lunedì 24 giugno 2013

LA LAVATRICE POTREBBE AVERE UN PROBLEMA

Ciao lettori,
nuova tale, nuovo lettore tra di voi.
Colonna sonora dell'amore arcadico.

Enjoy.


Amore,
mi agita sapere che non potrò vederti per un po' di giorni. Perché già mi manchi. C'è skype, c'è whatsapp, ci sono le foto di Instagram e ovviamente il telefono che non usi mai per chiamarmi perché "oh non ti immagini ma il credito mi finisce sempre, 'sta compagnia telefonica...". Sì certo, la compagnia telefonica.

So che è lavoro, e che sopravviverò nella jungla urbana mentre tu non ho ancora capito bene bene cosa vai a fare ad Amsterdam, per lavoro.

Ho una sensazione, e so anche se le mie sensazioni ti mandano in bestia. Quelle, insieme al volume della tv dl vecchio che ci abita affianco e che soffre d'insonnia, o forse sai che ho il dubbio si addormenti sul divano mh!?, la pasta integrale (questa poi!), e ovviamente i jeans che, scusa se non te l'ho ancora comunicato a voce ma "colgo l'occasione per" ora, dicevo ecco sì credo si siano rimpiccioliti di una o due taglie nel corso dell'ultimo lavaggio rapido. 

Se stai ancora leggendo serafico, amore, allora siamo a posto io e te: scaleremo le montagne dell'amore senza picconi, abbeverandoci alla sorgente della comprensione infinita e del perdono ecumenico.
Se invece ti sei un po' scaldato, ti sei alzato dalla sedia, stai battendo i polpastrelli sul tavolo e acceso due sigarette contemporaneamente imbracciando il forcone dell'ira... allora ricorda che io ti amo. La lavatrice non ancora, ma non viviamo in un mondo perfetto.

Dicevo che mi mancavi già. Ma a questo punto, visto che sei un tipo sveglio oltre che tremendamente sexy il che significa su una scala da uno a dieci almeno almeno nove e mezzo te lo meriti, ecco, hai inteso che non sapevo come dirti che ti avevo fottuto i jeans che, guarda le coincidenze della vita a volte!?, avevi comprato da poco.

Comunque, adesso che ci siamo detti tutto tutto, buon viaggio.
Torna e, niente, non c'è bisogno che mi chiami 'sto giro: 1 -1.

Love ya too much to explain it in chat,
Eloise

venerdì 7 giugno 2013

Green Light

Ciao lettori.
Vorrei che leggeste con un club-sandwich lì al vostro fianco, tra la crema solare protezione 30 e il vestito per la spiaggia. Racconto rilassante per tutti, amore solo per chi se lo merita, coraggio per pochi.

Enjoy concetti pochi ma chiari.


Il caporedattore di una famosa rivista mi ha confidato che, la prima volta che ci siamo conosciute aveva visto una luce verde uscire dai miei occhi. Che non aveva capito esattamente cosa fosse, ma che apprezzava il fatto che non la nascondessi dietro i Gucci e/o i Prada da mosca che al tempo erano di tendenza.
Le ho risposto, sorridendo dolce, che nessuno mai mi aveva fatto un complimento più strano. Luce verde come in attesa al semaforo, luce verde come spadelaser di Guerre Stellari, luce verde come alieno/diavolo in corpo, luce verde come speranza ultima a morire altrimenti detto "Die Hard"?
Mi disse che non sapeva dare un senso alla luce, mi conosceva appena dopotutto. Osservava e stop.

L'indomani mi soffermai allo specchio di casa. Luce verde... luce verde. Io non vedo nulla.
Mi chiamò mio marito, e non ci feci caso. Dovevo preparare la cena, quindi chiamare la pizzeria vicino casa e ciao due margherite, una con tanta mozzarella, due coche, una birra, il solito indirizzo, grazie!

Ceniamo a tavola, in silenzio. Mi piace quando non parliamo alla fine della settimana, perché entrambi non abbiamo voglia di farlo, entrambi non abbiamo niente da aggiungere alle pizze, alle due coche e alla birra. Gustiamo il sapore della farina, l'acido della salsa di pomodoro, quasi ci strozziamo con la mozzarella filante. Forse abbiamo litigato in questi giorni, può essere: ultimamente discutiamo perché sua madre vuole che io rimanga incinta di una bambina che 'solo se lo volete anche voi, però mi fareste il regalo più bello per i miei 70 anni!' potrebbe chiamarsi Elena. Indovinate chi sia chiama già Elena.
Poi Paolo fa una cosa che mi ha convinto a sposarlo, ad amarlo, ad accorgermi di lui tanto tempo fa: mi lascia stare, one woman standing in front of the washbasin in a solitary mood. So che sa che non ce la posso fare, un'altra domanda sulla mancanza di prole e tiro fuori il machete alla prossima cena da sua madre. There will be blood.

Sospiro toccando l'acqua scorrere calda, accarezzo i piatti e le posate, pulisco la cucina con lo sgrassatore al profumo di limone. E' un rito che riuscirei a compiere anche ad occhi chiusi, e forse vorrei chiuderli stasera.
Gli chiedo se possiamo rimandare le cose che avevamo programmato per il finesettimana, o se si offende se io le rimando e lui può fare quello che desidera.
Sei stanca?
Tanto, questo giro tanto proprio. Si vede?
Questo giro tanto proprio.
E' un problema se vai solo tu a... a... cosa dovevamo fare?
Pranzo con i miei colleghi, al mare.
Ah. Cavolo, bello il mare. Farà caldo, si starà bene.
Ma non ti va.
No, per niente. Questo giro per niente proprio.
Saremo un po' scortesi, ma ok, li avviso.

Paolo mi osserva dal divano, rimaniamo in silenzio, chiama i colleghi.
Hai gli occhi stanchi sai.
Eh, fossero solo gli occhi. Non so cosa sia, forse qualcosa che ho mangiato... Può essere?
Oltre le pizze dici?
Ahahah. Il latte a colazione, era scaduto forse?
No non è il latte, tranquilla. Cosa facciamo?
Mmm. Cosa vuoi fare?

Paolo accende la tv, poi la spegne.Gira un po' per casa. Trova un cd e mette in loop la traccia numero 4 (questa). Non conto le volte che lo ha fatto: lasciarmi stare, farmi ascoltare qualcosa, non insistere, parlarmi, sforzarsi di capire, farsi capire a sua volta.

La luce verde mi è venuta il primo giorno che siamo usciti insieme. Nasce da qualcosa di resistente, un po' scheggiato certo, ma flessibile e molto forte. E' intensa, accecante per chi sa vedere.
Sono una persona migliore con Paolo al mio fianco? Non so, però è bello avere un superpotere sapete.

lunedì 3 giugno 2013

Tutto eccetto ME E TE è una buona idea

Ciao lettori,
quanta pena,ae vi portate ancora appresso dal lungo e freddo inverno sfociato in una lunga e fredda primavera? Who cares!?, sappiate che non troverete qui la soluzione alle vostre vite. Però, come dico sempre o da quasi sempre, diventerete più belli leggendo. 

Enjoy Beauty and Grace (cit).


Chiudendo la porta dietro di me, dimentico le chiavi della cantina sul comodino portaoggetti che avevo comprato apposta per non dimenticarmi cose dentro casa e poi dover tornare sui miei passi.
Invece torno sui miei passi, non in senso letterale, e niente, busso perché non ho più le chiavi della casa in cui ho davvero non è una scusa dimenticato le chiavi della cantina.
Toc toc, sono io, ho dimenticato una cosa, scusa.
Lui mi apre, e pensa che stiamo a fare Meg Ryan e il bellissmo Tom Hanks delle love comedy anni Novanta, e che adesso impacciatamente finiremo a letto o comunque non me ne andrò mai veramente da casa perché lui è l'uomo della mia vita o almeno di quello che rimane.
Invece no guarda, lo vedi il mazzetto di piccole chiavi con quel portachiavi di plastica con la scritta PARIS IS ALWAYS A GOOD IDEA? Cercavo quello per davvero, perché con tutta la roba accumulata qui dentro una cantina dovrò per forza averla.
Non dico esattamente così, sono stata educata dalle suore e quindi uso le virgole quando parlo, per respirare e non sembrare una pazza come invece sono perché nel mio cervello non uso punteggiatura manco per sputare.
Prendo le chiavi e il portachiavi e rido. Parigi è sempre una buona idea è il nostro motto, ricordi? Cazzo questo l'ho detto ad alta voce, non l'ho solo pensato nel mio cervello pazzo.
Lui è disorientato e la sua faccia mi sta urlando qualcosa del tipo HO PERSO LE COORDINATE, COSI' MI DISORIENTI, RIDAMMI LA BUSSOLA GRAZIE.
Ricordo d'improvviso il motivo di quasi tutte le nostre discussioni da persone civili mentre ci roviniamo la colazione del weekend a vicenda: non ci capiamo. Ci amiamo, ma non abbiamo un minimo comune linguaggio anche solo binario che ci permetta di intenderci per ordinare una pizza poco/media/molto piccante. Una volta abbiamo realmente litigato per la quantità di salame sulla pizza d'asporto dell'egiziano di via Roma. Quindi c'è poco margine di vita comune per noi.
Per me ci sarebbe posto per molte cose tra il noi e il non più noi. Per lui anche, me lo ha detto con parole sue, ma me l'ha fatto capire. Eppure passare dall'idea all'azione ci costa sempre moltissimo fiato, qualche lacrima, e nausea a go-go per me, mentre lui si finisce la pizza troppo piccante di là sul divano.
Lo riguardo e cerco di essere risolutiva per lo meno nel tono di voce, lo devo ad entrambi e ai miei nervi fragilissimi: Scusa, una battuta fuori luogo. Buona giornata, ci sentiamo, ciao!
Devo essere stata molto convincente, perché due settimane dopo lo incontro con una nuova ragazza che evidentemente non sono io al bar dove ci trovavamo ogni tanto con alcuni amici comuni e lui non solo non scappa alla toilette pur di non salutarmi, ma mi chiede come sto, tenendole le spalle in un dolce abbraccio che dice molto sul grado d'intimità che si può raggiungere in soli quindici giorni.
Mi piace questo nuovo lui, così estraneo e rilassato. Con me stava sempre sulle spine, e qualcuna devo avergliene ficcata con precisione chirurgica su per il.
Lo osservo e so che lo amo ancora, ma che gli voglio più bene di quanto avrei mai pensato sarei stata capace. E l'orgoglio di provare certe sensazioni mi riempie persino le orecchie.

Sono sempre pazza, ma le voci che sento nel cervello suggeriscono cose buone ed intelligenti, ora. Sto bene, grazie. Mi fa piacere vederti, buona serata!