giovedì 26 novembre 2020

And I would put them back in poetry, If I only knew how (cit.)

Ciao lettori,
questa storia è intima, perciò universale.
Non si scrive mai di ciò che non si conosce: non solo di esperienza parlo, lo studio e la ricerca possono aiutare. Il punto è che non si arriva in fondo alla pagina, barando.

Questa è una storia abbozzata a metà maggio 2020, vale a dire mille vite fa, per quanto mi riguarda.
Gli ultimi anni passati lenti, gli ultimi mesi densi come un plumcake appiccicato al palato. 
Lo riassumono bene i francesi: c'est la vie, pas de souci.

Emozioni forti, che non avrei sperimentato senza la musica di un compositore romano compagno di classe di Sergio Leone (il caso, che genio), che ci ha lasciati proprio questa estate.
Vale a dire la natura feroce e generatrice dell'amore, l'epica dell'amicizia, la fine necessaria delle cose.

Ho ripescato questa storia oggi, a distanza di mesi densi dicevo, e oggi ha un senso pubblicarla. 
In sottofondo, Florence: All This and Heaven Too

Buona lettura, buona serata
Maddalena (obissiboi)


"Nessuno ti amerà, come ti ho amata io".
Me lo ripeteva convinto, non gli ho mai creduto, pur amandolo moltissimo di riflesso.
Mi fidavo di lui, alti e bassi di fiducia a dirla tutta: concessa e ritirata, "per non vivere troppo sicuri di noi stessi, per non perdere la buona abitudine di ascoltarci con attenzione, per lasciarci quando ne avremo bisogno, per amarci con tutta la pazienza di cui saremo capaci" - diceva.

Ci saranno momenti solo nostri, ancora inspiegabili persino a noi che li abbiamo vissuti: rebus, particolari che non tornano uguali nelle nostre memorie, buchi neri in cui qualcosa lo abbiamo perso.

Tutto condito con il buonumore, quel volo leggero sopra tutte le cose che ci sono accadute, belle e brutte. Hai provato ad insegnarmi come si fa, ma alla fine ammettevi "è un talento, baby": la capacità di accarezzare la vita, un tocco gagliardo, un ghigno che mi faceva sorridere.

Non la felicità assoluta, troppo lunga da sopportare.
Bensì le pieghe sporche, i difetti della pelle, ciò che viene trascinato a valle dalla forza dell'acqua che scende, le foto in cui usciamo male ma si vede lontano un miglio che stiamo bene.

La distanza mi consente di razionalizzare, un'attività che neppure avrei saputo sillabare tempo fa. Invece è più semplice di quanto pensassi, è evidente che la ritrosia mi ha fregata in passato: la testa cresce con il corpo, per lo meno quella di chi non appassisce sulle proprie convinzioni infantili. 

Grazie a te ho spalancato un portone dorato, senza doverlo buttare giù a craniate. 
Grazie al balsamo dispensato come un monaco, poco alla volta e solo su ricetta del medico curante, riesco a immaginare esercizi di stile al posto di battaglie.
Un sorriso, una parola gentile, un bugia bianca sono bastati per spazzare via quel macigno che portavo appresso. 

Ancora mi capita di domandarmelo: cosa sarebbe stata la mia vita, condannata ad una lunga e lenta passeggiata nella pianura in cui sono nata. 
...
Boring.

mercoledì 15 aprile 2020

La notte insegue sempre il giorno (cit)

Ciao lettori,
avevo un po' di pensieri in testa, pensieri che erano idee, idee che avrebbero tanto voluto diventare storie. Stacco: nada, nulla di buono.
Oggi invece un pensiero, quindi una idea, e infine una storia ha sgomitato su su fino alle mie dita.
"Ci sono! Ci sono! Ehi tu, isolata, ci sono!"

La colonna sonora di questa nuova storia è una delle mie canzoni preferite, 
ottima anche per il karaoke:
Il mondo, Jimmy Fontana

Buona lettura,
Maddalena


Cosa sai dell'amore? 
Moltissimo, ma non serve mai.
In che senso?, gli chiesi. 
Tutto quello che ho imparato, ho capito che di notte si disfa in una sostanza fragile e vaporosa quanto i miei sogni, si mischia a loro, si dilegua. E ogni mattina è una gran fatica ricordarmi cosa sia l'amore, e chi tu sia... qui stesa al mio fianco.
Interessante... Confortante anche.
Eppure rimango, al tuo fianco ogni sera intendo.
Già, confortante...
Non capisci, vero? Hai l'espressione di quando non capisci...
...
Restare, e continuare. Sono queste due azioni che ogni giorno allargano il perimetro del mio amore per te, che non si dilegua nella notte con i miei pensieri - qualsiasi essi siano - ma si fa e si disfa in 24 ore.
... Continua.
Non credo nell'invincibilità delle coppie, nelle loro specialità rispetto alle altre, perlomeno non credo sia questa la caratteristica che rende una coppia felice, nel tempo. La banalità delle nostre vite ci segna, la casualità di ciò che ci accade, gli incidenti, le perdite, ma anche le sorprese, i traguardi raggiunti... restare e continuare, nonostante tutto il bello ed il brutto, sono le azioni che definiscono l'amore che ho scelto di vivere.
Che bel pensiero, sei bravo cazzo.
L'ho letto da qualche parte, non credevo avesse senso. Invece...
Invece...?
Ti ho incontrata, ti ho conosciuta, e ho capito, ad un certo punto, che per te era già così, che tu cercavi quell'amore, quello di cui avevo letto, ma che non capivo. Non te ne sei accorta?
Di cosa? 
Che ti amo per molte ragioni, ma una mi convince a rimanere e continuare ogni mattina: per come mi ami, per come ti fai amare. Senza sconti, nella buona e nella cattiva sorte, di fronte al mondo, chiusi nella nostra stanza per settimane. Vuoi vedere come andrà a finire.
Quindi, anche stamattina fino alla fine?
Fino a sera, fino alla fine.

* * *
"La notte insegue sempre il giorno, ed il giorno verrà"


martedì 24 marzo 2020

Un vocabolario nuovo - Lettera B

Ciao lettori,
ho letto, qualche giorno fa, un articolo sull'importanza del lessico che usiamo in questi giorni. 
Non è adeguato, come molte altre cose, è impreparato.
Imprudente, semplificato all'osso, incapace di descrivere, e quindi spiegare, cosa sta accadendo.
Parlare di guerra, eroi, battaglia, fronte, nemico non mi aiuta a capire il mio posto, il mio ruolo, il mio isolamento così immobile e precario.
Ho deciso di sforzarmi, perché non sentirmi "sotto attacco" mi aiuta ad arrivare a sera serena.
Preparo il pranzo (pasta al burro, what else), e ascolto audiolibri.
Buona lettura,
Maddalena


Parole con la lettera B: BambiniBoulangerieBorghi.

Sul balcone della casa di ringhiera, sono tre, forse quattro. Un assembramento, penso.
Non è umano pensare ad un assembramento, se osservo tre bambini giocare sul balcone di una casa di ringhiera. Non è normale. Non posso permettermelo, non così facilmente, non dopo sole due settimane.

Cerco di concentrarmi sul gioco che stanno facendo: non lo capisco mica.
Si inseguono, si muovono in un mondo che non vedo, ma che ricordo aver abitato anche io: i petali delle margherite erano grani di riso che cucinavo nei pentolini grandi quanto un bicchiere, l'elastico della merceria un gioco per saltare ore e ore, e i rami degli alberi ostacoli da superare.
Loro si parlano su un balcone stretto, potrebbero pure litigare, da qui non lo distinguo.

Passare le giornate così, solo per poter giocare ancora il giorno dopo.
Guardo i bambini degli altri, penso a come potrebbero essere i miei (!), e una valanga di pensieri scende a valle. "Ah quindi torna in voga il tema? Fai sul serio? Beh, non in pandemia, perlomeno non oggi, mia cara. Non te lo permetterò." - mi dico.
E così arrivo alla seconda parola.

Le boulangerie francesi, viste da me.
Il profumo consolante che ne esce, soprattutto se siete appena usciti da una metro parigina (quindi molto maleodorante), è di certo tra le prime cose che vorrei tornare ad sentire. Le boulangerie sono luoghi in cui ci assembriamo, in attesa, spesso in fila, di fronte a una cassiera che ha accesso al regno delle prelibatezze a base di burro, creme, mousse, paste, tortine salate, quiche, e, ovviamente, forme di pane croccante.
Distribuite su tutto il territorio francese, sono il primo negozio in cui entravo in vacanza (Bretagna, Normandia, Provenza, Camargue, Ile de France, Clermont Ferrand, Tours, la Loira e i suoi castelli), e a cui tornavo almeno un'altra volta nel corso della giornata.
La ragione più ovvia per cui penso sia del tutto inutile provare ad odiare i francesi, che fanno i croissant, hanno le coste del Finistère, la spiagge degli sbarchi, l'olio d'oliva del mediterraneo, i castelli incantanti, la gabbia dorata di Versailles, e il vento di Parigi, dove a luglio fa buio alle undici di sera, non prima.
E qui, salto triplo, verso la terza parola.

Ci sono poi i giorni in cui, con una positività che non so da dove mi esca, riesco ad immaginarmi con uno zaino, anzi un trolley agile, e un itinerario fuori di qui.
Cerco di essere realista anche mentre fantastico, e immagino il primo viaggio oltre il civico di casa mia attraverso i borghi italiani. Alcuni li ho visti per davvero, ma sono pochi, quindi ho una scelta ampia. Una viaggio, da sola, nei borghi della Liguria, delle Marche, della Campania. Spostamenti millimetrici in un tempo rallentato, in cui potrò tornare a farmi la domanda sospesa: "Bambini, tu ne vorresti?".

venerdì 20 marzo 2020

Un vocabolario nuovo

Ciao lettori,
sono giorni pesanti, per cui non riesco a immaginare storie che possano darvi sollievo. 
In un grande abbraccio caldo, raccolgo tutti voi, le vostre vite, i vostri cari.
Per me, ho invece deciso di provare a scrivere.
Un nuovo - e personale - vocabolario, perché nelle parole che penso e scambio sono sempre riuscita a trovare il filo che tutto tiene unito.
Vi penso,
Maddalena

*soundtrack di lettura: Holy War, Alicia Keys


A
La prima lettera dell'alfabeto porta con sé il brivido degli inizi.
Caso vuole, oggi (20 marzo 2020) è il primo giorno di primavera.

E se deve essere un vocabolario nuovo, desidero sia coraggioso, colmo di energia che si è raccolta nell'inverno, scintille scoppiettanti sotto il manto di foglie secche, tentativi.
Alla lettera A, diamo spazio alla parola AMORE.

Per cominciare, ho pensato, mi servirà molto amore: se ero la bambina che strizzava le guance delle compagne dell'asilo in segno di tenerezza, è evidente che col tempo ho imparato a comunicarlo meglio, tutto questo amore che con me venne al mondo, quasi 38 primavere fa.

La definizione perfetta che ricordo, la diede Dante: amore che muove il mondo e tutte le stelle.
Muta, si fa ogni giorno, compie un giro su sé stesso, attraversa le zone d'ombra, si placa dopo una corsa, rallenta i battiti di sera, sa che nulla gli è garantito.
L'amore che ho conosciuto è spesso svanito di fronte al nemico: ci vuole coraggio, ve l'ho detto.

Nel nuovo vocabolario, inaugurato casualmente il primo giorno di una nuova primavera, l'amore è un sostantivo maschile incomprensibile ai più, descritto però da innumerevoli definizioni nei secoli, non commestibile, inodore e insapore. Lo potrete osservare in forma solida, se abbracciate un bambino, ma spesso è capace di passare da essere umano a essere umano attraverso misteriose connessioni che percorrono spazio e tempo.

Va maneggiato con cura, ma non ci sono istruzioni da seguire.
Spesso contagioso, risulta ad oggi la spinta impercettibile che, dal fondo, vi farà tornare in superficie, dove tira vento, l'aria è frizzante, il sole sta sorgendo.

Una buona notizia: non si esaurisce mai.