lunedì 27 agosto 2012

Post it #03 (ok non è un post-it, scusate)

Ciao lettori, buon rientro.
Abbiamo un po' di faccende lasciate appese come i panni al filo ad asciugare, vero?
Ogni cosa a suo tempo, sedetevi e piantatela di dare fastidio al vostro vicino di banco.
Salutiamo ELEANOR. Capito numero tre.

Enjoy.


Quando mi sono ripresa quello che era l'uomo che pensavo di amare e che poi effettivamente era tale, avevo i capelli tinti di nero. Un po' catwoman, mi sono detta, sarò la gatta sul tetto che scotta e farò male a qualsiasi persona/animale che si metterà tra di noi da oggi e per sempre. Mi sbagliavo, per lo meno su colore dei capelli: il nero corvino faceva a botte con il mio incarnato pallido e assorto. Divenne frustrante dover spiegare a  tutti che 'lo so che stavo meglio prima, rimedierò presto, abbia pazienza, errore di valutazione cromatica'. Mi pettinavo con rabbia, e qualche brutta parola irripetibile devo averla pronunciata di sicuro sotto la doccia durante lo shampoo. Dio santissimo perché mi hai abbandonato?

Non so neppure dirvi come sia capitato, il fatto del colore dico. Sono lì che penso che se mi continua a telefonare, forse mi deve dire qualcosa di importante, e forse mi manca un po'. Quindi corro da Antony, il mio parrucchiere, e gli chiedo quella tonalità scura come il petrolio che illumina il viso di Angelina Jolie, ma non il mio (come capisco da lì a due ore). Per essere un po' diversa dalla vecchia me, che lui aveva mollato tempo prima, per iscritto, sparendo come un mammut.

La prima volta che ci rivediamo, a questo punto dovrebbe esservi chiaro, non mi sento a mio agio con la mia chioma. E sto in silenzio per tutto il tempo, pensando a come mi vedrà con questo alone di pece che mi circonda gli zigomi, e penso che mi vedrà malissimo, e penso che se aveva qualche dubbio su tornare con me gliel'ho fatto presto svanire. Io e la mia tinta da wonderwoman.

Infatti a un certo punto, così, senza preavviso o motivo apparente, eccolo.
'...e poi sbaglio o hai fatto qualcosa hai capelli?'
(Cazzo, ma non ti accorgevi mai di niente un tempo!) ' Sì, uno sbaglio'
'Eh?'
'... dicevo che ho sbagliato la scelta della tinta, qualche tempo fa. Sto aspettando che sbiadisca, così quando sarà definitivamente scolorita ed io sarò ancora più imbarazzante, beh ecco allora potrò cambiare colore...'
'Ehm, faresti bene in effetti. Ihihih'
Sgrano un po' gli occhi, ma in fondo come dargli torto!?
'Non fraintendere, non avrei mai usato le parole che hai usato tu per dirlo, ma il castano naturale mi sembrava meglio...'
'Sì, è quello che volevo dire infatti'
'Senti Eleanor, capelli a parte, stai bene...?'
'Certo. Insomma sono un po' affaticata dalle solite cose, ma sì, sono felice come non pensavo sarei mai stata'.
'Ammazza...'
'Avresti preferito sentirti dire che stavo di merda?'
'Noooo nooooo noooo davvero...'
'Già. Bene. Quindi noi siamo qui per valutare le nostre condizioni di salute post rottura? Era questo l'intento mh?'
'Penso di aver fatto un errore anche io'
'E non parli del colore dei tuoi capelli'
'Mi dispiace'
'Ma dai. Non ci sarei arrivata, dopo le cento mail che mi hai inviato sai e...'
'Ehehehe'
'Ma che cazzo c'avrai da ridere. Guarda che ci è mancato poco che ti classificassi come spam'
'Ahahah'
'Mooolto bene. E dopo averti fatto ridere come un pazzo, io vado. Ciao Cuor di Leone, sarebbe stato bello fare pace e tornare insieme a casa, e avere una conversazione sincera, e osservarci come se fosse la prima volta dopo secoli, e chiederci notizie inutili di cui non ci frega niente solo per il piacere di poterlo fare di nuovo. Ma vedo che è decisamente chiederti troppo. Salutami tutti, se ci sono ancora tutti ovvio'

Quando trovo le parole per dirlo, poi diventa facile. Perché lo amavo, e gli credevo, e lo volevo, e dei miei capelli non me ne fregava poi così tanto alla fine.

domenica 26 agosto 2012

Due cacciatori di nazi mi spiegano un concetto fondamentale

Buon fine agosto lettori!
Se siete abbronzati, ricordatevi l'idratante prima di dormire perché la pelle si secca velocemente in superficie e niente, poi finisce che vi desquamate e non siete proprio un bel vedere. 

Enjoy caldo e autunno coming.


Ho conosciuto due cacciatori di nazisti, che mi hanno spiegato alcune cose. Lui è francese, e quindi un po' lo capivo senza bisogno di gesticolare come una marionetta posseduta. Quando non mi era chiaro quello che diceva, mi bastava alzare un po' la mano e grattarmi, come una scimmietta - sempre un po' posseduta, e lui ripeteva. Bla bla bla bla e bla bla bla bla. Lei, la moglie, è tedesca: qui andavamo di inglese, e dialetto volendo. Sì, avete capito bene: una qualità indispensabile per un cacciatore di nazisti è, l'ho scoperto anche io poco fa, mettere a proprio agio l'interlocutore, calarsi nelle sue abitudini - anche linguistiche, per stanarlo quando meno se l'aspetta. Vale a dire con le mutande abbassate, possibilmente un po' a novanta.

Tra una tazza di te, che, un po' per semplice istinto di sopravvivenza, non ho esitato ad accettare (una cacciatrice di teste nazi, anche se sorride gentile, è sempre una cacciatrice di teste nazi, ho pensato), e pile  di fogli ingialliti raccolti in faldoni classificati secondo un ordine per me troppo complicato da afferrare, mi sono sparata due ore di chiacchiere su come organizzare un rapimento per riportare la faccia di culo in questione nel paese d'origine dal quale fuggì anni addietro. Obiettivo del gioco: tirare su un po' di casino, affinché gli organi competenti notassero le tante facce da culo sparse tra una Colombia e uno stato X del Sud America. Mi scuserete, ma non riesco ad essere più precisa sui fatti storici. Primo: non memorizzo facilmente date e nomi personali di città e persone. Secondo: non state leggendo un saggio storico dai. Quindi non rompete.

Tra gli aneddoti, le immagini della foto gallery, il bianco e nero sbiadito, le righe dei pigiami a righe di bambini  ebrei,  e quel sapore di passato celebrato da libri, romanzi, inchieste, film e molto altro, porto alla vostra attenzione un piccolissimo irrilevante particolare per la Storia. Lui e lei sono sposati. Lui l'ha notata in metro, a Parigi, e senza chiederle neppure l'add su fb, se l'è impalmata. Prima di incontrarsi non erano cacciatori di teste di cazzo. Poi lo sono diventati insieme, facendone un lavoro.
Durante la nostra chiacchierata, tra il te e lettere di ignote Anne F., butto lì la domanda che mi spinge sulle tempie da quando mi sono assettata. 'Come avete fatto a vivere una vita così di merda, quando avreste potuto scegliere un impiego al centralino delle compagnie aeree dei vostri paesi in piena fase boom economico?'.
'Vede Signorina, la sua domanda ha senso. Non è stato facile in effetti. Ma io e mia moglie abbiamo avuto una vita decisamente molto felice, oltre che serena. E le grandi imprese, o le vite di merda per dirla con lei,  si possono compiere solo se si è felici'.

Capite bene che ogni nozione storica al cospetto si sia volatilizzata in tempo zero nella mia mente così superficiale.