giovedì 19 settembre 2013

Angri Ais (cit.)

Ciao lettori.

Ci siamo, in O Bissi Land è già il tempo delle castagne: soffici dentro se le fate cuocere al vapore, croccanti se preferite le caldarroste, sempre protette da tanti aghi fuori. 
La natura, come scrive il faro nella notte aka Walt Whitman, la sa lunga.

Enjoy Tutti i Frutti comunque.


Amore,
mi piacerebbe andare in vacanza una volta ogni tanto. Un viaggio vero, da spenderci tutti i nostri soldi, non una di quelle cose che io chiamo un amico che abita che ne so, mettiamo caso a Madrid, e tu cerchi un volo low cost che s'incastri tra il ponte del primo maggio e il due giugno. Non una di quelle robe che ci stiamo tre giorni compresi atterraggio, navetta, decollo, navetta. Non, e qui apri bene le orecchie, non una stanza da condividere con altri due o tre umani, "tanto noi ci adattiamo a tutto e a tutti". Io non mi adatto, io non voglio adattarmi, io credo di non poter neppure fingere di potermi adattare.
Vorrei una meta della madonna, e misurare il nostro amore in chilometri, millemiglia, treni e voli intercontinentali. Mi piacerebbe trascorrere una notte bloccata al JFK, come Tom Hanks ricordi!?, e lavarci i denti alla toilette con una ragazzina giapponese bloccata anche lei lì, con noi, per ore e ore. E imparare a dire 'ciao, grazie mille' nella sua lingua, e farci le foto con tutta la sua famiglia, così sorridente, così gialla. Tipo una campagna di Oliviero Toscani.
Mi piacerebbe affacciarmi da un finestrino in corsa alle sette di sera, con un mp3 pieno zeppo di canzoni che mai e poi mai ascolteresti. E allora cambi, e allora cambi, e allora cambi ancora. "Scusa ma che roba è questa!?". E mi piacerebbe sorridere in silenzio fissando la strada di fronte a noi, modalità autistica. E mi piacerebbe vedere la faccia che faresti, mentre ti tocca riascoltare Hungry Eyes  per la quarta volta perché il cuore mi scoppia dentro ogni volta che attacca il ritornello AAANGRI AAAIS.

Soprattutto vorrei avere giorni, e ricordi, e ore e cibo da condividere; foto da scattare, emozioni da lasciare in sospeso per sempre, a ciondolare tra me e te come le gambe di un bambino su una sedia troppo alta.


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