sabato 10 settembre 2011

YOUR BITTERSWEET SEPTEMBER

Siete tornati tutti dalle ferie.Non siete andati in ferie. Non avete un lavoro, quindi non conoscete il significato della parola 'ferie'.
Non importa, non è un test di Glamour per piccole donne mai cresciute.
Se in questi giorni soffrite di ansia depressiva, o depressione ansiosa, potrebbe essere a causa delle ferie finite, della mancanza di ferie, dell'assenza di un impiego redditizio.
Il rimedio, placebo ma pur sempre rimedio, è questo blog.
Riprendete le buone abitudini, rilassate le spalle, comprate un maglione per il freddo.
O Bissi riprende a scrivere.

A tutti voi, amici e lettori, è dedicato il primo brevissimo post di un faticoso Settembre.

Oggi una bambina mi ha guardato fissa al parco, mentre passeggiavo con il cane che faceva pit stop sotto ogni alberello piantato dal comune. Una tappetta di, mah, due anni massimo. Imbambolata.
Mi sono chiesta se fosse per il mio nuovo taglio di capelli: come Valentina di Crepax solo più savage e un tantino meno charmante. Ho abbandonato l'idea quasi subito, realizzando quanta poca importanza potesse avere la mia acconciatura nella vita di una ex neonata.
Allora ho controllato con la mano se avessi pezzetti di brioches dimenticati sulle guance, o agli angoli della bocca. Niente, ordine e pulizia.
Ho pensato di piacerle per la mia maglietta raffigurante quel cartone animato buffo e un po' scemotto, avete presente? E' un orso cicciotto con una maglietta rossa troppo piccola per la sua stazza, un sorriso ebete, e la zampetta sporca di miele. Questo orso ha un amichetto umano, Christopher Robin, e una cumpa di amici animali felici. Tutti parlanti, asino compreso. Insomma, forse, la bimba ha riconosciuto i soliti sospetti, trovando il mio petto irresistibile sotto la faccia di un porcellino rosa.

Mi sono detta che sarebbe stato dolce avvicinarmi, farle ciao con la mano, usare la mia voce da mamma. Un momento di soffice piacere per me, un weekend ancora estivo e mite, una cosa normale.
Così ho fatto: avvicinamento lento, mano pronta, corde vocali avvisate.

Evidentemente ho sbagliato qualcosa, sottovalutando alcuni segnali nella diagnosi differenziale.
La bambina, che chiameremo Elisa, non guardava nè me, nè il mio caschetto increXpato, nè la t-shirt da urlo.
Bensì osservava con perizia il mio cane, occupato nell'ennesima pisciatina mattutina. E lui, per quanto solitamente empatico, non se ne curava minimamente.

Chi ti punta con eccessivo puntiglio, potrebbe in realtà mirare qualcuno al tuo fianco, o poco più sotto.

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