sabato 1 novembre 2014

Our Dinner Guitar Hero

Ciao lettori

Questa la dedichiamo a una lettrice romana/salentina/ex lombarda, capitata in casa un po' di volte, appassionatissima alle #crazytales. Essendo sabato, diamo spazio ai nani sotto il tavolo.

Colonna sonora consigliata per le vostre cene Laaaayla, you've got me on my knees

Enjoy 


E' una sera infrasettimanale, l'arrosto speziato e una bottiglia di rosso corposo e profumatissimo - da cui non riesco a staccarmi, deliziano l'atmosfera. Presto attenzione ai discorsi a tavola, ai racconti divertenti e ai nomi delle persone che ho appena conosciuto; colgo la scintilla tra una coppia affiatata ma, azzardando un commento infondato, ancora ai blocchi di partenza. Accenno un imbarazzatissimo sorriso a lei, ché mi ha sgamata: scusa non volevo intromettermi nel cheek-to-cheek, mi è caduto l'occhio. Spero le arrivi il messaggio, altrimenti m scambierà per una di quelle invitate dell'ultimo minuto, a ruota di uno degli ospiti, che non c'entra molto con il resto del gruppo.

In realtà sono esattamente la tizia capitata per caso nella compagnia solida e compatta, la rondine in ottobre, il calamaro in Trentino, la balenottera nella Jaccuzzi. Tento di non darlo a vedere, ma ogni frase che mi esce puzza di fatica sovrumana, poiché è generata da un flusso logico esponenzialmente accelerato: dire la cosa giusta al momento giusto brucia grassi. Svelato come mantengo il fisichino.

All'improvviso mi accorgo che ho finito il vino; o io, o i nani che di sicuro siedono sotto il tavolo ed escono quando gli altri sono distratti, delle due l'una. Questo pensiero, quello dei nani, mi fa capire che sono brilla come  mio nonno al suo ottantanovesimo compleanno, quando la festa finì in vacca perché, come mi sussurrò egli stesso, 'Mi manca tua nonna, bevo così poi la vedo in ognuno di voi'. Svelato il segreto dell'amore eterno.

Tre quarti della bottiglia galleggiano nel mio stomaco e infatti sono leggerissima, e mi sciolgo in tre-due-uno-go!!! Inizia lo spettacolo e il ragazzo con cui sono arrivata, l'unico che appunto conosco, mi ha riportato quanto segue.

'Sei stata amabile, un pasticcino fragrante di pasta di mandorle affondato nella crema pasticcera. Ti abbracciavi tutti e hai indugiato sul bicipite scoperto di un mio amico quell'attimo in più perché la sua fidanzata ti mandasse, altrettanto amabilmente, a farti un giro. Hai riso di fronte all'offesa pubblica, abbracciando pure lei, che mi ha guardato imbarazzata.
Ti sei ripresa, finendo tutto quello che avevi nel piatto e chiedendo il bis di patate. MOLTO.BUONE.GRAZIE.ANCORA.
A quel punto il mio amico ti ha porto nuovamente il braccio, con il beneplacito della sua ragazza che ha capito la situazione. Eri innocua e molto affamata, tant'è che mi ha chiesto se ti avessi trovata in fila per il rancio. Nessuna dichiarazione ufficiale a riguardo, le ho detto.
Sono trascorse due ore piene, è passato altro vino che hai evitato di versarti. Ubriaca ma diligente, un soldato addestrato.
Hai chiacchierato molto, come sai fare benissimo: la lingua sciolta, i capelli tra me mani, gli orecchini che ciondolavano sul collo, e penso il bottone dei jeans in tensione, considerando le patate e tutto il resto. Ti sei scolata due amari, con la scusa della digestione, caffè e, sulla porta, prima di uscire, hai abbracciato nuovamente tutti.
Ma secondo me, qui avevi già smaltito il rosso di inizio serata. Credo ti siano piaciuti per davvero, credo ti sia divertita.'

E' vero, a fine cena ero sobria, anche se in testa mi ronzava la chitarra di Eric Clapton, e quel motivetto che i nani, ve lo giuro, cantavano sotto il tavolo, tra le gambe degli ospiti.

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