giovedì 4 ottobre 2012

ONE OCCASIONE

Buongiorno lettori.
Dovrei cercarmi un editore.
Enjoy intanto.


Claire stava aspettando il suo caffè, seduta ad un tavolino del bar. Era puntualissima, pulitissima, profumatissima. Quando ripenso a come stavo solo pochi mesi fa, tutta questo -issimo mi dà la nausea. Poi arrivò Paolo e le chiese di sposarlo, seduto allo stesso tavolino del bar, poco meno puntuale di lei. Non credi siamo fatti per... ? Claire macinava stati di confusione e rabbia sotto il fondotinta steso con una spugnetta assorbente dall'effetto opacizzante. Paolo, tu non sai quello che stai dicendo. Noi è già tanto che ci siamo incontrati santo dio, come puoi immaginare di abbracciarmi per tutta la vita!? Paolo si strinse il nodo della cravatta, immaginando di abbracciare Claire per tutta la sua vita: una morsa elastica, in cui inserire calcetto con amici, compleanni e ricorrenze, primi passi di primi figli, code in autostrada verso località balneari, amore forte e vero e infine vecchio. Non mi ami come ti amo io, lo so.. Lo vedo. Ma Claire, guardaci, non vuoi darci un'opportunità? Claire lasciò cadere il cucchiaino del caffè che nel frattempo era arrivato al tavolino. Avrebbe desiderato un'opportunità, certo che sì, senza dubbio, era pronta per un'opportunità , voleva cogliere una cazzo di opportunità. Ma poi guardò Paolo, e sputò il pensiero più sincero che avesse. Paolo, mi credi meglio di quanto io sia, hai falsato la nostra storia con le tue aspettative, hai voluto guarirmi senza  darmi la possibilità di perdermi. Hai riverniciato, hai sistemato, hai persino lavato i vetri di una casa che non ho mai avuto intenzione di costruire con te. Io sono malata, io soffro, io piombo in stati d'ansia banalissimi eppure ogni volta sconvolgenti per me. Ma, sopra ogni cosa, Paolo, io non solo non ti amo, ma non lo farò mai e non vorrò mai farlo, e non potrei mai volerlo, e non vorrò mai poterlo fare. Riesco a sostenere questa conversazione esattamente con la stessa intensità con cui lo stai facendo tu, ma per un motivo diametralmente opposto. Paolo la interruppe qui, sul più bello. Si slaccio la cravatta, poggiò la schiena alla sedia, le sorrise.Quanto stai male, da uno a dieci? Claire rispose Non sono cazzi tuoi sai, Paolo. Lui mise le mani in tasca, e distese le gambe sotto il tavolino. Claire, sei sempre stata onesta, alle volte brutale, spesso decisamente maleducata. Usi parolacce per prendere il tempo per pensare, spargi rumore per disorientare gli altri, ti vergogni come una ladra della tua depressione incurabile, stai male, e non sei così intelligente come credi. Ma quando mi sorridi senza ragione, in quel preciso istante soltanto, mi spacchi il cuore e ci entri dentro con tutta la tua merda. Claire rimase scioccata: Paolo non aveva mai usato la parola merda in tutta la sua vita, neppure osava scriverla la parola merda, digitava tanti asterischi e via. Hai detto merda...Te ne sei accorto? Tu hai appena pronunciato merda, e lo hai fatto parlando di me. Vuoi ancora sapere quanto sto male? Paolo fece sì. Appena entrata, seduta e in attesa, stavo male da 7, dopo che mi hai chiesto in moglie stavo male da 9. Quante occasioni vorresti darci.. ? 

Una, Claire, ma ci basterà.

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