domenica 26 agosto 2012

Due cacciatori di nazi mi spiegano un concetto fondamentale

Buon fine agosto lettori!
Se siete abbronzati, ricordatevi l'idratante prima di dormire perché la pelle si secca velocemente in superficie e niente, poi finisce che vi desquamate e non siete proprio un bel vedere. 

Enjoy caldo e autunno coming.


Ho conosciuto due cacciatori di nazisti, che mi hanno spiegato alcune cose. Lui è francese, e quindi un po' lo capivo senza bisogno di gesticolare come una marionetta posseduta. Quando non mi era chiaro quello che diceva, mi bastava alzare un po' la mano e grattarmi, come una scimmietta - sempre un po' posseduta, e lui ripeteva. Bla bla bla bla e bla bla bla bla. Lei, la moglie, è tedesca: qui andavamo di inglese, e dialetto volendo. Sì, avete capito bene: una qualità indispensabile per un cacciatore di nazisti è, l'ho scoperto anche io poco fa, mettere a proprio agio l'interlocutore, calarsi nelle sue abitudini - anche linguistiche, per stanarlo quando meno se l'aspetta. Vale a dire con le mutande abbassate, possibilmente un po' a novanta.

Tra una tazza di te, che, un po' per semplice istinto di sopravvivenza, non ho esitato ad accettare (una cacciatrice di teste nazi, anche se sorride gentile, è sempre una cacciatrice di teste nazi, ho pensato), e pile  di fogli ingialliti raccolti in faldoni classificati secondo un ordine per me troppo complicato da afferrare, mi sono sparata due ore di chiacchiere su come organizzare un rapimento per riportare la faccia di culo in questione nel paese d'origine dal quale fuggì anni addietro. Obiettivo del gioco: tirare su un po' di casino, affinché gli organi competenti notassero le tante facce da culo sparse tra una Colombia e uno stato X del Sud America. Mi scuserete, ma non riesco ad essere più precisa sui fatti storici. Primo: non memorizzo facilmente date e nomi personali di città e persone. Secondo: non state leggendo un saggio storico dai. Quindi non rompete.

Tra gli aneddoti, le immagini della foto gallery, il bianco e nero sbiadito, le righe dei pigiami a righe di bambini  ebrei,  e quel sapore di passato celebrato da libri, romanzi, inchieste, film e molto altro, porto alla vostra attenzione un piccolissimo irrilevante particolare per la Storia. Lui e lei sono sposati. Lui l'ha notata in metro, a Parigi, e senza chiederle neppure l'add su fb, se l'è impalmata. Prima di incontrarsi non erano cacciatori di teste di cazzo. Poi lo sono diventati insieme, facendone un lavoro.
Durante la nostra chiacchierata, tra il te e lettere di ignote Anne F., butto lì la domanda che mi spinge sulle tempie da quando mi sono assettata. 'Come avete fatto a vivere una vita così di merda, quando avreste potuto scegliere un impiego al centralino delle compagnie aeree dei vostri paesi in piena fase boom economico?'.
'Vede Signorina, la sua domanda ha senso. Non è stato facile in effetti. Ma io e mia moglie abbiamo avuto una vita decisamente molto felice, oltre che serena. E le grandi imprese, o le vite di merda per dirla con lei,  si possono compiere solo se si è felici'.

Capite bene che ogni nozione storica al cospetto si sia volatilizzata in tempo zero nella mia mente così superficiale.

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