mercoledì 19 ottobre 2011

She wears Prada

Scusa come hai detto che ti chiami?
Non ho detto che mi chiamo, stai sereno.
Scusa, sì, ecco, volevo dire: ciao, come ti chiami?
Anna. (discesa della cortina di ferro, sipario chiuso, game over, a mai più, in questa vita e nelle prossime)
Ahhh Anna, Anna… io sono Francesco e…
Francesco!? Tu giuri di chiamarti dav.ve.ro Francesco!?
Sì sì… perché? (sorrisetto che ha capito tutto della vita, dei bar, dell’alcol, e delle donne)
Nulla, volevo vedere cosa si prova a dire una cosa scema. Tipo ‘scusa come hai detto che ti chiami’.
Ahhh.. . ahahah. Non è serata è?, sei occupata, ti sto dando fastidio o…
Tutte e tre le cose contemporaneamente, non farei una scelta.
Peccato cazzo…
Azzarderei piuttosto ‘che rottura di coglioni stratosferica’. Ma sono punti di vista.
Tu mi sei simpatica Anna. (sorrisone che ha capito tutto del vuoi giocare al gatto e al topo, poi me la dai però)
Tu, io non lo voglio scoprire.
Ma se ti dicessi che di ragazze come te ne ho incontrate a bizzeffe, e che poi la serata è andata bene?
Mi farei dare i loro cellulari per capire se siano state anestetizzate prima o dopo averti conosciuto.
Sei un osso duro, ma io sono un tipo tosto. (sorriso che più largo non potete immaginare, che ha capito tutto del ti faccio sentire una difficile, ti faccio credere di stare al gioco, poi tanto me la dai)
Sei terribile Francesco. Allontanati immediatamente. Ti strappo la lingua a morsi se dai fiato ai polmoni un’altra volta in mia presenza.
Cosa???
L’hai fatto. L’hai rifatto. Tu.non.mi.lasci.scelta. Devo farti male.
Eh? Ma cosa dici!? Sei pazza oh… (sorriso che fu siccome immobile, che non capisce più niente di quello che sta accadendo, in veloce allontanamento)

Anna Wintour si alza, prende la sciarpa caduta dallo sgabello, si allontana dal bancone, esce dal bar. Il mal di testa è quasi passato, la serata è ancora lunga, la casa pulita fortunatamente non la costringerà a fingersi acida e sanguinaria. Francesco era pure carino; purtroppo pieno di sé, stupido, sordo, e incapace di intendere e di volere. Sarebbe stato molto triste assecondare la sua battuta di caccia e accorgersi di non aver neppure il fiatone alla fine della corsa.

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