venerdì 10 maggio 2013

POST IT #16

Ciao lettori
Enjoy Eleanor e la difficoltà di un venerdì qualsiasi sul calendario domini.
Eravate qui circa una settimana fa > http://obissiboi.blogspot.it/2013/05/post-it-15.html


Passeggiavo verso l'uscita della metro e pensavo e pensavo e pensavo.
Abbiamo litigato, per colpa di qualcosa che mi cresce dentro, e che non è il nostro bambino.
Lui non capisce i miei sospiri, nonostante ce la stia mettendo davvero tutta. E io,  loquace e solare since il giorno in cui sono nata, non ho più parole. Ma solo e continuativamente sospiri appunto. Provo a formulare una frase, un concetto, a dare spazio alle emozioni, a lasciarle fluire nel mare magno della vita mia e sua e nostra; ma poi si alza il vento improvvisamente, e viene burrasca, e ciao. Di conseguenza mi sono messa d'impegno, decidendo di non parlare più così tanto, così sempre, così di tutto. Ma devo aver sbagliato ad un certo punto, perché la strategia fa acqua da tutte le parti ragazzi.

C'è qualcosa che non gira, un buco un po' troppo nero da riempire con la grazia e le nausee della mia gravidanza. Amo questo bambino, che ha pure un bellissimo nome da qualche tempo, lo interrogo di nascosto sotto la doccia il mattino presto "Gabriele, sei sveglio? Possiamo parlare un po?". E finisce che consumo tutta l'acqua calda, chiacchierando e ridendo con un cucciolo d'uomo che spero erediterà il mio sorriso tra le altre cose.

Con il padre di Gabriele, finita la doccia, cado nel mutismo. Bevo il caffè e sono a disagio, addento il toast e sono a disagio, mi tolgo il pigiama e sono nuovamente a disagio. Esco, lo bacio appena, e le mie labbra sono talmente a disagio per tutto il disagio accumulato in una sola ora che scappo verso la metro.
Poi vago per la città, poiché sono in aspettativa e non ho un ufficio dove andare alle 9 am.
E penso, come vi raccontavo all'inizio, penso senza mai fermarmi.

Something has changed. Ma non sono pronta a trovare soluzioni, prendere decisioni.
Qualcosa è cambiato, vorrei solo se ne accorgesse anche lui senza doverlo per forza affrontare con la spada e il sorriso che mi contraddistingue e che nostro figlio avrà stampato in viso.

Penso e penso e penso, e ho come la sensazione che 'sto giro staremo male un po' tutti.


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