venerdì 28 settembre 2012

Give me my Arcade Fire, please

Ciao lettori.
Settembre sta finendo, i Righeira lo dicevano, no?

Enjoy con questa in sottofondo e capirete cosa intendo WAKE UP.


Promettilo.
Che cosa...?
Mi ci porti, al concerto degli Arcade. Promettilo per favore.
Ma quando suonano? E' uscito il nuovo album? Ma a me piacciono, soprattutto!?
Non è questo il punto.
Tu dici? Ok allora ti prometto che andremo a vedere un concerto che non ci sarà.
Dai per favore, perché non puoi farlo!?
Ma cosa? Portarti a vedere un concerto che non c'è? Te lo devo really spiegare?
Perché non puoi promettere che lo farai, quando verrà il momento? Questo intendo.
Andando oltre per un attimo, seguimi: perché mi devi smaronare così, randomly, con domande che sai benissimo non ci portano da nessuna parte se non al punto in cui tu sputi fumo dalle narici e io faccio sì sì sì con la testa ma senza ascoltarti?
Dio che pesantezzaaa. Facevo conversazioneee. Vuoi parlare del del del... di cosa vuoi parlare?, dai, spara.
Io di niente.
??? NON TI VA DI PARLARE CON ME ???
Ok che problema abbiamo? Forza, su, dai.
Nessunissimo problema.
Ehi?
Eh?
Ehi tu?
Mh?
Adesso tanto piangi, stai a vedere.
Mi hai fatto incupire.
Ma ti rendi conto che sei una delle poche persone al mondo che direbbe 'incupire' in una conversazione?
Mi hai creato un momento di tristezza profonda, toh.
A che punto del dialogo, scusa?
'Non ho voglia di parlare con te', più o meno lì.
Non ci credo, c'è dell'altro.
Sì, forse.
E dovrei scoprirlo dopo aver trafitto il drago con la spada, immagino, se poco poco ti conosco.
Esatto! E poi ? E poi? E poi? Dai continua!
Allora: prima uccido il drago, poi sgozzo la principessa bionda e tinta con la mia lama lucente, poi soffoco il nano barbuto con la borsa del super, infine ti salvo bruciando il castello del mago. Che dici?
Zììì! E poi? E poi?
... poi mi connetto, e provo a vedere se gli Arcade hanno qualcosa in uscita.
MMMitico! Visto, era facile.

giovedì 27 settembre 2012

Dovreste leggere i classici, senza citarli a memoria all'ape però. Il contesto è importante.

Ciao lettori.
Enjoy.



Io ricordo immagini, poi associo le immagini ai ricordi, e poi...
Lo fanno tutti questo, non sei niente di che.
Ma cosa c'entra!? 
Non lo so, hai iniziato tu, commentavo. Ahhh ma forse stavi parlando con il tuo amico immaginario!
Mmm (onomatopeico)
Ah no guarda, sbollisci velocemente e possibilmente in silenzio che tra poco esco. 
Non ti rispondo.
L'hai appena fatto. Comunque ok, finite le ostilità.
Ma cazzo, volevo dire una cosa bella e mi hai rovinato l'incipit. Appproposito sai cos'è un incipit?
No. Spiegamelo tu che sai tutto eccetto il significato della locuzione 'essere maturi'.
Ma sti grandissimi cazzi. Ma ciao. Ma esci pure va.
E poi posso non tornare mai più?
Vuoi non tornare mai più? Non tornare mai più.
Stai litigando con il tuo amico immaginario adesso?
Mmm (onomatopea furens)
Il tuo amico immaginario è stato maleducato? Ma dai, ma non lo sa che hai un carattere di merda e che non stai allo scherzo se non è giornata e che poi produci solo suoni identificabili con muggiti di vacche alpine!? Ma che amico c'hai!?
Non farlo eh... Guarda che prendo fuoco.
Ok senti, mi sto preoccupando. Oltre all'amico Image, c'è anche l'Uomo Torcia qui in giro? Cioè, è un'ammucchiata? Quanti siamo?
Ma non stavi uscendo per sempre senza tornare mai più?
E tu non stai sorridendo, vero? Ciao, torno per cena basta che cucini.


Nota del narratore* Alle volte vorrei essere un grande autore russo, cogliere l'essenza delle vite degli altri, ridarvi il senso dei vostri sentimenti, spalmare l'eternità in ogni momento. Poi non ce la faccio. Ma se vi capitasse di sostenere un dialogo così, comunque, fatemelo sapere. Fëdor Michajlovič Dostoevskij non ti temo.







domenica 23 settembre 2012

THE MASTER

Buona domenica.

Una buona notizia per tutti: il 30 ottobre pv esce il nuovo libro di J.Franzen. Una raccolta di saggi intitolata Più lontano ancora (Einaudi, trad. Silvia Pareschi, 20 scudi, 300 pagine). 
Basterebbe questo per vestirsi a festa, mettere i sandali alti, laccarsi le unghie di rosso, e uscire. Infatti ora scrivo, poi zac! mi vado a rotolare fuori.

Enjoy per un motivo a caso.


Quando mi sono addormentata, ieri notte, avevo una serie di pensieri. Uno come pagarci la rata dell'auto il mese a venire. Due cosa dire alla mia amica, nel rifiutare gentilmente l'invito al compleanno del pargolo nato ormai due anni fa. Tre ricordarmi con tutte le forze di controllare la scadenza del latte, prima di usarlo per preparare la torta che sì, avrei portato alla festa del bimbo della mia amica. Quattro trovare l'orecchino con la tigre che forse proprio il figlio della mia amica mi aveva preso tempo addietro. Cinque chissà come si chiama 'sto bambino poi. Sei... zzz.

Ho dormito come faccio sempre quando arriva questa bellissima stagione. Come un cucciolo di muflone  raggomitolato sotto la pancia della mamma muflona; incurante del tempo, delle facce dei turisti, degli adolescenti che si accoppiano giù, nel prato. La pesantezza delle vite degli altri è niente a confronto del sonno dopo l'estate. Cadere sulla terra umida, trovare la posizione, alzare gli occhi un attimo prima di dire 'ciao, ci vediamo a primavera'.

Poi stamattina ho trovato il caffè caldo e tre fette di pane e la marmellata e un succo alla pesca temperatura ambiente, il quotidiano e l'inserto e il romanzo che sto leggendo sul tavolo in cucina, la casa vuota, questa canzone IL MASTERPLAN accesa. E ho capito che avevi capito. Al mattino sono una bestia; ma se mi prendi bene, mi lasci sola, non mi parli, magari ti allontani pure, poi è tutto in discesa. E la vita ci sorriderà, te lo prometto amore.

"Take the time to make some sense 
Of what you want to say
And cast your words away upon the waves
Sail them home with acquiesce
On a ship of hope today
And as they land upon the shore
Tell them not to fear no more
Say it loud and sing it proud today [...]"

(The masterplan, Oasis)


lunedì 17 settembre 2012

POST IT #04

Ciao lettori.
Ho scoperto che scrivo per lo stesso motivo per cui lo faceva Kafka. 
Spiegarmi l'inspiegabile, farmi spazio, darmi voce.
Sono innegabilmente una grande parakula, con la K di.

Enjoy il  POST #04 - We are a Love Story


ma ciao. quando ti svegli fai scendere il cane della vicina per favore, le ho promesso di farlo pisciare mentre lei è in vacanza ma sono in rit e non ce l'ho fatta. grazie! :) ps. ti amo anche se non lo fai, ma perché farmi incazzare così dopo che ti ho scritto per la prima volta che ti amo!?


Sono tornato con Eleanor, e lei mi ha lasciato un messaggio sul frigo che non ha bisogno di commenti.
Non so se ho fatto bene, a cercarla dopo che me ne ero liberato. Vi confido che mi fa paura come riesce a dire (scrivere) quello che le passa per la testa senza problemi. E' allineata a se stessa, procede sorridendo in mezzo ai rovi, si spalma la crema idratante prima della battaglia, ha cicatrici raccapriccianti sulla schiena ma non le nasconde. La sua semplicità mi uccide, la sua complessità mi spaventa. Penso di averla capita, lei cambia. Eppure è certa di amarmi, mentre io non so. Ci sto, la guardo, mi lascio trascinare, mi domando, mi nego, mi rimetto in carreggiata, me ne sbatto.
E' un casino. Ma nessuna, fino a questa mattina, mi aveva lasciato una dichiarazione così in cucina. Quindi intanto temporeggio, poi in caso vediamo come fare.

mercoledì 12 settembre 2012

Imbarazzo

Ciao lettori
sto finendo di leggere un'autobiografia scritta da uno dei miei ultimi best scrittori. 
Come immaginavo, sono fottuta. 
Vi basti sapere che vorrei non finisse mai, e che l'invidia che mi monta dopo ogni 2 pagine, indicativamente, è ormai insostenibile per il mio ego. 
Se questo post vi sembra un po' sottotono, conoscete adesso il perché.

Enjoy e do not infierite.


Questo silenzio è abbastanza irreale, penso mentre Luigi continua a fissarmi. Avrei anche la carne da scongelare, e Luigi non spiccica parola. Eppure ho l'espressione 'E' finita + Sono esausta + Ti ho donato i miei anni migliori + E' colpa tua, e in parte di tua madre volendo dividere equamente le responsabilità del nostro fallimento come coppia'.
Quindi, voglio dire, Luigi, perché mi fai questo?
Ad una certa provo a muovermi, allungo il passo e faccio quel gesto che sappiamo significa 'E' ora, devo andare': guardo l'orologio.
Ma iddio solo sa, Luigi non fa una piega. Non sposta lo sguardo, non apre la bocca.

Adesso, sarà capitato a tutti un momento di imbarazzo nella vita. A me pochi, perché ho sempre pensato di essere molto carina e simpatica e adorabile; ma capisco che ai più possa essere successo. Inciampi e cadi entrando in riunione. Fai una puzzetta in coda alle Poste. Ti cade l'olio giusto fuori dal super. Corri trafelata verso il tram, lo manchi, stai in affanno per i successivi 5 minuti alla fermata. Non sai come aprire i gamberoni al ristorante e ti mangi anche la crosta (crosta?).
Ma quello che sto vivendo ora non è esattamente imbarazzo. Luigi potrebbe anche essere caduto in trance per quanto mi riguarda. Io vorrei solo attraversare la strada, e ciao!

Non capisco cosa voglia sentirsi dire, ma non voglio chiederglielo. Pensavo che essere sparita, essermi negata, non averti salutato l'altra sera in quel locale pieno di musica e gente biasimabile se non altro per l'insistenza con cui si ostina a indossare i ray-ban alle dieci di sera fosse un numero di prove ragguardevole per capire che TI STAVO MOLLANDO COME NEPPURE UN CANE IL 15 DI AGOSTO.

Quindi adesso cosa potrei aggiungere? Uso un verso di una canzone?
'Io non me lo so spiegare', troppo ermetico?
'Se io, se lei...' troppo Antonacci vero? Sì scusa, ti voglio lasciare, non distruggerti. 
E se piangessi? Provo? Funzionerebbe?

Ma dio Luigi, parla per favoreee, stai abusando della mia pazienza da Miyagi.

"Quindi...?" dice lui.
"Quindi... quindi... eheheh. Senti davvero, non è una cosa che faccio spesso, ma questo giro mi tocca. Per me, è finita qui."
"Sì okay, ma mi ridai le chiavi di casa mia per cortesia?"
"Ahhhhh."

Da uno a dieci, questa la metto solo dopo la puzzetta alle Poste.