lunedì 9 settembre 2013

Eloise

Ciao lettori.

Enjoy Eloise e il nuovo singolo degli Arcade Fire che esce oggi. 
Sottotitolo: Vi saremo sempre vicini, ma a modo nostro.


Eloise possedeva un senso del rispetto pari a nessun'altro abbia incontrato. Rispetto per se stessa, più che per gli altri; questo è da dire. Elevatezza morale, realismo e pochissimo cinismo; diciamo anche questo. Nell'insieme, e in generale, era abbastanza apprezzata: una lingua lunga, ma educata, trova sempre un po' d'erba dove pascolare. Piace, intrattiene, apre qualche breccia in conversazioni noiose. Aiuta la convivialità, crea argomenti di discussione dove altrimenti non ce ne sarebbero. Quindi è giusto dire che Eloise era amata dai suoi amici, e anche dagli amici degli amici. Aveva due o tre frasi che facevano colpo, e accendevano la curiosità dei commensali. La festa decollava, l'entusiasmo pure.
Per lo meno quello degli altri, poiché, a onor del vero, Eloise inanellava I Like e risate rumorose attorno a sé, ma provava un forte disagio per le vite degli altri. Non le interessavano, e trovava faticoso fingere empatia per tutte quelle parole versate violentemente nelle orecchie di una ragazza che, sempre a onor del vero, cercava poche cose dalla vita. Il divertimento, la gioia di vivere, il turbinio delle sensazioni viscerali che solo l'arte e la solitudine sapevano donarle.
Ascoltava questo GATCHA GATCHA GATCHA e perdeva ogni inibizione inculcatale dal gruppo di suore che l'avevano allevata tra i tre e i cinque anni. Era uno splendore, se pensate anche voi, come me, che un corpo che segue aggraziato una melodia sia splendido. Attorno la gente le si accalcava addosso: Eloise si spostava come un'anguilla tra le gambe degli altri, spingeva se c'era da spingere, strusciava se c'era da strusciare, si faceva spazio sul dancefloor e non pensava mai troppo. Alzava le braccia al cielo, o al soffitto, e soffocava il dolore ai piedi, la gola arsa, lo fame chimica delle due di notte che puntualmente arrivava.
Sapeva di avere poco tempo, non aveva le forze per far gioire tutti come lei, in quegli attimi di pace e gloria assoluta, in cui non è furbo indugiare. Amava i concerti, in particolare quelli in cui il cantante le parlava con la voce di dio HI, I'M GOD. Piangeva molto da sola, sommersa dalle emozioni violente che il cinema era in grado di darle: un elenco di B movies, colonne sonore, attori e attrici non basterebbe per trasferirvi esattamente la misura del suo amore sconfinato per il maxischermo di una sala in una sera di novembre, o di gennaio, o di un altro mese a caso tra i dodici che avete a disposizione. Bruciava più grassi leggendo accoccolata con il latte caldo appoggiato sul comodino, che in una seduta di gag. Era in gradi di provare simpatia, amore o risentimento veri per un personaggio mai esistito; e sognava sempre i libri che le piacevano più degli altri. Il Grandisssimo Gatsby, diverso da Leo Di Caprio, ad esempio.

Nessun commento:

Posta un commento