giovedì 20 dicembre 2012

We must never be apart (cit.)

Ciao lettori.
Un momento di tenera e spensierata voglia di qualcosa di buono per tutti voi.

Enjoy che domani (il 21.12.12) finisce tutto / inizia tutto. Voi non vedete l'ora?


Noi non ci lasceremo mai, l'ho cantato QUI in mezzo a molti sconosciuti e una tizia infoiata che ti puntava neppure fossi l'ultimo uomo rimasto sulla Terra. La tipa l'abbiamo sistemata senza darle peso, appoggiandoti dolcemente la mano sulla chiappa. Non segno il territorio io, lo difendo.
We must never be apart; potremmo dirci questo tra qualche giorno, davanti agli invitati, alle rose rosa, prima che mio padre scoppi in un pianto silenzioso che gli deformerà il viso in un'espressione che tempo fa vidi in mio nonno.
Quando ho scelto l'abito avevo pochi soldi, come adesso del resto. Quindi il miniabito panna riciclato con la giacca di Armani dovrà bastarti amore. Un po' troppo anni Ottanta magari, ma sono una ragazza che ama l'oro, gli orecchini a cerchio pendenti, il biondo ossigenato, il rossetto, e Giorgio Armani e non Emporio Armani e tutte quelle sottocollezioni per sfigati.
Al banchetto ci copriremo di panna, e lasceremo che i nostri amici ballino in cerchio ubriachi come quando eravamo tutti più giovani e ubriacarsi era il massimo della serata.
Ci sono talmente tante aspettative in un giorno che, senti qui, non so se riuscirò mai a contenerle tutte. Mi sembra di passeggiare su un trampolino altissimo e molto elastico, sospeso di fronte all'oceano, con il mare calmo e il sole quasi tramontato. La pelle delle schiena mi tira leggermente, forse ho esagerato con l'esposizione dopo pranzo. Ma c'era vento, e non mi sono accorta di nulla.
Tu... tu dove sei finito? Ah eccoti,  sei già saltato e nuoti docile. Mi starai aspettando? Mmm, potrebbe. Ma potrebbe anche no. E' il dubbio che avrò sempre: saremo sincroni, come quando decidemmo di passare la notte insieme, quella volta, ormai lontana? Ce la faremo? Addestreremo cervi selvatici, raccoglieremo fieno, faremo il giro del Vietnam in cerca dell'onda perfetta, troveremo la calma nelle nostre mani sotto la coperte?

Vorrei avere tutte le risposte su questo trampolino, con il rosso del sole che mi acceca, mi fa scivolare, e cadere in mare.

E' un susseguirsi di momenti, di scelte azzeccate, coincidenze, scivoloni, silenzi e parole. Una pasta molle e informe, un po' cruda ancora, ma con molto tempo di cottura davanti a sé.

Auguri tesoro,
tua
Eloise

giovedì 13 dicembre 2012

POST #09

Ciao Lettori.

Eravamo fermi ESATTAMENTE QUI, tra il dire e il fare, quindi al mare.
Enjoy.

Mi ha chiamata almeno una volta al giorno, fortunatamente per lui non durante le repliche dell'ultima stagione di Desperate Housewives, altrimenti col cazzo che gli rispondevo. I capelli di Brie Van The Kappa sono così setosi e luminosi e rossi che non lo perdonerei mai per avermi distratta.
Invece lui mi ha telefonato sempre a fine giornata; o prima di cena, o poco dopo il caffè, o un minuto dopo aver finito la spesa, o mentre corro come un lama verso lo spettacolo delle 20 del cine.
Non mi dice sostanzialmente nulla, come gli operatori della Tim, Vodafone, Tre che hanno il fisso di casa mia e mi smaronano ossessivamente: LA SUA BOLLETTA E' TROPPO ALTA LO SA?/ABBIAMO UN'OFFERTA PER LEI (sì lo so, devi avere una giornata lavorativa davvero pessima, ma ciao eh. click).

Probabilmente sta pensando che io abbia qualcosa da comunicargli, dopo aver alzato la voce in the middle of parco e bambini qualche giorno fa. Quindi mi chiede come sto, se ho mangiato, cosa ho mangiato, se ho bevuto, cosa ho bevuto, se ho un altro, come si chiama. Queste cose qui.
Rispondo SI', GRAZIE a tutte le sue domande, tranne che alle ultime due. NON CREDO SIA OPPORTUNO PARLARE DI QUESTE COSE suona meglio, in questi due casi.
Allora si agita, mi dice qualche frase pungente (MA COSA DICI!? è il massimo di puntura cui può arrivare il suo cuore puro e la sua bocca di sapone e bolle profumate alla lavanda), e finisce per scusarsi as the chiamata before.
Ed è qui, al VOLEVO DIRTI CHE HO RIFLETTUTO SU QUELLO SUCCESSO L'ALTRO GIORNO mi fa incazzare. E' qui che cominciamo a ballare come Ginger e Fred.

Non ho bisogno che tu rifletta su niente, siamo nel passato come Cleopatra e Antonio.
Puoi essere seria per cortesia?
Madonna Santa ti preferivo quando mi scaricavi per chat dopo una sbronza con i compagni di volano e rientravi tutto solo nella tua tana con mille dubbi sulla nostra relazione che era a un punto di svolta e preferivi non svoltare mai e lasciarmi al bivio come una Thelma qualsiasi.
Piantala Eleanor, sono serio.
Il tuo modo di essere serio è noioso. E noi ci siamo già lasciati, quindi non devo più sopportarti quando sei noioso e barra o serio serio.
Non ci siamo lasciati.
L'hai fatto tu, poi l'hai rifatto tu, di nuovo, ancora tu...e sì, per quattro volte tu. Poi ti sei sempre messo a ragionare postumo su cosa avevi fatto e perché. Ma questo non cancella che noi ci siamo lasciati per quattro volte, e non vorrei arrivare alla quinta prima di capodanno. Da qualche parte ho un sentimento che inizia per O e che chiameremo Orgoglio.
C'è un altro...
Porca troia piantala di usare queste frasi da soapopera, capito!?
Quindi c'è...
Sì, sto con un altro. Un nano che cavalca draghi nel sud della Patagonia e non ha ancora trovato il modo di lasciarmi. Maaaa, attento bene qui, posso passargli il tuo numero. TU mi hai gia' lasciata quattro volte, per quattro diversi motivi, che al momento mi sfuggono oltretutto. 
Come si chiama?
Il nano argentino? Pablo. Non originale, convengo, ma è un toro da monta. E qui , a meno che tu non voglia ascoltare di come mi ha presa ieri l'altro, chiuderei la conversazione.
Sei una stronza.
A Natale chi non lo è. Beh, è stato illuminante quasi come la chiamata di ieri. Ciao.

Lui attacca sempre abbastanza velocemente, non mi saluta mai. Poi l'indomani richiama, e tutto si svolge più o meno così come lo avete letto ora, tranne che per il nome del nano e la sua nazionalità. In quanto a immaginazione sono imbattibile, e lui non si ancora stancato. Penso non abbia capito che sono seria, che davvero ho un altro, che sia chiama Luca, è più alto di un nano, è italiano, e mi porta a vedere tutti i film che voglio. Lui non l'ha mai fatto, ma non è per questo che non stiamo insieme ragazzi.

giovedì 6 dicembre 2012

Non ho mai letto Il Codice da Vinci

Ciao lettori,
un penny per i vostri pensieri. 1000 pennies per i miei. Pecunia non olet.

Enjoy me and American Novels.


"Ho trovato il mio talento da piccola, tra i fogli protocollo dei 'testi' prima, dei 'temi' poi. Philip Roth, classe 1933,  ha da pochi giorni dato l'annuncio che non scriverà mai più, affermando che un nuovo libro non aggiungerebbe niente a quello che ha prodotto fino a questo momento. Dice che è difficile scrivere: farlo di mestiere, farlo per vivere, vivere da scrittori. E, contemporaneamente, lascia trapelare quanto sia stato inevitabile esserlo diventato.

Ho da poco iniziato un nuovo romanzo di Jonathan Franzen. Si intitola Forte Movimento, ed è stato scritto dopo Correzioni e prima di Libertà, i due suoi più grandi successi intergalattici. Come mi succede con ogni libro di JF, compresa l'autobiografia, Zona Disagio, il cuore mi si apre, il sangue sporca le pagine, i polmoni collassano. Piango sempre, la sua scrittura mi commuove. E' intima anche quando narra di come ci si apposta per  fare del buon birdwatching. Mentre lo leggo, oltretutto penso sempre molto. Capita addirittura che mi stacchi dalla trama, e, pur scorrendo le parole, segua le connessioni aperte da, mah, da una frase, dalla scelta di un sinonimo, dall'uso della punteggiatura. Divento metalinguistica, se si può dire metalinguistica riferendosi ad una lettrice.
Franzen ha colto l'anello mancante che cercavo in alcuni degli ultimi romanzi (leggo soprattutto quelli, eccetto le biografie dei presidenti americani, piene di sesso, droghe e uomini che odiano le donne) che ho avuto sotto mano. Alcuni anche considerati capolavori della letteratura. Pastorale Americana, ad esempio. L'ho chiuso a metà, tradita da aspettative altissime non rispettate.
JF, fino ad oggi, non mi ha mai delusa. E' miele, e io sono Winnie.

Capitolo narrativa nazionale.
Non sono un campione attendibile, visto che gli ultimi libri italiani interessanti che ho letto risalgono ai tempi del liceo. Senilità, di Italo Svevo. La Storia, di Elsa Morante. Poi non ho ricordo niente altro, eccetto un saggio di Gianpaolo Pansa, che però continuo a tenere sul comodino e rileggere ogni tanto qua e là per tenere a mente come mi piacerebbe scrivesse un giornalista, quindi non vale.

Infine, un buon proposito per l'anno che inizierà a breve.
Mi lascerò andare con in gialli, che non amo particolarmente. Inizio con Fred Vargas: una donna che si cela dietro un nome da maschio merita almeno un tentativo."

lunedì 3 dicembre 2012

POST #08

Ciao Lettori,
Se non ricordate a che punto eravamo, push ***HERE***.

Enjoy capito Otto > Ovvero, litigare


Stavo passeggiando nel parco, spostando il peso della borsa un po' a sinistra, un po' a destra, un po' trascinandola noncurante di dove andasse a finire il peso, ma desiderosa di finire e basta. Organizzare un pic-nic il 20 novembre, all'improvviso, mi sembrò una pessima idea. Avere cucinato delle lasagne diventate fredde in ascensore, ancora di più. Mi maledivo, e parlavo da sola camminando: quando mi insulto, lo faccio sempre abbastanza platealmente.
Lo incrociai alla fontanella, dove ci eravamo detti ci saremmo incrociati. L'imprevedibilità, la sorpresa, lo wow! non è il suo forte, eccetto le occasioni (ormai molteplici) in cui "Ti Sto Lasciando Eleanor Ma Mai Dire Mai Eh".
Si è fatto crescere la barba, indossa  una felpa firmata con il cappuccio alzato, un paio di jeans e niente, mi vede solo quando gli urlo togliendogli la cuffietta dall'orecchio "Ehiiiiiiii".
E' distratto cazzo, è perennemente indaffarato in una decina di cose contemporaneamente, rotea gli occhi nel timore di perdersi un passaggio di qualcosa che neppure dovrebbe interessargli, e mi ha persa di vista molte più volte di quante avrebbe dovuto, con questo atteggiamento. Guarda tutto, ha un'opinione su tutto, solo con me ha cannato i tempi di ingaggio. Infatti sono due mesi che non siamo più NOI, e ognuno è IO. Mi spiace non avergli parlato abbastanza, quando avevo ancora il diritto di rinfacciargli cose, stare al cesso contemporaneamente, spiluccargli nel piatto, vomitare in sua presenza. I migliori momenti delle nostre relazioni sono stati in bagno, tra le piastrelle del pavimento e la ceramica dei sanitari abbiamo dato il meglio di noi. Fino quando ad una certa lui voleva che levassi le tende, anche dalla toilette fino a quel momento condivisa.

Ciao, come va?
Bene bene, grazie, tu?
Bene, grazie. Mangiamo?
Sì, è tutto qui dentro. Magari troviamo una panchina che mi sa che l'erba è umida e...
Già che idea starsene fuori con 'sto tempo!
Scusa?
Dicevo che non è stata una genialata, tutto qui, ma andiamo dai... Ho fretta.
Eh!?
Cosa c'è adesso che fai quella faccia!?
EH!?
Eleanor, ascolta. Non ho molto tempo, ma non volevo rimandare il nostro appuntamento ma ti prego di non rendere tutto così teatrale...
Tea cosa!? Io rendo il tutto troppo teatrale!? Io rendo il tutto teatrale!? IO RENDO IL TUTTO TETRALE !? Ti saluto, ciao.
Ma dove vai adesso.

Abbandono la borsa che mi sono trascinata con sforzo notevole da casa alla fontanella, e cammino in direzioni opposta alla fontenella, lontano anni luce dalla fontanella, dall'appuntamento/pic nic con quello che è e rimarrà sempre The Stronzo Of My Life.

Eleanor ma dove vai.... Ferma un attimo, aspetta, non...
Ne ho talmente pieni i coglioni che se mi tocchi ancora una volta insceno l'aggressione. E' chiaro quanto sei inopportuno, codardo, cafone, ignorante e grezzo o devo trovare un modo teatrale per esplicitarlo?
E' chiaro, ma...
Devi lasciami andare.
Ma...
Ti stacco il braccio se non mi lasci andare.
Perché finiamo sempre che...
Perché è colpa tua. E su questo credimi, converrai dopo che mi avrai lasciata andare e vedrai allontanarmi e dovrai assaggiare le lasagne in totale solitudine con le anatre dello stagno. Ti odio, perché offendi ogni volta il mio amor proprio, il mio orgoglio, la mia sensibilità. Sono una donna comprensiva, un po' matta, ma molto empatica. Sei una persona cattiva, egocentrica, priva di passione. Verso tutti, in particolar modo verso di me. Non so cosa e perché continuiamo a girarci attorno, forse l'odio ci unisce, who knows. Ad ogni modo, io non posso, non voglio, non desidero in alcun modo vederti un'altra volta in tutta la vita che mi rimane. Mi respingi, poi mi riprendi, poi mi respingi e così via. Non c'è intimità tra di noi, sono io il libro aperto e stropicciato. Tu hai una mazza in mano, e detti il tempo delle bastonate con impeccabile senso del ritmo.

(respiro)

Ti odio, io ti odio con tutto il mio cuore. Se mi cerchi di nuovo, ti metto una bomba sotto casa.

Rimane zitto per tutto il tempo,e se ne va dopo che capisce che ho finito di parlare.
Sono affamata, e vorrei avere il coraggio di riprendermi il mio sacchetto di lasagne. Ma sono stata fin troppo impavida per oggi.










venerdì 23 novembre 2012

And People Say Our Babies Are Walking This Town / Part 2


Amore,
la città brucia e i ribelli sono alle porte. Vivo rinchiusa nella nostra stanza da giorni, ho del cibo con me e acqua a sufficienza. Siamo ancora in tanti qui, sento la famiglia del piano di sopra, i bambini  sono rumorosi e questo stato d'assedio non è la condizione ideale per i loro entusiasmi.

Fortunatamente il riscaldamento funziona ancora, e l'autunno è mite. Ho sempre i piedi freddi, come le mani; ma questo, tu lo sai bene, è un difetto di natura che morirà con me.

Non ho molto tempo per pensare, stranamente. Cerco di mantenere una parvenza di normalità: lavo i piatti dopo che sgranocchio qualcosa, cambio le lenzuola, spazzo a terra dopo cena. Eppure... eppure la vita mi sta sfuggendo dalle mani, non ne sento più il battito.
Non sono triste, non ho rimpianti, non vorrei aver fatto diversamente. Come dici? Sono saggia? Sono scema? Sono saggia e scema? :)

Mi manchi, e so che non avremo una seconda occasione noi due. E' un'illusione che mi consola l'attimo prima di piangere bagnando la coperta di piume, mi serve per chiudere gli occhi e dormire senza incubi.

Il telegiornale ha parlato di te qualche giorno fa, "un eroe tra gli eroi". Non so, ti ho sempre visto come il mio compagno e di valoroso non avevi granché. Però a loro piace avere qualcuno da glorificare, li lascio fare. Come dicevi sempre? "Se sapessero quanto valiamo, non ci lascerebbero stare. La nostra forza è l'anonimato". 

Non ci ritroveremo sui Campi Elisi, lo sai che non credo a queste cose. 
Se divento una mucca sacra, in caso, guardami bene negli occhi quando passeggi per Nuova Dehli. 
Sarò la tua vacca bellissima.

Ti amo sempre,
tua 
Eloise

SOUNDTRACK: TRUE LOVE WAY by KINGS OF LEON

lunedì 19 novembre 2012

POST #07

Ciao Lettori.
Se avete dimenticato Eleanor, rileggete ***QUI***  l'ultimo capitolo della saga.
E poi andate avanti. Forward, come dice quello.

Enjoy!


Io e la mia amichetta siamo lì lì per andarcene che s'è fatta una certa e la mia cervicale ulula al cielo in una notte buia e tempestosa, e questo mi prende e mi dice 'Ciao bella, balliamo'. Quindi niente, siccome questo ha due occhi che dio ve li raccomando e un sedere che porco santo, mollo per un secondo l'amichetta e mi faccio trascinare in mezzo alla pista.

E' il diavolo, sto ballando con il diavolo. Un satanasso dal profumo ormonalmente stimolante, qualcosa che risveglia la donna addormentata e dolorante e sonnolenta e che, NON SO COME SIA POTUTO ACCADERE GIURO, mi fa ficcare la mia lingua nella sua boccuccia da cacciatore della steppa. Limoniamo come al ballo di primavera, solo senza il fiore ciondolante dal polso, e senza limo che ci aspetta fuori.
Ci stacchiamo dopo boh, mi struscio come una gatta in calore per un nano secondo ancora, mi allontano, si allontana. Ciao. Ciao anche a te.

Mi appoggio al bancone e prendo fiato, chiamo l'amichetta che se l'è data da mezz'ora circa.
Ehi eccoti.
Eccomi.
Balliamo?
Ovviamente balliamo di nuovo.

La bolgia, stiamo immergendoci nella bolgia umana. Ma questo manzo non se ne preoccupa minimamente: ci creiamo uno spazietto vitale tra il cesso e il primo gradino che porta all'uscita. Ho freddissimo, e anche i miei capezzoli. Riprendiamo da dove avevamo lasciato: limoniamo. Stavolta, sarà la temperatura siberiana, mi aggrappo come un koala e poi boh, ricordo solo che siamo finiti fuori dal locale perché lui doveva fumare.
Sono sempre tremante, quindi non se lo fa chiedere due volte, e mi zompa addosso per scaldarmi il corpicino sottozero. Presumo avesse 4 mani, o forse si muoveva molto più velocemente di me.

Ci siamo fermati quando ho iniziato ad assumere un colorito violaceo, vinaccia per farmi capire. "Cazzo sei gelida". "Eh."
Dentro il solito girone di indemoniati: ci buttiamo mano nella mano nel posto più inculato del locale, e niente, limoniamo. Qui comincio a sentire nuovamente le dita delle mani, e tutto diventa più facile.

Alla fine vado a letto da sola, stremata e senza più saliva.
Ho un numero di cellulare in più in agenda con un nome che non mi dice molto.
Torno a dormire, mi coccolo da sola sotto il piumone d'oca, sento i morsi della fame e penso a cosa prepararmi per pranzo. Sono felice, sono tornata.






venerdì 16 novembre 2012

La felicità non si desidera, si costruisce

Ciao Lettori Cresciuti.
Condivido con voi una sensazione molto femminile. Suppongo femminile, poiché  non essendo un uomo non vi so dire con certezza assoluta.

Enjoy the Calma e Mani Calde.


Vorrei che tu, in un tempo adeguato e senza fretta, riuscissi a farti esplodere, per lasciare che il mondo possa assaporare il tuo profumo di burro dolce spalmato sul pane alle otto di ogni mattina.
Vorrei che tu mi chiamassi per nome un giorno, per ascoltare il suono della tua voce adulta che mi cerca come fa ora tra le casse del supermercato.
Mi piacerebbe capire, se me lo permetterai, quanta importanza ha per te il colore del sole riflesso sulla neve, specchiato nelle onde calme dell'oceano su a nord, in quello spicchio di paradiso che ti ho fatto conoscere una primavera di tanti anni fa, e che si chiama Bretagna.
Sono quasi certa, Vivienne, che mi faresti sorridere come tuo padre quando, credendosi molto divertente, mi imita mentre lava i piatti, controllandoti i risultati delle equazioni.

Mi sei venuta bene e mi chiedo quanto merito sia mio, quanto quello dell'uomo che mi ha trovata vagabonda e un pelino agitata una sera per caso, quanto quello di tua nonna, che ti ha salvata durante le mie crisi di pianto e vomito. Ti ho sempre desiderata molto, mai troppo. Sono stata stranamente e sorprendentemente equilibrata di fronte a te, eri docile e rilassata. 

Ricorderai come tuo padre ti portava a spasso: stretta al suo petto, ma rivolta verso la strada dinnanzi a te. Lo amo Vivienne, darei la mia vita per lui, e spero un giorno anche tu ti troverai di fronte ad un uomo dal quale potresti stare molto lontano eppure estremamente vicino. 

E' stato complicato sistemare tutto per noi: prima  che arrivassi tu, mentre e dopo. 
Ma insieme abbiamo avuto una folgorazione, la notte che decidemmo il tuo nome.
"Se ci esce femmina, stavo pensando a Vivienne"
"..."
"Non ti piace?"
"Ci sto pensando"
"..."
"Ok, Vivienne"
"Sicuro?"
"Non chiedermelo due volte"
"Grazie"
"Tanto sarà maschio"

Tuo padre all'inizio ci ha messo un po' ad abituarsi. Il tempo di notare, un minuto dopo che ti aveva  fra le braccia, che avevi i suoi occhi.

Auguri piccola,
mamma e papà

mercoledì 7 novembre 2012

Solo per adulti

Funziona? Pronto, pronto, pronto. A, a, a.
(voce fuoricampo) Funziona Mr Presidente.
Bravo, uno che sa fare il suo mestiere cazzo.



"Siete cuccioli di cervo pronti a combattere, non posso più lisciarvi il pelo.

Avete visto cosa è successo dal 2008 ad oggi, e non vi leggerò la favola della buonanotte.
Non siete più piccoli ed indifesi, vi ho costruito un sogno come solo JFK aveva saputo fare. Adesso vi tolgo la spina, perché voglio vedervi bruciare di autocombustione, non ho più carbone né petrolio per le vostre anime fragili e depresse e infelici e quant'altro.
Nutro sentimenti sinceri per ciascuno di voi; affetto, gratitudine, compassione - nel senso di cum+patire. Sono ricco, sono privilegiato, io ce l'ho fatta. Magari voi no; alcuni non ce la faranno in futuro, altri non avranno un futuro per provare a farcela. Prendetene atto, fate i conti con le vostre coscienze, smettetela di piangere. Non sono cambiato, vi ho sempre spronato a essere migliori dopotutto.

Spero siate avvezzi alle pratiche del marketing, ai tweet, alle foto delle mie bambine che saltano la corda nell'orto che Michelle cura personalmente ogni santa mattina. Spero sappiate distinguere quello che devo continuare a fare perché ci sono cose che vanno fatte, e quello che non riuscirò a concludere. Spero sappiate rendermi un presidente orgoglioso, oltre che generoso. Il mio non sarà assistenzialismo, non traghetteremo tutti dall'altra parte del guado, ma non sarò certo io a scegliere chi tra di voi vivrà il sogno americano.

Vedete, vorrei che la smetteste di sognare, di chiedere consigli, di temporeggiare, di titubare, di affidarvi a me in tutto e per tutto. Non è questo che avevo in mente quando ho scelto cosa fare di me stesso: un esempio, un comunicatore, un simbolo, un uomo che prende decisioni. Non una badante.

Non caricate oltre il mio mulo, piuttosto preparate il vostro.

Ho ancora quattro anni, non sprecateli facendomi domande inutili. Vi aiuterò a studiare, a leggere i grandi della letteratura, a imparare a suonare uno strumento, a correre più veloci. Questo so come farlo: l'allenamento, la costanza, la tempra posso farveli annusare, mentre cerco di migliorare le basi per un cambiamento di cui, ahimè, forse non vedrò neppure i frutti.

Ma voi dovrete prenderci gusto, ricercando l'entusiasmo nel fondo del vostro stomaco. Se non vi appassionerete alla vita come ho fatto io, non ci sarà redenzione capace di farvi svegliare soddisfatti in nessuna mattina a venire.

Dovrete crescere, e solo allora potrete capire il senso delle mie parole.
Non so voi, amici, ma vorrei riposarmi adesso.
Michelle, vieni che balliamo dai"

mercoledì 31 ottobre 2012

ORO E SCOPE

Ciao lettori.
Oroscopo Post.
 Enjoy!

Arieti
Siete i primi della lista, facile dire che saranno le vostre corna un po' curve a sfondare il passo per i restanti 11 fratelli dell'elenco. Siete foco, e brucerete lo mondo intero. Marte vi domina, ma la clava dovreste appoggiarla lentamente qui, da bravi. Se arrivate alla fine dell'anno sulle vostre zampe, vi prometto che avraete un nuovo giochino per le vostre battaglie contro i mulini a vento.

Tori
Questi zoccoletti che portate tanto orgogliosamente in giro per il prato, non sono poi granché. Dateci una lucidata, suvvia. Il pelo è liscio, l'anello al naso d'oro zecchino, le corna alte. Non scenderete al centro dell'arena nel 2013 per farvi matare, ve lo prometto. Il matador lo guarderete da lontano pensando: " Il rosso non ti dona".

Gemelli (tanti)
Siete due, e questo è già un problema. Non parlatevi sopra, aspettate il vostro turno, datevi la mano attraversando la strada. Se perdete a vostra innata metà, puf!, non siete più voi. Ma basta che vi giriate, il fratellino (sorellina) è dietro di voi, solo un po' in affanno. Piantatela di correre incontro la futuro, datevi tregua.

Cancri
Le zampette da crostaceo hanno ripreso quella sfumatura rosea e anche purpurea dai: cosa volete di più!? In voi c'è sempre il sapore del mare, e alcuni sassolini ve li portate sempre sotto la corazza. Vi consiglio di farvi un bagno defaticante e grattarvi lì dove vi prude: sarà mica il sassolino dimenticato a darvi fastidio, mh!?

Leoni
Roar! Vi piacete, vi piace piacere, vi piace che vi si dica che ci piacete. Beeene, andiamo oltre? Se vi raserete la criniera sarete sempre i re della foresta, e le leonesse faranno sempre la coda sotto il vostro albero. Perché non è la potenza che ci piace di voi, piccoli gattoni giallo ocra, ma il senso di sicurezza delle vostre fauci serrate in silenziosa osservazione (e controllo) del mondo.

Vergini
Vorrei sapere perché sbuffate, ma avete visto gli altri 11 segni!? La precisione (pfff) che vi portate appresso dovrebbe farvi notare come il bello di un evento inaspettato, il vento che arruffa la cotonatura, il trucco che si sbava dopo un bacio con la lingua siano quelle poche cose che vi salveranno l'anima pura e casta fino alla fine dell'anno. Forza, lasciatevi andare. Mollate il bottino!

Bilance
Quanti pesi, quante misure. Ammirate il bello, lasciatevi incantare, non misurate tutto. Poi l'anno è quasi over, e ci saranno tanti piccoli bilancini nuovi per tutti voi. State in equilibrio, non barate sul peso, lasciate parlare chi sa sempre quello che dice. Voi siete il segno del 2013, Maya permettendo.

Scorpioni
Wella peppa, chi volete pungere ancora! Abbiamo già curato tutti i graffi che avete lasciato sulle schiene di poveri ignoranti, forse dovete pensare a un nuovo hobby per l'inverno in arrivo. Suggerisco la briscola, che vi rilasserà. Tanto a gennaio ci sarà una nuova vittima per voi. Succulenta e gnammy gnammy oh!

Sagittari
Questo enigma che siete anche per un'abile interprete delle stelle, quale sono, mi lascia sempre perplessa di fronte al vostro quadro astrale. Non so cosa dirvi, non vi conosco mai abbastanza, siete forse troppo intelligenti. Direi che meglio di così non vi potrebbe andare, no? Complimenti a go go.

Capricorni
Ancora!? Ancora!? Forza, cos è quel muso imbronciato adesso? La mamma vi ha sgridati, I know. Ma voi siete silenziosi, non parlate, fate di testa vostra e poi... poi vi lamentate perché non vi capiscono. Usate l'alfabeto, una lingua (per parlare, furbetti) a caso, gesticolate. Ma non pretendete che impariamo a leggervi nel pensiero. Anche se sì, siete sempre ed incomprensibilmente in cima alla nostra lista dei preferiti.

Acquari 
Quanta acqua, vero!? Oh, scusate, sappiamo che le battutacce non vi piacciono. Questa poi era stupida davvero. Siete umidi, siete fragili, siete pensierosi? Non è vero, bugiardi! So cosa avete in mente, so che avete un piano perfetto, so che state aspettando solo il momento di distrazione altrui. Le imprese coraggiose mi piacciono, sono al vostro fianco e prometto niente più facili parallelismi con H2O.

Pesci (tanti)
Arrivate in fondo la gruppo, ma date ordine a questa ciurma di pazzi. Fate branco, nuotate agili, pensate a come cambiare il mondo nel frattempo. Se qualcuno rimane indietro, ci siete sempre voi ad aspettarlo. La sensibilità non si impara, è un dono di natura. Muovete le pinne in sincrono, la fatica è quasi finita, vedo luce in fondo al tunnel.

lunedì 29 ottobre 2012

AMICHE PFIGATE


Ciao Lettori.

Non mi siete stati attenti. Rileggendo gli ultimi post, escludendone solo qualcuno, ho infatti notato quanto l’argomento A Come Amore Cuore Dolore sia preponderante. Dear Writer! It’s time to ch ch ch change.
Oggi è il giorno dell’allegra brigata delle Amiche Sfigate.

Enjoy la gioya!


No guarda, non me ne faccio una ragione…
Gli anni che passano? Eh...
Ma che cazz’…!? Parlo di questo.
Fammi leggere … “Lorenzo Giovanotti in concerto. Il Tour 2013 bla bla bla”. Oddio no. Non avevi risolto questo problemino con le pop star italiane dalla esse sbirulina?
Mi ero illusa. Poi ieri puf! tutti a postare status in cui comprano su ticketone biglietti per San Siro per Luglio 2013 fottendosene delle profezie Maya, tutti che mettono ‘Il più grande spettacolo dopo il big bang, il più grande spettacolo dopo il big bang, il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi, io mammate e teeee’ e io scopro l’amarezza della solitudine di colei che ‘Cecchetto te possino’.
Puoi per favore dare una prospettiva realistica a tutto questo? Avrei bisogno di un consiglio importante, sono venuta apposta, do you remember?
Ok, dimmi tutto sono tutta tua tutta orecchi niente ciccia e niente brufoli.
No vabbe’ ti sparerei, torno a casa…
Volevi il jingle cantato, vero!?
Tu mi volevi il jingle d’apertura ‘Ladies, Gentlemen and Choosies, here is the great and inimitable PROBLEMONE DELLA SERHATA”. Spara.

Spara ho detto! Dai volevo farti sorridere un pochino
J
Sei penosa. A confronto il mio problema …
Bellina cicciolina, vuoi che torniamo a Jova?
Mh, okay. Allora, la mia capa mi fa stalking.
Mobbing semmai. Diciamo parole a caso e vediamo se azzecchiamo l’anglicismo!?
Ahahah. Ho detto stalking!? Ahahahahah + ahahahahah + ahahahah. Oh cielo che ridere, aiuto soffoco.
Due minuti fa eri triste e disperata. Torna nella parte, mi destabilizzi così.
Scusa scusa… mi sistemo … ecco
L Diiicevo, questa figlia di buttana mi ha preso di mira. Dice che non va bene questo, che devo rifare quello, che mi puzza l’alito.
Sul punto terzo ecco io come dire… ma ti lavi i denti regolarmente?
Ma io t’ammazzo…
Dai Donna Che Usa Il Filo Interdentale Come Tanga, veniamo al dunque. Lei ti fa pressioni?
Mi snerva, in un modo sottile, subdolo. Ho pianto sai l’altro giorno in pausa.
Ma io questo lo faccio sempre. E se non eri accovacciata al cesso degli handicappati del primo piano non ha lo stesso valore.
Tu piangi al lavoro?
Pfff. Piango, vomito, mi metto lo smalto per inalare roba tossica e perdere temporaneamente i sensi e una volta ho masticato 4 Big Babol per fare un pallone mega e avere la scusa per andare in bagno a sciacquarmi il viso e starci un quarto d’ora buono.
Ahahahahahahahahahahaha….. aspetta, ti prego, tregua. Ahahaha non ce la faccio. Ma come fai… come riesci ad andare in ufficio tutti i giorni se ti riduci così?
Metto a palla Lorenzo Cherubini in auto nel tragitto da casa al lavoro. Entro che sono altamente rincoglionita dalle rime baciate. Per due ore sono anestetizzata fino a che il ricordo che dolore provato nel sentirmi canticchiare ‘Pferenata rap mettiti con me non pfono un figlio di puttana’ mi fa sanguinare i polsi da soli e poi arriva la pausa e niente penso che altre 4 ore posso farcela. E’ pfopravvivenza pforella, solo quepftione di pfopravvivenza.

venerdì 19 ottobre 2012

POST #06 (Crying/ C C C Crynig)

Ciao lettori.
Enjoy la continuazione di ELEANOR
Colonna sonora consigliata  Cry To Me, Solomon Burke

Ho ricominciato a fumare. L'ho lasciata, e mi sono trovato in casa due pacchetti intatti in quello che fu il suo cassetto in camera da letto. Cosa potevo fare scusate, cosa? Poi l'ho chiamata, ma c'era la segreteria. Così le ho lasciato un messaggio, fumando. 'Ciao Eleonor, sono io. Mi stavo chiedendo se non ti andasse di vederci, al bar di Joe, stasera. Ho trovato delle cose che dovrei ridarti, e niente... fammi sapere se riesci, ok? Ciao'. E' riuscita. Ci riusciva sempre. Si è presentata spaccando il minuto, con un paio di jeans che ricordavo bene da tante erano le volte che glieli avevo sfilati. Secondo me non le stavano benissimo, le fasciavano il culo un po' troppo, e boh mi sembrava sempre volgare il suo culo così fasciato. Invece era stupendo al mattino, sotto i pantaloncini del pigiama leggeri e leggermente stropicciati. Era morbido al tatto, e dolcissimo al palato. La morsicavo spesso.

Invece quella sera è arrivata in jeans e magliettina, cappotto pesante blu scuro, sciarpa stretta attorno al collo, capelli profumati di shampoo, trucco abbozzato. Era curata a modo suo, faceva sempre a modo suo, e s'incazzava se glielo facevo notare. 'Non ripetermi più quanto sono strana, me l'hanno detto per una vita intera'.

Ciao, tutto bene?
Ciao Eleanor, ci sediamo... ti va?
Mh mh, aspetta solo un secondo che rispondo a un messaggio ed entro.
Ok, prendo il tavolo.
Ok, arrivo.

E' rimasta fuori a digitare su un cellulare che non le avevo mai visto. Poi è entrata togliendosi la sciarpa, buttando la borsa sulla sedia, inciampando nella sciarpa srotolata ai suoi piedi.
Oh cazzo... 'Sta merda di roba cazzo...
Ti aiuto?
No no stai tranqui, ce la faccio. Eccomi, ready. Dimmi tutto tesoro. Anzi, dammi tutto eheheh.
Ah sì, ho trovato un pacchetto di sigarette e una scatola con delle cose tue private... almeno presumo siano private.
Una scatola? No, non avevo nessuna scatola.
Possibile? Mia non è.
Fammela vedere...
Non ce l'ho con me.
Eh!? Ma se volevi ridarmela scusa.
E' grande, è pesante. Dovremmo salire, così te la carichi.
Ma sono in metro... Dubito di riuscire a portare una cosa che tu non sei neppure riuscito a trascinare giù dalle scale per due piani...
Ah porca, non ci avevo pensato!
Beeene, viaggio a vuoto quindi.
Volevo vederti.
...mi stai vedendo bene adesso? Noti qualcosa di diverso, qualche nuovo difetto insopportabile, qualche nuova colpa per cui fustigarmi, qualche motivo per decidere che ti soffoco e ti rubo lo spazio vitale, qualche capello fuori posto, qualche chilo di troppo, qualche chilo in meno. Dico, sei sicuro di vedermi bene tutta e per intero o mi alzo e saltello su una gamba sola? Così controlliamo anche l'equilibrio, eh!?
Ecco, sei partita. Avrei voluto parlare un po', ma è evidente che non ce la fai.
No, non ce la faccio mai. Mi spiace aver deluso le tue aspettative a riguardo.
Non facciamo come al solito.
Non c'è più un solito qui. Siamo over. E adesso salta fuori una mega scatola di quintali di cazzate che ups! mi devi ridare. E ups! la scatola è di sopra. E ups! vorresti parlarmi. E ups! ti scazzi se parlo a macchinetta. E ups! ne ho pieni i coglioni dei nostri dialoghi del cazzo. E ups! adesso ti alzi e mi lasci qui come una stronza perché (lo dirai) 'Non sopporto certe scenate'. Se vuoi che mi fermi dimmi tu.
Continua.
Mancava solo la parte in cui mi alzavo pure io e piangevo verso il mio nuovo appartamento.
Piangevi?
...
Hai pianto?
...
Non ti ho mai immaginata piangere, sai.
Meglio, non sono molto carina solitamente quando piango. 
E poi, dopo che piangi?
Mi asciugo, mi lavo la faccia, mangio qualcosa, esco, torno al lavoro. Dipende del momento della giornata.
Ah beh certo, questo è ovvio.
...
Vorrei vederti di nuovo.
Prima mi devi far finire di piangere. Ti chiamo io semmai.
No ti va...
Mi va tanto.
Però...
Però devo finire di piangere. 

domenica 14 ottobre 2012

POST IT #05 (He's gonna leaving me)

Ciao Lettori,
E'il turno di Eleanor.
 ***QUI***  trovate il filo della storia d'amore che sto scrivendo per voi,con un po' di fatica perché la vita ogni tanto mi distrae dal compito che mi sono scelta da me. 'Become what you are/ Don't bother friends/ Make Love till the end of time'.

Enjoy.


Non posso più aspettarlo, e non credo lui voglia essere aspettato oltre, a dirtela tutta, Joan. E' distante quando avrei bisogno di averlo vicino, ed è vicino ma assente quando avrei voglia di spiarlo da lontano. Per cogliere l'insieme , me l'ha svelato una professoressa di latino, è necessario mettere spazio. E sai cosa vedo, quando lo guardo da un kilometro? La sua vita Joan, la sua vita così bella, Joan, solare e piena, in esplosione costante e potente. Joan, lui sta bene. Sono io la sua zavorra, il cruccio che lo tiene sveglio mentre dormo al suo fianco. Joan, sta per accadere di nuovo, mi sta lasciando andare.

Joan è l'amica di Eleanor, la sta ascoltando dall'altro lato del telefono. E' silenziosa, evita commenti superflui, neppure annuisce. Sa che Eleonor ha ragione, che sta succedendo quello che già hanno visto succedere solo pochi mesi prima. Ciao Baby Ciao.

Joan... Joan non voglio legarlo, io non... io non... io non so cosa fare. Ecco l'ho detto. Lo amo talmente da non sapere cosa fare.

Mangiare un po' di torta al limone, tra una confessione e l'altra, serve. Eleanor addenta una fetta morbida, il sapore della crema si attacca alla lingua, la dolcezza si fa spazio.

Mi viene da ridere, Joan. Non sono molto normale. Di solito si piange un po', si cercano i coltelli in cucina, si gratta la ferita per sentire ancora il dolore. Io ho fame di Lemon Cake, e rido.
Joan... credi sia normale? Sono pazza eh!?

Joan ride, Eleanor ride. Sei giorni dopo Eleanor viene mollata, per la X volta.
L'autunno è iniziato, fa freddo la sera senza collant, il maglione preferito di Eleanor è uscito dal cassetto, le cose accadono, le cose passano.

sabato 6 ottobre 2012

VS PRINCESS

Ciao Lettori.
Oggi ho comprato uno degli album che hanno cambiato la mia vita, per regalarlo a una ragazza preadolescente che mi sta molto a cuore. Save the teenager, save the world.

Enjoy, e preparate il machete piccolini.


Amici,

è per me un piacere, ma soprattutto un onore, avervi alla mia tavola. Il cibo ci tiene caldi, il vino allegri. I vostri volti, così familiari, raccontano quasi la totalità della mia vita.
Alcuni di voi sono stati testimoni dei miei più grandi fallimenti, come ragazza, donna, compagna e madre. Altri hanno condiviso la mia serenità: attimi brevi, scambi di sguardi, carezze leggere. Pochi mi hanno vista piegata in due sul cesso di una casa non mia, e solo uno, tra tutti voi, ha scoperto dove si nascondeva il mio giardino segreto senza avere paura d'entrarci.

Ho compiuto gesta grandiose, il mondo lo ha riconosciuto, e mia ha indorata di monete, applausi, ghirlande e molte caramelle Rossana. Eppure, amici, c'è ancora un'ingiustizia che pulsa forte nel mio petto. Sono le principesse cafone, che profumano di un profumo volgare, che parlano con un tono di voce volgare, che hanno un guardaroba vario sì, ma volgare, e che fanno ginnastica in modo così estremamente volgare. Vale a dire con le tute di ciniglia, che ormai neppure Madonna Luisa Ciccone mette più.

Sono maleducate, e lo saranno sempre fino a che qualcuno non glielo farà notare. Quindi amici, miei carissimi amici, nonostante la vostra compagnia valga per me più di un cervo alato dai poteri terapeutici, nonostante il sorriso dei miei figli sia la cosa più difficile da lasciare, e nonostante il mio valido compagno non sappia caricare una minchia di lavastoviglie all by himself, ho deciso di partire e combattere.

Sentirete parlare di me, i messi viaggiatori faranno il loro dovere, le notizie scorreranno fino qui, nella Terra Dell'Amore Condiviso. Non sarò sola, non temete: ho raccolto i miei più fidati cavalieri, uomini e donne valorosi, e con loro sarò sempre protetta.

Non siate tristi ora, continuate a brindare.
Tornerò anche se perdente, e troverò nuove motivazioni per andare avanti.

Adesso, che entri il tacchino!

giovedì 4 ottobre 2012

ONE OCCASIONE

Buongiorno lettori.
Dovrei cercarmi un editore.
Enjoy intanto.


Claire stava aspettando il suo caffè, seduta ad un tavolino del bar. Era puntualissima, pulitissima, profumatissima. Quando ripenso a come stavo solo pochi mesi fa, tutta questo -issimo mi dà la nausea. Poi arrivò Paolo e le chiese di sposarlo, seduto allo stesso tavolino del bar, poco meno puntuale di lei. Non credi siamo fatti per... ? Claire macinava stati di confusione e rabbia sotto il fondotinta steso con una spugnetta assorbente dall'effetto opacizzante. Paolo, tu non sai quello che stai dicendo. Noi è già tanto che ci siamo incontrati santo dio, come puoi immaginare di abbracciarmi per tutta la vita!? Paolo si strinse il nodo della cravatta, immaginando di abbracciare Claire per tutta la sua vita: una morsa elastica, in cui inserire calcetto con amici, compleanni e ricorrenze, primi passi di primi figli, code in autostrada verso località balneari, amore forte e vero e infine vecchio. Non mi ami come ti amo io, lo so.. Lo vedo. Ma Claire, guardaci, non vuoi darci un'opportunità? Claire lasciò cadere il cucchiaino del caffè che nel frattempo era arrivato al tavolino. Avrebbe desiderato un'opportunità, certo che sì, senza dubbio, era pronta per un'opportunità , voleva cogliere una cazzo di opportunità. Ma poi guardò Paolo, e sputò il pensiero più sincero che avesse. Paolo, mi credi meglio di quanto io sia, hai falsato la nostra storia con le tue aspettative, hai voluto guarirmi senza  darmi la possibilità di perdermi. Hai riverniciato, hai sistemato, hai persino lavato i vetri di una casa che non ho mai avuto intenzione di costruire con te. Io sono malata, io soffro, io piombo in stati d'ansia banalissimi eppure ogni volta sconvolgenti per me. Ma, sopra ogni cosa, Paolo, io non solo non ti amo, ma non lo farò mai e non vorrò mai farlo, e non potrei mai volerlo, e non vorrò mai poterlo fare. Riesco a sostenere questa conversazione esattamente con la stessa intensità con cui lo stai facendo tu, ma per un motivo diametralmente opposto. Paolo la interruppe qui, sul più bello. Si slaccio la cravatta, poggiò la schiena alla sedia, le sorrise.Quanto stai male, da uno a dieci? Claire rispose Non sono cazzi tuoi sai, Paolo. Lui mise le mani in tasca, e distese le gambe sotto il tavolino. Claire, sei sempre stata onesta, alle volte brutale, spesso decisamente maleducata. Usi parolacce per prendere il tempo per pensare, spargi rumore per disorientare gli altri, ti vergogni come una ladra della tua depressione incurabile, stai male, e non sei così intelligente come credi. Ma quando mi sorridi senza ragione, in quel preciso istante soltanto, mi spacchi il cuore e ci entri dentro con tutta la tua merda. Claire rimase scioccata: Paolo non aveva mai usato la parola merda in tutta la sua vita, neppure osava scriverla la parola merda, digitava tanti asterischi e via. Hai detto merda...Te ne sei accorto? Tu hai appena pronunciato merda, e lo hai fatto parlando di me. Vuoi ancora sapere quanto sto male? Paolo fece sì. Appena entrata, seduta e in attesa, stavo male da 7, dopo che mi hai chiesto in moglie stavo male da 9. Quante occasioni vorresti darci.. ? 

Una, Claire, ma ci basterà.

venerdì 28 settembre 2012

Give me my Arcade Fire, please

Ciao lettori.
Settembre sta finendo, i Righeira lo dicevano, no?

Enjoy con questa in sottofondo e capirete cosa intendo WAKE UP.


Promettilo.
Che cosa...?
Mi ci porti, al concerto degli Arcade. Promettilo per favore.
Ma quando suonano? E' uscito il nuovo album? Ma a me piacciono, soprattutto!?
Non è questo il punto.
Tu dici? Ok allora ti prometto che andremo a vedere un concerto che non ci sarà.
Dai per favore, perché non puoi farlo!?
Ma cosa? Portarti a vedere un concerto che non c'è? Te lo devo really spiegare?
Perché non puoi promettere che lo farai, quando verrà il momento? Questo intendo.
Andando oltre per un attimo, seguimi: perché mi devi smaronare così, randomly, con domande che sai benissimo non ci portano da nessuna parte se non al punto in cui tu sputi fumo dalle narici e io faccio sì sì sì con la testa ma senza ascoltarti?
Dio che pesantezzaaa. Facevo conversazioneee. Vuoi parlare del del del... di cosa vuoi parlare?, dai, spara.
Io di niente.
??? NON TI VA DI PARLARE CON ME ???
Ok che problema abbiamo? Forza, su, dai.
Nessunissimo problema.
Ehi?
Eh?
Ehi tu?
Mh?
Adesso tanto piangi, stai a vedere.
Mi hai fatto incupire.
Ma ti rendi conto che sei una delle poche persone al mondo che direbbe 'incupire' in una conversazione?
Mi hai creato un momento di tristezza profonda, toh.
A che punto del dialogo, scusa?
'Non ho voglia di parlare con te', più o meno lì.
Non ci credo, c'è dell'altro.
Sì, forse.
E dovrei scoprirlo dopo aver trafitto il drago con la spada, immagino, se poco poco ti conosco.
Esatto! E poi ? E poi? E poi? Dai continua!
Allora: prima uccido il drago, poi sgozzo la principessa bionda e tinta con la mia lama lucente, poi soffoco il nano barbuto con la borsa del super, infine ti salvo bruciando il castello del mago. Che dici?
Zììì! E poi? E poi?
... poi mi connetto, e provo a vedere se gli Arcade hanno qualcosa in uscita.
MMMitico! Visto, era facile.

giovedì 27 settembre 2012

Dovreste leggere i classici, senza citarli a memoria all'ape però. Il contesto è importante.

Ciao lettori.
Enjoy.



Io ricordo immagini, poi associo le immagini ai ricordi, e poi...
Lo fanno tutti questo, non sei niente di che.
Ma cosa c'entra!? 
Non lo so, hai iniziato tu, commentavo. Ahhh ma forse stavi parlando con il tuo amico immaginario!
Mmm (onomatopeico)
Ah no guarda, sbollisci velocemente e possibilmente in silenzio che tra poco esco. 
Non ti rispondo.
L'hai appena fatto. Comunque ok, finite le ostilità.
Ma cazzo, volevo dire una cosa bella e mi hai rovinato l'incipit. Appproposito sai cos'è un incipit?
No. Spiegamelo tu che sai tutto eccetto il significato della locuzione 'essere maturi'.
Ma sti grandissimi cazzi. Ma ciao. Ma esci pure va.
E poi posso non tornare mai più?
Vuoi non tornare mai più? Non tornare mai più.
Stai litigando con il tuo amico immaginario adesso?
Mmm (onomatopea furens)
Il tuo amico immaginario è stato maleducato? Ma dai, ma non lo sa che hai un carattere di merda e che non stai allo scherzo se non è giornata e che poi produci solo suoni identificabili con muggiti di vacche alpine!? Ma che amico c'hai!?
Non farlo eh... Guarda che prendo fuoco.
Ok senti, mi sto preoccupando. Oltre all'amico Image, c'è anche l'Uomo Torcia qui in giro? Cioè, è un'ammucchiata? Quanti siamo?
Ma non stavi uscendo per sempre senza tornare mai più?
E tu non stai sorridendo, vero? Ciao, torno per cena basta che cucini.


Nota del narratore* Alle volte vorrei essere un grande autore russo, cogliere l'essenza delle vite degli altri, ridarvi il senso dei vostri sentimenti, spalmare l'eternità in ogni momento. Poi non ce la faccio. Ma se vi capitasse di sostenere un dialogo così, comunque, fatemelo sapere. Fëdor Michajlovič Dostoevskij non ti temo.







domenica 23 settembre 2012

THE MASTER

Buona domenica.

Una buona notizia per tutti: il 30 ottobre pv esce il nuovo libro di J.Franzen. Una raccolta di saggi intitolata Più lontano ancora (Einaudi, trad. Silvia Pareschi, 20 scudi, 300 pagine). 
Basterebbe questo per vestirsi a festa, mettere i sandali alti, laccarsi le unghie di rosso, e uscire. Infatti ora scrivo, poi zac! mi vado a rotolare fuori.

Enjoy per un motivo a caso.


Quando mi sono addormentata, ieri notte, avevo una serie di pensieri. Uno come pagarci la rata dell'auto il mese a venire. Due cosa dire alla mia amica, nel rifiutare gentilmente l'invito al compleanno del pargolo nato ormai due anni fa. Tre ricordarmi con tutte le forze di controllare la scadenza del latte, prima di usarlo per preparare la torta che sì, avrei portato alla festa del bimbo della mia amica. Quattro trovare l'orecchino con la tigre che forse proprio il figlio della mia amica mi aveva preso tempo addietro. Cinque chissà come si chiama 'sto bambino poi. Sei... zzz.

Ho dormito come faccio sempre quando arriva questa bellissima stagione. Come un cucciolo di muflone  raggomitolato sotto la pancia della mamma muflona; incurante del tempo, delle facce dei turisti, degli adolescenti che si accoppiano giù, nel prato. La pesantezza delle vite degli altri è niente a confronto del sonno dopo l'estate. Cadere sulla terra umida, trovare la posizione, alzare gli occhi un attimo prima di dire 'ciao, ci vediamo a primavera'.

Poi stamattina ho trovato il caffè caldo e tre fette di pane e la marmellata e un succo alla pesca temperatura ambiente, il quotidiano e l'inserto e il romanzo che sto leggendo sul tavolo in cucina, la casa vuota, questa canzone IL MASTERPLAN accesa. E ho capito che avevi capito. Al mattino sono una bestia; ma se mi prendi bene, mi lasci sola, non mi parli, magari ti allontani pure, poi è tutto in discesa. E la vita ci sorriderà, te lo prometto amore.

"Take the time to make some sense 
Of what you want to say
And cast your words away upon the waves
Sail them home with acquiesce
On a ship of hope today
And as they land upon the shore
Tell them not to fear no more
Say it loud and sing it proud today [...]"

(The masterplan, Oasis)


lunedì 17 settembre 2012

POST IT #04

Ciao lettori.
Ho scoperto che scrivo per lo stesso motivo per cui lo faceva Kafka. 
Spiegarmi l'inspiegabile, farmi spazio, darmi voce.
Sono innegabilmente una grande parakula, con la K di.

Enjoy il  POST #04 - We are a Love Story


ma ciao. quando ti svegli fai scendere il cane della vicina per favore, le ho promesso di farlo pisciare mentre lei è in vacanza ma sono in rit e non ce l'ho fatta. grazie! :) ps. ti amo anche se non lo fai, ma perché farmi incazzare così dopo che ti ho scritto per la prima volta che ti amo!?


Sono tornato con Eleanor, e lei mi ha lasciato un messaggio sul frigo che non ha bisogno di commenti.
Non so se ho fatto bene, a cercarla dopo che me ne ero liberato. Vi confido che mi fa paura come riesce a dire (scrivere) quello che le passa per la testa senza problemi. E' allineata a se stessa, procede sorridendo in mezzo ai rovi, si spalma la crema idratante prima della battaglia, ha cicatrici raccapriccianti sulla schiena ma non le nasconde. La sua semplicità mi uccide, la sua complessità mi spaventa. Penso di averla capita, lei cambia. Eppure è certa di amarmi, mentre io non so. Ci sto, la guardo, mi lascio trascinare, mi domando, mi nego, mi rimetto in carreggiata, me ne sbatto.
E' un casino. Ma nessuna, fino a questa mattina, mi aveva lasciato una dichiarazione così in cucina. Quindi intanto temporeggio, poi in caso vediamo come fare.

mercoledì 12 settembre 2012

Imbarazzo

Ciao lettori
sto finendo di leggere un'autobiografia scritta da uno dei miei ultimi best scrittori. 
Come immaginavo, sono fottuta. 
Vi basti sapere che vorrei non finisse mai, e che l'invidia che mi monta dopo ogni 2 pagine, indicativamente, è ormai insostenibile per il mio ego. 
Se questo post vi sembra un po' sottotono, conoscete adesso il perché.

Enjoy e do not infierite.


Questo silenzio è abbastanza irreale, penso mentre Luigi continua a fissarmi. Avrei anche la carne da scongelare, e Luigi non spiccica parola. Eppure ho l'espressione 'E' finita + Sono esausta + Ti ho donato i miei anni migliori + E' colpa tua, e in parte di tua madre volendo dividere equamente le responsabilità del nostro fallimento come coppia'.
Quindi, voglio dire, Luigi, perché mi fai questo?
Ad una certa provo a muovermi, allungo il passo e faccio quel gesto che sappiamo significa 'E' ora, devo andare': guardo l'orologio.
Ma iddio solo sa, Luigi non fa una piega. Non sposta lo sguardo, non apre la bocca.

Adesso, sarà capitato a tutti un momento di imbarazzo nella vita. A me pochi, perché ho sempre pensato di essere molto carina e simpatica e adorabile; ma capisco che ai più possa essere successo. Inciampi e cadi entrando in riunione. Fai una puzzetta in coda alle Poste. Ti cade l'olio giusto fuori dal super. Corri trafelata verso il tram, lo manchi, stai in affanno per i successivi 5 minuti alla fermata. Non sai come aprire i gamberoni al ristorante e ti mangi anche la crosta (crosta?).
Ma quello che sto vivendo ora non è esattamente imbarazzo. Luigi potrebbe anche essere caduto in trance per quanto mi riguarda. Io vorrei solo attraversare la strada, e ciao!

Non capisco cosa voglia sentirsi dire, ma non voglio chiederglielo. Pensavo che essere sparita, essermi negata, non averti salutato l'altra sera in quel locale pieno di musica e gente biasimabile se non altro per l'insistenza con cui si ostina a indossare i ray-ban alle dieci di sera fosse un numero di prove ragguardevole per capire che TI STAVO MOLLANDO COME NEPPURE UN CANE IL 15 DI AGOSTO.

Quindi adesso cosa potrei aggiungere? Uso un verso di una canzone?
'Io non me lo so spiegare', troppo ermetico?
'Se io, se lei...' troppo Antonacci vero? Sì scusa, ti voglio lasciare, non distruggerti. 
E se piangessi? Provo? Funzionerebbe?

Ma dio Luigi, parla per favoreee, stai abusando della mia pazienza da Miyagi.

"Quindi...?" dice lui.
"Quindi... quindi... eheheh. Senti davvero, non è una cosa che faccio spesso, ma questo giro mi tocca. Per me, è finita qui."
"Sì okay, ma mi ridai le chiavi di casa mia per cortesia?"
"Ahhhhh."

Da uno a dieci, questa la metto solo dopo la puzzetta alle Poste.

lunedì 27 agosto 2012

Post it #03 (ok non è un post-it, scusate)

Ciao lettori, buon rientro.
Abbiamo un po' di faccende lasciate appese come i panni al filo ad asciugare, vero?
Ogni cosa a suo tempo, sedetevi e piantatela di dare fastidio al vostro vicino di banco.
Salutiamo ELEANOR. Capito numero tre.

Enjoy.


Quando mi sono ripresa quello che era l'uomo che pensavo di amare e che poi effettivamente era tale, avevo i capelli tinti di nero. Un po' catwoman, mi sono detta, sarò la gatta sul tetto che scotta e farò male a qualsiasi persona/animale che si metterà tra di noi da oggi e per sempre. Mi sbagliavo, per lo meno su colore dei capelli: il nero corvino faceva a botte con il mio incarnato pallido e assorto. Divenne frustrante dover spiegare a  tutti che 'lo so che stavo meglio prima, rimedierò presto, abbia pazienza, errore di valutazione cromatica'. Mi pettinavo con rabbia, e qualche brutta parola irripetibile devo averla pronunciata di sicuro sotto la doccia durante lo shampoo. Dio santissimo perché mi hai abbandonato?

Non so neppure dirvi come sia capitato, il fatto del colore dico. Sono lì che penso che se mi continua a telefonare, forse mi deve dire qualcosa di importante, e forse mi manca un po'. Quindi corro da Antony, il mio parrucchiere, e gli chiedo quella tonalità scura come il petrolio che illumina il viso di Angelina Jolie, ma non il mio (come capisco da lì a due ore). Per essere un po' diversa dalla vecchia me, che lui aveva mollato tempo prima, per iscritto, sparendo come un mammut.

La prima volta che ci rivediamo, a questo punto dovrebbe esservi chiaro, non mi sento a mio agio con la mia chioma. E sto in silenzio per tutto il tempo, pensando a come mi vedrà con questo alone di pece che mi circonda gli zigomi, e penso che mi vedrà malissimo, e penso che se aveva qualche dubbio su tornare con me gliel'ho fatto presto svanire. Io e la mia tinta da wonderwoman.

Infatti a un certo punto, così, senza preavviso o motivo apparente, eccolo.
'...e poi sbaglio o hai fatto qualcosa hai capelli?'
(Cazzo, ma non ti accorgevi mai di niente un tempo!) ' Sì, uno sbaglio'
'Eh?'
'... dicevo che ho sbagliato la scelta della tinta, qualche tempo fa. Sto aspettando che sbiadisca, così quando sarà definitivamente scolorita ed io sarò ancora più imbarazzante, beh ecco allora potrò cambiare colore...'
'Ehm, faresti bene in effetti. Ihihih'
Sgrano un po' gli occhi, ma in fondo come dargli torto!?
'Non fraintendere, non avrei mai usato le parole che hai usato tu per dirlo, ma il castano naturale mi sembrava meglio...'
'Sì, è quello che volevo dire infatti'
'Senti Eleanor, capelli a parte, stai bene...?'
'Certo. Insomma sono un po' affaticata dalle solite cose, ma sì, sono felice come non pensavo sarei mai stata'.
'Ammazza...'
'Avresti preferito sentirti dire che stavo di merda?'
'Noooo nooooo noooo davvero...'
'Già. Bene. Quindi noi siamo qui per valutare le nostre condizioni di salute post rottura? Era questo l'intento mh?'
'Penso di aver fatto un errore anche io'
'E non parli del colore dei tuoi capelli'
'Mi dispiace'
'Ma dai. Non ci sarei arrivata, dopo le cento mail che mi hai inviato sai e...'
'Ehehehe'
'Ma che cazzo c'avrai da ridere. Guarda che ci è mancato poco che ti classificassi come spam'
'Ahahah'
'Mooolto bene. E dopo averti fatto ridere come un pazzo, io vado. Ciao Cuor di Leone, sarebbe stato bello fare pace e tornare insieme a casa, e avere una conversazione sincera, e osservarci come se fosse la prima volta dopo secoli, e chiederci notizie inutili di cui non ci frega niente solo per il piacere di poterlo fare di nuovo. Ma vedo che è decisamente chiederti troppo. Salutami tutti, se ci sono ancora tutti ovvio'

Quando trovo le parole per dirlo, poi diventa facile. Perché lo amavo, e gli credevo, e lo volevo, e dei miei capelli non me ne fregava poi così tanto alla fine.

domenica 26 agosto 2012

Due cacciatori di nazi mi spiegano un concetto fondamentale

Buon fine agosto lettori!
Se siete abbronzati, ricordatevi l'idratante prima di dormire perché la pelle si secca velocemente in superficie e niente, poi finisce che vi desquamate e non siete proprio un bel vedere. 

Enjoy caldo e autunno coming.


Ho conosciuto due cacciatori di nazisti, che mi hanno spiegato alcune cose. Lui è francese, e quindi un po' lo capivo senza bisogno di gesticolare come una marionetta posseduta. Quando non mi era chiaro quello che diceva, mi bastava alzare un po' la mano e grattarmi, come una scimmietta - sempre un po' posseduta, e lui ripeteva. Bla bla bla bla e bla bla bla bla. Lei, la moglie, è tedesca: qui andavamo di inglese, e dialetto volendo. Sì, avete capito bene: una qualità indispensabile per un cacciatore di nazisti è, l'ho scoperto anche io poco fa, mettere a proprio agio l'interlocutore, calarsi nelle sue abitudini - anche linguistiche, per stanarlo quando meno se l'aspetta. Vale a dire con le mutande abbassate, possibilmente un po' a novanta.

Tra una tazza di te, che, un po' per semplice istinto di sopravvivenza, non ho esitato ad accettare (una cacciatrice di teste nazi, anche se sorride gentile, è sempre una cacciatrice di teste nazi, ho pensato), e pile  di fogli ingialliti raccolti in faldoni classificati secondo un ordine per me troppo complicato da afferrare, mi sono sparata due ore di chiacchiere su come organizzare un rapimento per riportare la faccia di culo in questione nel paese d'origine dal quale fuggì anni addietro. Obiettivo del gioco: tirare su un po' di casino, affinché gli organi competenti notassero le tante facce da culo sparse tra una Colombia e uno stato X del Sud America. Mi scuserete, ma non riesco ad essere più precisa sui fatti storici. Primo: non memorizzo facilmente date e nomi personali di città e persone. Secondo: non state leggendo un saggio storico dai. Quindi non rompete.

Tra gli aneddoti, le immagini della foto gallery, il bianco e nero sbiadito, le righe dei pigiami a righe di bambini  ebrei,  e quel sapore di passato celebrato da libri, romanzi, inchieste, film e molto altro, porto alla vostra attenzione un piccolissimo irrilevante particolare per la Storia. Lui e lei sono sposati. Lui l'ha notata in metro, a Parigi, e senza chiederle neppure l'add su fb, se l'è impalmata. Prima di incontrarsi non erano cacciatori di teste di cazzo. Poi lo sono diventati insieme, facendone un lavoro.
Durante la nostra chiacchierata, tra il te e lettere di ignote Anne F., butto lì la domanda che mi spinge sulle tempie da quando mi sono assettata. 'Come avete fatto a vivere una vita così di merda, quando avreste potuto scegliere un impiego al centralino delle compagnie aeree dei vostri paesi in piena fase boom economico?'.
'Vede Signorina, la sua domanda ha senso. Non è stato facile in effetti. Ma io e mia moglie abbiamo avuto una vita decisamente molto felice, oltre che serena. E le grandi imprese, o le vite di merda per dirla con lei,  si possono compiere solo se si è felici'.

Capite bene che ogni nozione storica al cospetto si sia volatilizzata in tempo zero nella mia mente così superficiale.

giovedì 26 luglio 2012

WE

Ciao Lettori.
Usiamo la pausa per scrivere. 
La realizzazione personale comporta grandi sacrifici, un po' come essere l'Uomo Ragno. 


Enjoy come se foste, che ne so, qui al mio fianco.



"Il rumore delle ossa spezzate, quella sì che è brutta roba. Sai... tic tic tic, o toc toc toc, se parliamo di femore e cose grandi".

Questo è Mike, l'uomo che amo, e che non riesce a capire il mio dolore. Per lui tutto è tangibile, riducibile allo scibile, ovviamente controllabile. Per lui, se ho caldo, mi devo fare una doccia e stop, tagliarla corta. Gli ho spiegato, con parole mie, cosa intendo quando dico 'pena'. 'Mike, vedi le mie mani? Tremano sempre, avvertono il baratro, sono formiche impazzite', gli ho sussurrato seduta alla toilette di casa, mentre si lavava i denti attorno mezzanotte. Ho visto il suo sguardo riflesso nello specchio illuminato da una cazzo di lampadina gialla che devo cambiare al più presto, e ho sentito i chilometri srotolarsi tra di noi. Ha provato a stare in silenzio, ma ero implorante. 'Tesoro... non so più cosa dirti". Una lancia lunga un metro, intagliata nella quercia  più vecchia che possiate immaginare, dalla punta affilata e rovente. Ho smesso di respirare, senza smettere un attimo di tremare. Il sangue è corso al posto di comando, e lì ha iniziato a pulsare. Ho chiuso gli occhi appena , ma le mie ciglia si sono salate. 
Lui non sapeva cosa fare, io, come sempre quando sto di merda, sì. L'ho stretto a me, prendendolo per la pancia, poi per i fianchi, e infine per le scapole. Ha pianto bagnandomi l'incavo tra la clavicola e il collo, creando un piccolo e impercettibile lago tra i nostri corpi.

domenica 22 luglio 2012

Il filo dei discorsi


Sospiro, e penso che tra qualche giorno dovrò spiegare a mia figlia maggiore, Dakota, il significato della parola morte. Dopo aver salutato per sempre un pesce rosso (“Jolly ciao, spero che nuoterai felice nelle tubature”), un criceto scomparso nel nulla (“Mamma, mi sa che si è suidicidato” “Suicidato, amore, si dice suicidato…” “Eh sì, poverino, suidicidato proprio”), e un nano immaginario durante un pranzo di Natale, generando la prima crisi isterica di una bambina di soli 5 anni, è arrivato il momento della morte umana.
Dakota è sveglia, e se le dirò che la nonna è andata in cielo mi guarderà e aspetterà una palla migliore; se non più credibile.
Mia figlia si sta allacciando le scarpe: ha imparato finalmente a farsi le asole, e adesso ha sviluppato un astio che a tratti non è errato definire ‘leggermente  folle’ verso i sandali in vernice con i buchini, le Nike con gli strappi, le pantofole, le ciabatte.
Quindici minuti d’orologio dopo averla lasciata seduta per terra con le nuove scarpe, la mia bambina è pronta e ringalluzzita dal nuovo nodo ai suoi piedi. Trovo il coraggio in questo momento, la metto seduta in macchina, le parlo osservandola dallo specchietto.
Dakie, sai dov’è la nonna ?
Mh mh mami. A casa sua
– dice muovendo il caschetto a ritmo di ‘Everytime I close my eyes, lieeees, lieeees’.
No, non più. La nonn...
Mamma stasera possiamo non andare in piscina che non c’ho molta voglia per favore?

Ci pensiamo dopo tesoro… Ti ricordi di quando la nonna è stata male?
Ma perché devo andare in piscina anche oggi che mi sono lavata ieri sera?
Perché non ci vai per lavarti in piscina, ma per imparare a nuotare. Però, ascoltami adesso, la nonna da qualche giorno è …
Mamma ma io ieri ti avevo detto che non ci volevo andare oggi in piscina e tu mi avevi detto che andava bene.
Questo non è vero. Ma stiamo parlando delle nonna adesso, ascoltami un attimo.
Ma quanti giorni ci devo  andare ancora  in piscina per imparare a nuotare?
Dakota, ascoltami.
Mamma papà mi ha detto che se non voglio un giorno posso anche non andarci e che mi devo divertire e io oggi non mi diverto.
Come fai a dire che non ti divertirai, se non ci sei ancora andata?
Ma io lo so mamma perché non mi diverto perché non ho molta voglia e preferisco stare a casa.
Proviamo ad andare, poi decidiamo.
Ma nooo.o.o.o.o. Io lo so già adesso che non ho molta voglia mamma. Non mi hai ascoltato?
– sempre tenendo il tempo di  ‘Lieeees, lieeees’.
Il problema è: come faccio a dirle che sua nonna è morta,  se ogni volta sembro essere io la pazza che perde il filo del discorso?

post-it #02

Ciao lettori.
Avanza la  LOVE STORY  dell'estate.
Piccoli passi, grandi orizzonti, qualche bad word volante.
Enjoy.



Post-it #02
Sono stanco Eleanor. Non mi lasci spazio per vivere. Mi stai addosso, mi soffochi, mi togli il fiato, mi opprimi, mi sfianchi con la logorrea, mi fai dormire male, mi racconti cose che non mi interessano, mi tagli la carne nel piatto, mi cambi i calzini senza che te lo chieda, mi spegni la tv mentre la sto guardando durante lo stacco pubblicitario tra il terzo e il quarto tempo dei Lakers.Forse ho sbagliato a lasciartelo fare, la prima volta. Ma anche tu, diocristo, avresti potuto fermarti. Adesso non ti sopporto: né te, né il tuo odore di borotalco, né i tuoi capelli raccolti felici e svolazzanti in un’infantile coda di cavallo, né i tuoi occhi pallidi e arrossati dopo troppe ore al pc. Mi stai sul cazzo, passami la franchezza. Ma tu proprio non vuoi capire, non lasciandomi altro modo.  Te lo scrivo perché penso sia meglio così, per entrambi. Ciao, abbi cura di te e passa a prendere la tua roba dalla portinaia dalle 8 alle 12.

Risposta via sms
tieniti tutto sfigato

lunedì 16 luglio 2012

post-it #01

Ciao lettori,
nuova formula per la Eleanor's Love Story
Procediamo per post-it. Vediamo cosa riesco a tirare fuori.
Vi piace?

Enjoy e fatemi sapere asap.


Non so come faresti senza di me, che sono ingombrante come il Xmas tree del Rockfeller Center, ma non farebbe Natale senza.


Stavo controllando le bollette ridendo, perché come sai mi va insieme la vista quando fisso tutte quelle cifre piccole. E allora non mi resta che estraniarmi, pensare a una cosa scema, e sorridere per riprendere respiro. 'Sono soldi spesi in parole, luce, calore, lavatrici, docce bollenti e qualche ora di pc'. Quando me lo spieghi tu, divento seria e annuisco. 'Capisco, capisco'. Ripeto il tono di voce di mia nonna dal medico, che aveva sempre ragione, in quanto tale. Ma sai la cosa buffa? Non mi sento a disagio con te. Con le tue spiegazioni lucide. Le tue conseguenze e le tue cause. Il tuo andare logico e ponderato. Il tuo senso moderato della giustizia. Sarà che mi sono appena paragonata a un albero di Natale, e quindi cosa vuoi... Ognuno ha le proprie doti. Io sono sempreverde e consapevole di avere qualche ago, tu invecchi tenendomi per mano che altrimenti a furia di bollette divento cieca e ciao.

Love, Eleanor

domenica 10 giugno 2012

Declaration of Summer

Buona domenica lettori.


Ho due storie pronte da un po', ma non qui.
Qui ho il profumo del lavello bagnato e pulito, il silenzio della casa in cui ho memorizzato verbi latini irregolari, una canzone che gira nelle cuffie, una temperatura piacevole.


Enjoy June in Italy.




In sottofondo: 'The Everlasting', Manic Street Preachers

Camminiamo in un parco all'inglese, con il prato verde tagliato a filo, e le foglie degli alberi fitte sopra le nostre teste. La luce filtra sottile, e noi siamo al riparo. I nostri pensieri sono forti qui sotto, all'ombra, freschi, rigogliosi come questo verde tutt'attorno. Metto un maglione di cotone traforato, perché 'ma tu non ha freddo?'. E tu dici 'Ma il tuo maglione è bucato... Non ti copre!'. E io decido di non risponderti, perché questo umorismo becero confonde le sensazioni, e io ho bisogno di stare concentrata sul verde scuro dei platani, sul blu che intravedo all'orizzonte, sul profumo che sento se mi avvicino troppo.

'Sei capace di arrotolare la lingua?'
'Come... così?'
'Sì. Sei capace.'
'E' una statistica sul numero di arrotolatori di lingue che incroci?'
'No, volevo vedere se eri capace.'
'Ah.'

Preferisco non parlare più, dopo un dialogo così.
Mi allontano leggermente, seguendo il rumore di boh, uno scoiattolo (nella mia fantasia) o di un topo (nella realtà). L'edera cresce anche orizzontalmente scopro, sulle radici di alberi e sopra la terra: mai visto prima, penso. Mi gratto la testa; una foglia mi ha accarezzato cadendo, e io soffro il solletico. Le mi Convers inciampano, perché tutti lo sanno: sono scoordinata, e camminare e grattarsi a volte è pericoloso. Infine, dopo tutte queste cose, ti guardo. Non ti osservo, bada bene, ti guardo. Non è male sai, dico guardare. Senza scavare in ciò che si vede, restando in superficie, come con il surf prima di cercare l'onda perfetta.

Torno al parco, sei esattamente dietro di me. Stai parlando con gli scoiattoli, e io vedo quello che neppure la mia fantasia osava immaginare.

giovedì 17 maggio 2012

Letter to my Deer

Ciao lettori.


No intro. Subito a leggere.
Comodi, per terra sul cuscino con il gelato sul balcone che guarda la Montée des Marches, località Cannes.


Enjoy la soirée.



Bonjour cerbiatto. Oh scusa, non cerbiatto. Si vede subito che non sei un Bambi parente di Mickey Mouse, ma  un cervo. Per dio che corna. Ci hai già ucciso qualcuno con queste eh!?, di’ la verità. Di scuro le avrai incastrate in qualche stipite, rompendo porte incazzandoti come Jesus quando quello lo baciò nell’orto del Getsemani: “Bella zio, qui ti volevo. Che Giuda!”. "Oh misericordia, ma tu sei Cristo!". "Sì, sono io, e mio Padre ti sta aspettando alla fermata del tram. Che sfiga Giuda, eh".

Grande cervo della foresta,  accidenti se sei bello. Ti osservo da lontano, ché se ti girano mi tocca fare i 100 piani in spalla a Usain Bolt e sorbirmi tutti quei versi da invasato giamaicano neppure sapesse che è ovvio che corre più veloce di tutti voi, velocisti di un dio minore.

Chissà se hai fede in Cristo Nostro Signore Padre, chissà. Fossi te, avessi questo corpo muscolo e nervoso, queste carni proteiche e scattanti, questo muso da impagliare, questi super poteri che sono certa nascondi da qualche parte nella cervocaverna dove un maggiordomo che ricorda vagamente Michael Caine ti aspetta paziente per la lezione di inglese, ecco, fossi te, io crederei a qualsiasi cosa larger than life.

La gente qui dietro, accucciata come la Pimpa ma senza pois, l’ho portata io. Non ti farà male, non ti impallinerà, ma sono quasi certa non ti capirà. In realtà sono io l’unica, modestia lasciata a riposare sotto il piumone Ikea, in grado di sorriderti e osservarti.  I know, you know. E’ un patto di non belligeranza, stipulato senza sangue. Io posso puntarti distante chilometri,  e trovarti senza fatica. Sempre io, riesco a farti le carezze e darti sicurezza. Io sono la tua amica del cuore. L’umano che conosce il segreto della foresta, e lo rispetta. Io me ne andrò lontano, ma ti porterò sempre con me.

Caro cervo, se riuscissi una volta cazzo! a fare quel verso che solitamente fai tu, quando vinci la battaglia con lo sbarbato del branco desideroso di concupire le tue donne cerve, saremmo pari. Fortuna che ti ho insegnato a leggere, l’estate in cui ero sola e abbandonata come una cacca di piccione incrostata sui gradini del Duomo, e tu mi spingesti nelle acque fresche del torrente. Quindi buono, sono certa che la prossima cartolina che ti scriverò da Coney Island non corriamo il rischio sia inutile. Pensami sempre, che l’amicizia tra una donna e un cervo non è ancora diventata un cartoon e quindi sì, io e te faremo tendenza. 
Love, M.

domenica 6 maggio 2012

Ciao potremmo parlare di Delio Rossi ma non so chi cazzo sia

Ciao lettori.
Oggi, I told you, scriviamo bene.




Buongiorno amore. Ti posso chiamare amore?
No, non credo sia appropriato Sandra. Non siamo amore, siamo più amicizia.
Dico amore ma intendo amicizia, lo sai. Però capisco, e concordo. Non esagero più.
Lessi is more. Seguiamo questa linea… Comunque, dicevi?
Buongiorno, come stai oggi?
Un po’ frustrato. A tratti triste. Incompreso. Poi le endorfine prendono quota, e alla fine sto da dio.
Prendi le medicine?
Sandra, io.non. assumo. medicine.  Perché continui con questa farsa fastidiosa?
Perché a un certo punto ‘prendi le medicine’ diventerà il nostro argomento di discussione, se continui così.
Cosa te lo fa pensare?
Fingi ormai da troppo tempo. Sei in un turbine di roba molto confusa, non gestisci le tue reazioni, sprofondi e risorgi senza gloria. E, dettaglio più importante, sei  fumoso nella descrizione tue stesse sensazioni.
Sei saggia, o per lo meno lo sei diventata. E questo mi mette a disagio.
Non posso chiederti ‘buongiorno come stai’ e non pretendere che mi venga detta la verità. Lo sai.
Perché sei così esigente?
Perché mi piaci. Ma non è questo il punto del nostro discutere.
Non lo è, vero, ma vorrei approfondire meglio. Ti spiace?
Preferire lasciar perdere, se pensi sia possibile.
Mh, no. Squarciamo il velo. Dunque ti piaccio… interessante.
Scusa, possiamo tornare a raccontare quanto sei infelice? Siamo più performanti su quel terreno.
Beh ma dovremmo esercitarci proprio lì dove siamo manchevoli. No?
Così dicevano i saggi, gli stoici, e Anna Wintour. Ok, cosa vuoi sapere?
Pensi che questa cosa del piacere possa essere, come dire, affrontata? O la eludi in un sol boccone?
Eludo. Non vedo. Non sento. Non rispondo agli stimoli. Si tratta di metodo, ed è semplice a fine giornata.
Ti ispiri a qualcuno in particolare, nell’elusione intendo.
Sì, certo. C’è questa direttrice creativa di Vogue America, si chiama Grace Coddington.
Non conosco, dimmi qualcosa, fammi capire come fai a non pensare a me seguendo le orme di Grace.
Ha dignità. E la sua dignità ispira la mia. Fine.
Tutto qui? Copi e incolli dignità altrui per forgiare la tua?
Molto di più. E’ il suo contegno che mi allontana da te. Trovi sia stupido?
Non lo caspico, ma mi fido di te. E di me… cosa pensi?
Non penso nulla. Tu mi piaci. Assecondi la mia irrazionalità, e nutri l’istinto. Sei un’altra parte di me, al momento non perseguibile.
Già. Non tutto è perseguibile del resto.
Esatto. Non tutto lo è.

Mi rilassi e non capisco più niente

Ciao ciao.


Mi consigliano di 'offrire qualcosa ai miei lettori', un motivo per seguirmi, una ragione per dare spolvero a questo angolo di Rete.


Mh ci penso. Ci sto pensando. No niente. Sorry, desolée, lo siento ma nada.


ENJOY quello che c'è. 
Come sempre è parecchio, solo che all'inizio uno non se ne rende conto.



La sensazione che mi dai è questa.
La pace che ne ricavo è questa.
La serenità che cullo è questa.

Uso molte parole di solito.
Evidentemente non sei il solito.
Perché è da mezz'ora che provo, ma non ce la faccio.

Scusa, solo che se mi rilasso troppo la vis si sgonfia.
Ascoltiamo la musica a tutto volume, ti va?
Metto questa, che mi fa piangere.
E lo sai, piangere la domenica mattina con il caffè in mano, dondolando sul tuo torace, è l'unico modo che ho per essere felice.

Domani è lunedì, ma poi passa.




sabato 21 aprile 2012

Say Hello to Eleanor | pilot

Ciao lettori,


per tutti, dopo il Salone, in fondo a destra, c'è il bagno.
Per voi, invece, una nuova Love Story.
Leggete il pilot, fatevi un'idea, protestate se credete.


Enjoy, as usual.

La mattina ELEANOR si avvicinava con la sigaretta già accesa. Scusa sei uno schianto, ma puzzi di morto già alle otto am, allontanati dolcezza. Le dicevo così, e lei mi porgeva la tazza di caffè bollente. Tieni, buongiorno anche a te.

Nessuno ha mai capito cosa ci tenesse vicini. O lontani. Per noi non faceva differenza, lo spazio interposto intendo. Ne avvertivo la mole, il passo stanco, il rumore silenzioso delle unghie sulla schiena anche dopo un mese di pausa. Le chiedevo di andarsene, lasciarmi in pace, urlandole che era finita. La prima volta si è voltata, la ruga lungo la fronte pronunciata, lo sguardo da soldatessa in marcia. Perché fai così? Cosa succede? Eleanor, sei ingenua come un putto!, vattene cazzo.

Le ho contate, le volte in cui l'ho appesa al chiodo con le sue scarpe e tutto il resto.
15.
15 addii.
15 ritorna, scusami.

Credete sia debole, Eleanor? Allora ho sbagliato qualcosa nel descrivervela. Ho tralasciato il movimento della testa verso sinistra, quando, intenta a capire, serra la mandibola e non molla la presa. Ho trascurato le frasi in mezzo alla notte, voltata di spalle, a sonno quasi raggiunto. Sono libera, e se sono qui è per mia scelta. In quei momenti la perdevo dal radar, e stavo in silenzio. Non la toccavo per l'intera notte, avevo paura. L'indomani mi guardava serena, e tutto finiva lì.

Dicevamo, 15 volte. L'ho cercata per 15 volte, chiedendole di vederci. Un inverno al bar all'angolo. Un'estate al parco, con il cane. Un autunno sulla strada di ritorno verso casa, di corsa e senza troppe storie. E' sempre venuta. Le ho sempre offerto da bere. Non mi ha mai chiesto più di quello che le veniva detto, non in quei momenti. Mi lasciava fare. Osservavo la lunghezza dei suoi capelli, se fosse cambiata. Cercavo di capire cosa pensasse dal colore della sciarpa, dal tacco dei suoi stivali, dall'intensità della sua risata. Sempre docile come un agnellino, Eleanor fissava il punto lontano, poi domandava 'Dimmi perché siamo qui adesso'. Accettava qualsiasi spiegazione, non dubitava delle mie parole.

Siamo stati insieme circa 40 anni, gli ultimi 20 senza mai lasciarci. Le sono sempre stato fedele, quasi sempre. E lei... lei non ne ho la più pallida idea. So che ha avuto qualcuno, un tipo, un collega presumo, durante la nostra settima pausa. Il pensiero mi dà fastidio ancora oggi, che vi scrivo con un bastone al mio fianco. Alla fine ha levato le tende lei, due estati fa, senza poter più fare ritorno. Il nostro amore è stato vero, e risponde al nome di due giovani uomini che somigliano, ogni volta che mi fissano, alla madre.

domenica 15 aprile 2012

'Anche al paziente più miserabile e reietto è concesso di poter decidere della propria cura e del proprio destino' (cit.)

Ciao lettori.
Molti pensieri, poca lucidità.
Eppure. Eppure leggete qui.

Enjoy il vostro fidanzato mentre si alza per guardare il GP ma è palese che ha sonno e al primo giro farà le bolle sul sofà.


C'è un momento non molto preciso in cui il mio cervello tutto, emisferi allineati, ragione e sentimento docili e amorosi, si ricompone. Il nodo composto che non fa passare l'ossigeno si scioglie lento, sotto le mani di un marinaio. L'ho fermato, gli ho chiesto di insegnarmi come si fa, e di baciarmi proprio qui, sulla ferita purulenta.

Lui si è piegato, in ginocchio mi ha adorata, piano mi ha osservata. Accarezzando rugoso il mio male, si è mostrato fragile ai miei occhi lucidi e gonfi. Piangevo tanto allora, piango molto anche adesso. Quando il marinaio mi trova, chiusa a riccio sul pavimento, mi chiama per nome e aspetta silenzioso. Non sono sempre pronta a rispondere, non sono sempre dolce e armoniosa nei movimenti. Ultimamente stringo forte i pugni, fuori dalle tasche, poggiati alle ginocchia, rossi e vibranti di rabbia e lamento. Recito una litania insopportabile, pesante più del piombo. Perseguo un pensiero illogico, ma ossessionante, e lacrimo.

'Io vorrei per la tua felicità poter godere di questa quiete'
(cit.)


Quando ci troviamo a parlare con la bestia che mi sonnecchia dentro, il marinaio si siede e decide che è così che devono andare le cose, che il destino lo faremo insieme, che mi ama anche senza pastiglie per il mal di testa. Non troveremo la pace, non saremo profumati a festa.

mercoledì 28 marzo 2012

Untitled #02_The End comes.

E' capitato che ci siamo visti. Oddio, capitato non è il participio passato più corretto. Mi sono girata la città tarantolata, ho persino avuto la febbre, per due giorni. Io, che non mi ammalo da cinque inverni consecutivi. ANGELO influenza anche la mia temperatura corporea. Se non è amore questo, non so cos'altro potrebbe esserlo. Amore? Chi ha detto amore? Alzi la mano il lettore che ha osato pensare al verbo amare.

Mi cerco qualcosa che non ho nelle tasche, assumo l'aria impegnata in qualcosa che non sto facendo, e la faccia felice di qualcuno che non sono io. 

Ciao.
Ciao.
Come stai?
Bene. Tu?
Anche io.
Che fai qui?
Mah ho un amico che mi diceva che forse c'era un'inaugurazione di un centro culturale canadese e...
Eheheh.
Cosa? 
No niente.
No. Cosa?
Cosa cosa?
Cosa c'è da ridere.
Non ho riso.
Eh + eh + eh è ridere.
Ma, io, non ho riso.
Va beh ok. Ciao eh.
Aspetta smorfiosa.
Angelo così no.
Come allora?
Non mi va.
Sei stanca?
Sì.
Sei arrabbiata anche.
Mh mh.
Non vedo Lisa.
Non è Lisa.
Sì, si chiama Lisa, ricordi?
Cazzo quanto sei idiota.
Se mi insulti significa che.
Che?

Niente, ve la taglio qui che sennò diventa lunga. Lui mi bacia, io rilasso la cervicale. Siamo di nuovo vicini tanto da poter parlare col pensiero, e Angelo mi sta dicendo 'Non avrò mai paura di te, caccola'.

LOVELY FINE.



domenica 25 marzo 2012

What can I say if can't say that I want to stay?

Buona domenica lettori.
Enjoy with me and the last musical post.




HEY JUDE, questo post lo lascio dove tu lo possa trovare. Per farti tornare il sorriso, la smorfia di sollievo e piacere che solo io ti provoco guardandoti silenziosa dopo l'amore.
Mi ricorderai così. Giuralo sul cofanetto di Star Wars; quello che ho dovuto nascondere per esigenze di copione, ovvero preservareuna vita sociale quasi azzerata dalle vicende di Luke Sky Walker e gli chignons simmetrici della principessa Leila.

Prometti che il mio dolore non sarà mai il tuo dolore. E lascia che la mia lontananza diventi il momento propizio per la semina, il vento che alza la terra, il sole che brucia la piana. LET IT BE.

Amami sempre, ma non vivere della mia assenza. Il tuo spirito canta ogni volta che incrocia il culo di una donna, credi non l'abbia notato da sola? Non placarti, non saziarti di stuzzichini al bancone, se svoltando l'angolo trovi il banchetto delle nozze di Cana. IT'S EEEASY.

Pensami se vuoi, ma non fermarti sulle nostre foto ingiallite seppur bellissime. Il fotogramma di un attimo non rende giustizia al legame che insieme abbiamo costruito. Siamo stati dinamite, abbiamo fatto invidia al mondo. AHHH AHHH AHHH WAOHHH COM'ON COM'ON COM'ON.


Non scelgo di lasciarti per farti stare bene, non ti racconto che non sei tu ma sono io. Il mio è il più banale degli incroci. Da una lato noi, dall'altro boh. Mi sono guardata attorno, sono uscita, mi hanno tirata in mezzo, e ho sorriso alla vita, come direi se parlassi come un flyer di Comunione e Liberazione. WON'T YOU COME OUT TO PLAY?.


Mi sono svegliata, devo partire adesso. Non ti prendo in giro mentre ti dedico l'unica canzone che mi faccia pensare a noi, che saliamo correndo sul treno per Avignone , due settimane dopo che incontrandoti in biblio ti ho chiesi 'Scusa ma quel libro di fisica dove l'hai trovato?' / 'Non ci crederai, ma questa è una biblioteca'.
Ti amo amore, ma sono una testa di cazzo.SOMETHING IN THE WAY SHE...