e comunque non stavo cercando Fred Astaire, gli dissi. 'Peccato sai, perché invece sono proprio bravo, ho studiato e non perdo tempo con chi s'improvvisa. In linea generale, anzi, non ho tempo da perdere in assoluto'.

Vivienne sembra riconoscere l'umorismo del padre: o l'umorismo o la spocchia, se conoscete il confine. Quindi, con il collo incassato fra le spalle, alza la testa verso di me e spara un sorrisetto ad occhi strizzati, che significa 'Ihihih, ti ha presa per il culo, mami'.

Glielo richiesi Viv: 'Va bene, me lo annoto: non-perde-maaai-tempo. Adesso, per favore, balleresti con me?'.

Vivi sembra riconoscere l'indole debosciata della madre: con il collo ormai perso nelle pieghe del pigiama, spinge la testa ancora più indietro, e batte le mani mostrandomi le gengive rosate e qualche dente in fase di crescita. 'Buahaha mamma, sei la migliore'.

Mi disse che, se lo imploravo così, non poteva però rifiutare. Lo lasciai fare Vivi, non m'importava puntualizzare, avevo troppa voglia di trovarmelo incollato addosso, e se avessi continuato a rispondergli mi sarei ritrovata sola in mezzo alla pista.

La mia bambina sgranocchia l'ultima nocciolina, assicurandosi con perizia di non averne lasciata alcuna sul pavimento, e inizia a mostrarmi i palmi della mani sporche di sale e saliva: vuole venire in braccio, per il gran finale della favola della buonanotte. Me la carico, chiedendole se per favore può evitare di imbrattarmi la maglietta pulita, e Vivi ha già affondato le sue guance da Cip o Ciop sul mio petto.

Così non gli risposi, impalata e con il freddo che incalzava dalle porte aperte del locale, con la pelle d'oca ovunque. 'Vieni qui dai, è facile: attenta a non pestarmi i piedi e tieni alta la testa, non guardare in basso che non serve.'

Mia figlia ha l'occhio stanco di Morfeo, sbatte a fatica le palpebre trasparenti, creando un'impercettibile onda sonora col movimento delle ciglia. Le soffio sul capo, per alzarle la cresta di peli sottilissimi e dorati, e farle un piccolo dispetto, disturbandola mentre cerca di addormentarsi. Così Vivienne socchiude l'occhio sinistro, 'Ti concedo due minuti mamma, poi nanna per tutti'. Il finale glielo racconto nell'orecchio, mangiucchiandole il collo ritrovato.

Con grande sforzo tenni le mani in vista e il viso ben in alto, seguendo il suo consiglio; anche se questo mi fece inciampare sui suoi piedi almeno una volta. Mi prese in giro, dicendomi che le scarpe erano nuove e che qualche lezione per ondeggiare composta avrei potuto prenderla. Era carico, e mi piaceva non dover fare assolutamente nulla, eccetto ballare ovviamente.
Ma dissi io l'ultima frase, poiché la canzone era quasi finita e non mi piaceva l'idea di trovarci senza colonna sonora al momento dei saluti. 'Non voglio che te ne vada stasera.'

Vivienne ha perso il finale pirotecnico, ma avendo quattordici mesi meglio così.

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