mercoledì 28 dicembre 2011

The Perfect Liar

Questa mattina Mrs Joanne si è svegliata presto, aveva fame. 'E' da molto che non ho più fame, solo molta sete. Berrei sempre sai... Acqua, succhi, spremute, vini corposi, spritz con olive, Americani, Sbagliati, e ovviamente del buon rum. Oggi invece un crampo alla bocca dello stomaco mi fatto sobbalzare. Accidenti, mia cara, posso giurarti qui e ora che avevo davvero fame'.

Nora ti toglie il cappello, sfila i guanti gelati, appoggia il montone sulla parte libera del divano. 'Tesoro, è un buon segno. Personalmente credo la fame sia un sintomo positivo, da non sopravvalutare certo, ma neppure trascurare. Cosa vorresti mangiare, cara? Sono indiscutibilmente un'ottima cuoca'.

Mrs Joanne indugia sulla finestra aperta, fuori il vento ha spostato le ultime foglie che Mike aveva accuratamente accumulato ai lati della veranda. Come posso spiegare alla mia giovane amica, assolutamente sprovvista di sentimenti per me così familiari come la rabbia, l'indolenza, l'accidia e la tristezza, cosa significhi avere nuovamente fame? Posso forse spiegare il colore che vedo alle pareti, il tanfo che accompagna l'intera giornata, l'inadeguatezza di ogni singolo arto, vena e osso che mi compone?
'Una torta. Preparami un torta, se non è troppo disturbo cara'.

Nora è calorosa come il primo pic-nic di maggio, soffice e umida quanto una coperta sul prato, la migliore delle cuoche sul serio. Arrotola le maniche del maglione grigio perla, cammina piano verso la cucina, inizia il rito segreto muovendo veloce le mani nella dispensa. 'Vedrai tesoro, rimarrai a bocca aperta. E sarai di nuovo felice'.

Mrs Joanne avvicina il palmo della mano destra alla bocca, schiocca un bacio, lo invia all'amica laboriosa. Sarai.di.nuovo.fe.li.ce. Ha detto così no? Non mi sbaglio, ho inteso bene. Sarò.di.nuovo.fe.li.ce. Ma non voglio, oh Nora, mia cara amica, io non ho nessun bisogno di sentirmi nuovamente felice, serena, entusiasta, leggera. Amo la mia pesantezza, le ancore incagliate nell'abisso, il buio in sala, il cerchio vuoto in cui mi sono agilmente accomodata. Lascio che mi prepari una torta, ostento un ritrovato senso logico certo, ma niente di più. 'Perfetto, l'attesa accresce il piacere'.

L'attesa accresce il piacere. L'ho realmente detto? Che abile bugiarda sono diventata. La mia migliore qualità è senza alcun dubbio la capacità di dire ciò che gli altri vogliono sentire. Assopirne le preoccupazioni. Risollevarne gli animi. E nuotare in solitaria verso il fondale.

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