giovedì 8 marzo 2012

Analisi di un qualcosa che definirei 'Attitudine alla vita di una giovane lavoratrice'

Ciao lettori!

Ieri notte eravamo stanchi e contro. Ma qui trasformiamo in racconto ogni cosa, volendo. Anche la merda.


Enjoy || stay rude, stay intelligent (cit.)


PS.This tale is dedicated to Annalisa. True Love Can Be Satisfied Now.



Il dubbio lo sciogliamo subito, così, se hai da fare, non ti tocca leggere la fine. Io non me la faccio sotto, non funziono così. Più giochi pesante, più mi rinforzo. Sorella battaglia è per me quello che fratello sole fu per Francesco. Ho un'autocoscienza da paura, e sono una riottosa per indole. Con gli anni, oltretutto, sono cresciuta molto bene, e l'età adulta mi dona: sono più affascinante di un'adolescente, ok sì, ma è il mio potentissimo cervello che mi gratifica oltremodo, nelle situazioni più inaspettate.
Randomly, segui per cortesia il ragionamento.

Tralasciando una serie di atteggiamenti poco edificanti e ancor meno originali, c'è una cosa su tutte che mi lascia perplessa (at the beginning), mi infastidisce (in the middle), mi fa potare i rami (in the end). Le persone che mi sottovalutano. Puoi, se vuoi, analizzare questo fenomeno da diversi punti di vista. Eppure non arriveresti a comprendere la reale (e unica) motivazione che mi conduce al totale disincanto.
Di nuovo, follow the white rabbit.

Sono una pura di cuore. Ho fiducia nel mondo, tutto. Credo nella gentilezza come unica via perseguibile per il raggiungimento del bene supremo, l'amore. Leggo Montale, La Storia di Elsa Morante, le pagine meravigliose di Walt Whitman. La semplificazione dei sentimenti, quindi, mi spaventa; la negligenza di chi non si accorge di quanto sia sensibile mi ferisce, l'errore di valutazione dello stolto mi stanca. Aprirmi è naturale: lo faccio senza accorgermene, mai per stupidità. Il mio sorriso si forma da solo, non l'ho dovuto addestrare. Quello che vedi, è quello che c'è. Ma non concedo repliche a chi, per mancanza di tempo/riflessione/considerazione sbaglia. Ho un solo vero desiderio: un uomo, dei figli, una vita che finisce ad un certo punto con un funerale in cui tutti piangono lacrime di gioia per avermi incontrata. La felicità l'assaporo tutti i giorni, come il vomito e la nausea. Sono intensa a prescindere, godo di piacere, rantolo di dolore. Sono speciale, in questo c'hai preso. Mi sento tale, e lascio la modestia ai deboli di cuore.

Adesso, dimmi, seriamente: davvero credi ti stia ascoltando in questa riunione enne, in cui tu esplodi concetti e io annuisco e scarabocchio il nome del mio innamorato fingendo di segnarmi le virgole dei tuoi afflati? Oh porca!

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